Dormizione di Maria
TRANSITO
R *
(Cod.
Vatic. gr. 1982, ff. 181-189V)
Racconto
di san Giovanni teologo ed evangelista sulla dormizione della panaghìa teotoco
e sul modo della traslazione dell'incorruttibile madre del Signore nostro.
[1]
Annunzio della morte. Al di là di ogni parola e al di sopra di ogni pensiero,
grandi e mirabili sono i misteri della sempre vergine Maria vera madre del
nostro vero Dio e salvatore Gesù Cristo: il verginale concepimento, la
generazione senza corruzione, Dio che si incarna in lei e da lei nasce nella
forma umana e soprattutto il glorioso e mirabile mistero della sua dormizione.
[2]
Quando Maria seppe dal Signore che stava per uscire dal corpo, il grande angelo
andò da lei e le disse: "Maria, alzati, prendi questa palma datami da
colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli affinché la portino
cantando inni davanti a te; di qui a tre giorni, infatti, deporrai il corpo.
Ecco ch'io invierò da te tutti gli apostoli e non ti lasceranno più fino a
quando non ti avranno trasportata nel luogo ove tu sarai nella gloria".
[3]
Maria gli rispose: "Perché mi hai portato soltanto questa palma e non una
per ogni apostolo? Temo che s'io la darò a uno gli altri mormoreranno. Che cosa
vuoi ch'io ne faccia? Qual è il tuo nome affinché se mi interrogheranno lo
possa comunicare loro?". L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio
nome? E' meraviglioso e tu non puoi udirlo. Ma allorché risalirò, te lo
comunicherò e così lo potrai comunicare segretamente agli apostoli, i quali
l'annunzieranno agli uomini e conosceranno il potere della mia autorità. Non
inquietarti per la palma, giacché essa sarà strumento di molti prodigi e
metterà alla prova tutti gli uomini di Gerusalemme; sarà manifestata a colui
che crede e sarà nascosta a colui che non crede. Va' dunque sul monte e là tu
conoscerai il mio nome, giacché io non lo dico in mezzo a Gerusalemme per tema
che non ne sia interamente distrutta: tu l'udrai sul monte degli Ulivi, ma, come
ti dirò, non (sic!) lo potrai dire agli apostoli essendo giunta l'ora di
deporre il tuo corpo".
[4]
Visita di Gesù. Maria allora se ne andò sul monte degli Ulivi: la precedeva la
luce dell'angelo e reggeva nella sua mano la palma. Appena giunse sul monte esso
trasalì con tutti gli alberi che vi si trovavano: essi inchinarono le cime e
adorarono la palma in mano di Maria.
[5]
A questa vista Maria pensò che fosse Gesù e domandò: "Signore, non sei
tu, forse, il mio Signore?". L'angelo le rispose: "Nessuno può
compiere prodigi se non il Signore della gloria. Come il Padre mi ha mandato per
la salvezza degli uomini e per convertire quelli che egli mi ha segnalato... Non
solo trasporto alberi, ma trasporto pure gli uomini che si umiliano davanti a
Dio e li guido nel luogo dei giusti allorché escono dal loro corpo. Anche tu
uscirai dal corpo e nel quarto giorno io verrò dal tuo corpo. Sia tu sia tutti
coloro che osservano i comandamenti di Dio li conduco nel paradiso di delizie
poiché sulla terra si sono conservati puri".
[6]
Maria domandò all'angelo: "In qual modo vieni da essi e chi sono quelli
che trasferisci? Si distinguono forse da se stessi offrendo sacrifici dal
gradito odore, e così li raggiungi, oppure sono i giusti e gli eletti, o
ancora, quando sei mandato, vieni da coloro che pregano e invocano il tuo nome?
Parlami di questo affinché anch'io faccia così e poi verrai a
trasferirmi".
[7]
L'angelo le dice: "Che cosa hai, madre? Quando sarò inviato da te non verrò
solo, ma con tutti gli eserciti celesti che canteranno inni davanti a te. Ora
sono stato inviato da te per renderti edotta e tu poi trasmetta agli apostoli in
segreto. Ecco, tu vuoi sapere che cosa fare: quando fui inviato da te, mentre
partivo, ricevetti dal Padre una preghiera che ora ti dico affinché tu la
reciti quando uscirai dal corpo, al sorgere del sole; è così infatti che
bisogna recitarla. Quanto ti dico comunicalo agli apostoli giacché verranno
anch'essi. Nessun amico del mondo, quanti amano il mondo, può recitare questa
preghiera".
[8]
L'angelo domandò poi a Maria di trasmettere questa preghiera agli apostoli.
"Verranno, infatti, da te come ti dissi, e canteranno inni davanti a te ed
eseguiranno i tuoi funerali. Prendi dunque questa palma". Quando Maria
ricevette la palma, l'angelo divenne tutto come luce e salì nei cieli.
[9]
Maria se ne ritornò a casa, e subito la casa tremò a motivo della gloria della
palma che teneva in mano. Dopo questo tremito, Maria andò nella sua camera
segreta e depose la palma su di un lenzuolo. Si tolse gli abiti, prese
dell'acqua, si lavò il corpo e indossò altri vestiti con preghiere di
ringraziamento. Disse:
[10]
"Ti benedico, segno celeste apparso sulla terra prima di scegliermi e di
abitare in me. Benedico te e i miei congiunti, che mi hanno accolto, quelli che
sono venuti invisibilmente prima di te per introdurti.
[11]
Ti benedico affinché mi dia il vestito che mi hai promesso, dicendo che per
mezzo suo sarò contraddistinta da tutti i miei parenti e mi farai condurre al
settimo cielo per essere trovata degna della soavità perfetta con tutti coloro
che credono in te e tu li riunisca nel tuo regno: giacché sei nascosto tra
coloro che sono nascosti, vedi coloro che non sono visti. Tu sei la stirpe
nascosta e tu sei il pléroma, tu sei il pléroma, io te prima di tutto ho
partorito nel dolore e tutti coloro che confidano in te.
[12]
Ascolta la preghiera di tua madre che grida verso di te! Asseconda la mia voce e
manda su di me la tua benedizione e nessuna autorità venga da me nell'ora in
cui uscirò dal mio corpo, porta invece a compimento quanto mi hai detto allorché
piansi davanti a te, dicendo: "Fa' ch'io scansi le autorità che vengono
sulla mia anima!". Mi hai promesso: "Non piangere, Maria mia madre! Da
te non verranno né gli angeli né gli arcangeli né i cherubini né i serafini
né alcun'altra autorità, bensì io stesso verrò presso la tua anima". Or
dunque è giunto il dolore per colei che partorisce. Benedico te e i tre
ministri che tu hai mandato per il ministero delle tre vie. Benedico te e la
luce eterna nella quale tu dimori. Benedico tutta la piantagione delle tue mani
che dura in eterno. Santo, santo, colui che riposa tra i santi. Ascolta la voce
della mia supplica!".
[13]
Visita dei parenti. Dette queste cose, Maria uscì dopo avere detto alla
domestica di casa sua: "Va' a chiamare i miei parenti e quanti mi conoscono
e dì loro: "Maria vi chiama"" La domestica partì e li chiamò
come le era stato ordinato.
[14]
La notizia si diffuse a tutti i suoi conoscenti e amici, e Maria chiamò tutti i
suoi vicini e disse loro: "Alzatevi e preghiamo". Dopo la preghiera si
sedettero discorrendo tra di loro delle grandezze di Dio e dei segni e prodigi
fatti da Dio per mezzo di sua madre.
[15]
Arrivo di Giovanni. Mentre Maria pregava e diceva "così sia",
improvvisamente, per mezzo di una nube, giunse l'apostolo Giovanni; bussò alla
porta di Maria, aprì ed entrò.
[16]
Ciò detto, Maria pianse con voce dolce e serena. Giovanni non resistette; il
suo spirito ne fu scosso e non trovò che cosa dirle. Non sapeva ancora che ella
stava per uscire dal corpo. Allora Giovanni esclamò a gran voce: "Maria,
sorella mia, divenuta madre dei dodici rami, che cosa mi consigli di fare per
te? Ti ho lasciato il mio ministro affinché ti preparasse il vitto; vorresti
forse ch'io trasgredissi l'ordine datoci dal mio Signore, dicendo:
"Percorrete tutto il mondo fino a che sia eliminato il peccato del
mondo?". Or dimmi, Maria, che cosa ti manca?".
[17]
Ella gli rispose: "Padre Giovanni, non chiedo nessuna delle cose di questo
mondo, che anzi dopodomani uscirò dal corpo. Padre Giovanni, usami umanità,
proteggi il mio corpo, deponilo in una tomba e custodiscimi con i tuoi fratelli,
gli apostoli, a motivo dei sommi sacerdoti. Con le mie orecchie, infatti, li
udii che dicevano: "Se troveremo il suo corpo lo daremo alle fiamme, poiché
da lei venne quell'ingannatore""
[18]
Quando Giovanni l'udì affermare: "Uscirò dal mio corpo", si gettò
piangendo ai suoi piedi e disse: "Signore, chi siamo noi che ci addossi
queste infermità? Non abbiamo ancora dimenticato le prime e già ne dobbiamo
sopportare un'altra. Perché non sono io a uscire dal corpo, e tu, Maria, colei
che mi veglia?".
[19]
Udendo ciò e vedendo piangere Giovanni, Maria pregò i presenti di tacere e,
preso Giovanni in disparte, gli disse: "Padre Giovanni, abbi pazienza verso
di me, (trattieni) un istante le tue lacrime, affinché ti possa dire quanto
l'angelo mi ha comunicato". Giovanni allora si asciugò le lacrime e Maria
gli disse: "Esci con me e dì alla folla di salmodiare". Mentre quelli
salmodiavano, lei introdusse Giovanni nella sua camera e gli disse la preghiera
che le era stata data dall'angelo
[20]
Estrasse una cassetta nella quale c'era un foglio e disse: "Padre Giovanni,
prendi questo libro nel quale c'era il mistero. Quando avevo cinque anni, il
Maestro mi fece conoscere tutte le cose del creato e pose in esso anche voi
dodici". Gli mostrò i suoi abiti funebri e tutta la preparazione della sua
dimora, dicendo: "Padre Giovanni, tu sai tutto quello che ho in questa
grande casa: nulla all'infuori degli abiti funebri e due tuniche. Qui vi sono
due vedove; quando sarò uscita dal corpo, ne darai una a ognuna".
[21]
Poi lo condusse nel luogo ove si trovava la palma consegnatale dall'angelo
affinché fosse portata dagli apostoli; e gli disse: "Padre Giovanni,
prendi questa palma; così la porterete davanti a me. Mi è stata data per
questo". Giovanni le disse: "Madre e sorella mia Maria, da solo non la
posso prendere, data l'assenza degli apostoli; affinché quando giungeranno non
vi siano tra noi mormorazioni e dispute. Ce n'è uno più grande di me, che è
stato posto al di sopra di noi. Quando saremo riuniti, ci sarà manifestata la
benevolenza del nostro salvatore".
[22]
Arrivo di tutti gli apostoli. Dopo uscirono ambedue. Mentre stavano lasciando la
camera, s'udì un tuono improvviso che scosse quelli che si trovavano in quel
luogo. Dopo il boato del tuono ecco apparire improvvisamente gli apostoli
trasportati da una nube dalle estremità della terra davanti alla porta di
Maria: erano undici assisi sulle nubi. Il primo era Pietro, il secondo Paolo
anch'egli su di una nube essendo stato annoverato nel numero degli apostoli; si
era appena convertito alla fede in Dio. Dopo di essi, gli altri apostoli si
incontrarono sulle nubi e furono trasportati davanti alla porta di Maria. Si
salutarono e si guardarono stupiti domandandosi come mai si trovassero
improvvisamente riuniti.
[23]
Pietro rispose: "Fratelli, preghiamo Dio che ci ha radunati, tanto più che
tra noi si trova Paolo, gioia dell'anima nostra. Veramente, fratelli, ha avuto
compimento la scrittura del profeta e la parola di colui che dice: "Nulla
di più dolce e di più bello per dei fratelli che abitare insieme!"".
[24]
Pietro allora stese le mani e disse: "Padrone, Dio assiso sul carro dei
cherubini, assiso sulle altezze tu contempli gli abissi, abiti una luce
inaccessibile nel riposo eterno, mistero nascosto nel quale è stata rivelata la
croce salvifica, per questo noi innalziamo le mani in forma di croce per
ricevere il riposo con l'approfondita conoscenza della croce. Tu, infatti, sei
il riposo delle membra stanche, tu poni fine ai travagli, tu sei colui che
rivela tesori nascosti, tu hai radicato in noi la tua bontà. Qual dio è
misericordioso come te, Padre? Tu non distogli da noi la tua filantropia. Chi
mai è benevolo come te, chi è misericordioso come il tuo Padre che ha salvato
dal male quanti credono in lui?
[25]
Il tuo volere ha vinto ogni cupidigia, la fede che viene da te ha spezzato la
menzogna, la tua bellezza ha vinto la seduzione, la tua umiltà ha abbattuto
l'orgoglio, tu sei colui che vive e ha trionfato sulla morte, tu nostro riposo
hai sradicato la morte, tu sei la gloria della misericordia, gloria inviata
dallo Spirito del vero Padre. Emmanuel Emmanuel, maranathà, ora e nei secoli
dei secoli. Amen".
[26]
Finito di pronunciare l'amen, Pietro e Andrea si abbracciarono. Giovanni che era
in mezzo a loro disse: "Beneditemi tutti". E tutti lo abbracciarono,
ognuno secondo il suo ordine.
[27]
Ora, fratelli miei, entrando nel giorno seguente, non piangete affinché lei non
sia turbata: è questo che il nostro Maestro mi manifestò allorché, durante la
cena, mi appoggiai sul suo petto; per tema che, vedendoci piangere, la folla che
la circonda esiti in cuor suo e dica: "Anch'essi hanno paura della
morte!". Facciamoci piuttosto coraggio con le parole del Diletto".
[28]
Gli apostoli entrarono poi in casa di Maria e dissero a una voce: "Maria,
nostra sorella, madre di tutti i salvati, la grazia del Signore sia con
te!". Vedendoli tutti, Maria fu ripiena di gioia ed esclamò: "La
grazia sia anche con voi! E come siete giunti qui tutti insieme? Vi vedo,
infatti, tutti riuniti".
[29]
Maria allora esultò nello spirito e disse: "Benedico te che sovrasti ogni
benedizione, benedico le dimore della tua gloria, benedico il grande cherubino
della luce, divenuto tuo soggiorno nel mio seno, benedico tutte le opere delle
tue mani obbedienti in piena sottomissione, benedico il tuo amore con il quale
ci hai amato, benedico le parole di vita che procedono dalla tua bocca dateci
nella verità. Credo, infatti, che tutto quanto mi hai detto si avvererà. Mi
hai detto: "Quando uscirai dal corpo, manderò tutti gli apostoli da
te"; ed ecco che si sono radunati e io sono in mezzo a loro come una vite
fruttifera come nel tempo in cui ero con te e tu eri come una vite in mezzo ai
tuoi angeli incatenando ogni attività del nemico. Ti benedico con tutta
l'energia perché quanto mi hai detto si è avverato. Hai detto, infatti:
"Quando uscirai dal corpo vedrai me con gli apostoli"; ed ecco,
Signore, che si sono radunati insieme".
[30]
Così dicendo, Maria chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse in
camera sua e fece loro vedere i suoi abiti funebri. Dopo, uscì e si sedette in
mezzo a loro e accese le lucerne che non si lasciarono più spegnere, come aveva
ordinato loro Maria.
[31]
Pietro allora iniziò a parlare: "Fratelli, e voi tutti che siete entrati
in questo luogo in quest'ora, per umanità verso la nostra madre Maria, voi che
accendete le lucerne col fuoco di questa terra visibile, avete compiuto un buon
ministero. Anch'io voglio che ogni vergine prenda la sua lucerna nel firmamento
immateriale del cielo; questa è la lucerna a tre stoppini dell'uomo interiore:
il nostro corpo, la mente, lo spirito. Se questi tre brillano di vero fuoco, di
quello per il quale combattete, non vi vergognerete quando entrerete alle nozze
e vi riposerete con lo sposo. Così appunto è della nostra madre Maria. La luce
della sua lucerna riempì l'ecumene e non si spegnerà fino alla consunzione del
secolo, affinché tutti coloro che vogliono prendano fiducia da lei e riceviate
anche la benedizione del riposo. Or dunque, fratelli, lottate sapendo che non
restiamo quaggiù per sempre".
[32]
Morte di Maria. Mentre Pietro parlava e confortava le folle, giunse l'aurora e
spuntò il sole. Maria si alzò, uscì fuori, recitò la preghiera che le aveva
dato l'angelo, e dopo la preghiera si stese sul suo letto e portò a compimento
la sua economia. Pietro si sedette presso il capo di lei, Giovanni ai piedi e
gli altri in circolo attorno al suo capezzale.
[33]
Verso l'ora terza del giorno, avvenne un gran tuono e si diffuse un gradevole
profumo tanto che per la profusione del profumo tutti furono presi dal sonno, a
eccezione soltanto delle tre vergini. Le fece vegliare affinché testimoniassero
sulla cura delle esequie di Maria madre del Signore e sulla gloria di lei.
[34]
Maria allora aprì la bocca e benedisse, dicendo: "Ti benedico perché hai
compiuto ciò che mi avevi promesso e non hai rattristato il mio spirito. Tu mi
avevi promesso che non avresti permesso che gli angeli venissero presso l'anima
mia, e che saresti venuto tu da lei; ed ecco che mi accade, Signore, secondo la
tua parola. Chi sono io, misera, per essere giudicata degna di una tale
gloria?". Così dicendo portò a compimento la sua economia con il volto
sorridente rivolto verso il Signore.
[35]
Il Signore la abbracciò, prese la sua anima santa, la pose tra le mani di
Michele, l'avvolse in pelli delle quali è impossibile manifestare la gloria.
Noi apostoli abbiamo visto l'anima di Maria affidata alle mani di Michele in una
perfetta forma umana, a eccezione dei tratti di femmina o di maschio, senza
altro all'infuori della somiglianza di ogni corpo, e uno splendore sette volte
più grande.
[36]
Il Salvatore disse a Pietro: "Proteggi accuratamente il corpo di Maria, mia
dimora, ed esci dalla sinistra della città, troverai un sepolcro, deponivi il
corpo e aspettate fino a quando vi parlerò". Quando il Salvatore disse
questo, il corpo di Maria esclamò: "Ricordati di me, re della gloria;
ricordati che sono una tua creatura, ricordati che ho custodito il tesoro
affidatomi".
[37]
La sepoltura. Pietro, Giovanni, gli altri apostoli e le tre vergini presero cura
del corpo di Maria: lo posero su di un lettuccio e poi svegliarono gli altri.
Pietro prese la palma e disse a Giovanni: "Tu sei vergine, Giovanni, e
spetta a te cantare davanti al lettuccio e tenerla". Giovanni gli rispose:
"Tu sei il nostro padre e il nostro vescovo, spetta a te precedere il
lettuccio fino a quando giungeremo al luogo". Pietro rispose: "Affinché
nessuno di noi abbia a rattristarsi, coroniamone il lettuccio". Gli
apostoli s'alzarono e si caricarono il lettuccio di Maria; Pietro disse l'inno:
"Israele uscì dall'Egitto, alleluia".
[38]
Il Salvatore e gli angeli erano sulle nubi a una certa distanza davanti al
lettuccio inneggiando invisibili: si udiva soltanto la voce di una grande
moltitudine, tanto che uscì fuori tutta Gerusalemme. Quando i sommi sacerdoti
udirono il frastuono e la voce degli inni ne furono turbati e dissero: "Che
è questo frastuono?". Qualcuno rispose: "Maria uscì dal corpo e gli
apostoli cantano inni intorno a lei". E subito Satana entrò in essi
dicendo: "Alziamoci e usciamo. Uccidiamo gli apostoli e bruciamo il corpo
che portò quel seduttore". Subito si alzarono e uscirono subito con armi e
mezzi difensivi per uccidere gli apostoli.
[39]
Gli angeli invisibili li colpirono subito di cecità e spezzarono loro la testa
contro le mura poiché non potevano più vedere dove andavano, eccetto uno solo,
il sommo sacerdote. Costui era uscito per vedere ciò che accadeva; si avvicinò
agli apostoli e allorché li vide portare il lettuccio incoronato cantando inni,
restò pieno di collera e disse: "Ecco quanta gloria riceve oggi la dimora
di colui che ha spogliato la nostra stirpe!". E pieno di collera si diresse
verso il lettuccio con l'intenzione di rovesciarlo; lo toccò nel punto ove si
trovava la palma: subito le sue mani si incollarono al lettuccio, furono
troncate ai gomiti e rimasero sospese al lettuccio.
[40]
L'uomo pianse e supplicò gli apostoli, dicendo: "Non mi abbandonate in
questa sventura! Ricordati di mio padre, Pietro, quando la portiera ti parlò,
dicendo: "Anche tu sei un discepolo di quest'uomo". Ricorda come e in
qual modo ti interrogai". Pietro rispose: "Il soccorrerti non è in
mio potere né in potere di alcuno di costoro. Credi dunque che Gesù è il
Figlio di Dio, colui contro il quale vi siete levati, colui che avete preso e
messo a morte: allora questa lezione cesserà".
[41]
Iefonia rispose: "Non è che noi non abbiamo creduto! Sì, in verità
sappiamo che egli è il Figlio di Dio. Ma che cosa dovevamo fare quando l'amore
del denaro aveva ottenebrato i nostri occhi? I nostri padri prima di morire ci
chiamarono e ci dissero: "Figli, Dio vi ha scelto fra tutte le tribù per
reggere questo popolo, percepire le elemosine e le primizie. Vigilate affinché
questo luogo non diventi ricco e voi non siate nell'abbondanza; non scatenate la
collera di Dio, date invece ai poveri e agli orfani quello che a voi
sopravanza". Ma noi vedendo che il luogo godeva di una grande abbondanza,
abbiamo dimenticato nel tempio le tavole dei venditori e dei compratori. Il
Figlio di David entrando nel santuario scacciò tutti, dicendo: "Non fate
della casa di mio Padre una casa di commercio!". Al vedere distrutte da lui
le nostre abitudini abbiamo deliberato il male e l'abbiamo messo a morte, pur
sapendo che è Figlio di Dio. Ma dimenticate la nostra follia e perdonatemi.
Quanto mi è accaduto è un segno dell'amore di Dio, affinché io viva".
[42]
Pietro fece fermare il lettuccio e disse: "Se tu credi con tutto il cuore,
avvicinati e bacia il corpo di Maria, dicendo: "Credo, teotoco vergine e
madre pura, anche in colui che è nato da te, Signore e Dio nostro"".
Allora il sommo sacerdote prese la parola in lingua ebraica e, tra le lacrime,
benedisse Maria per tre ore; non permise ad alcuno di toccare il lettuccio e
addusse testimonianze dalle Scritture sacre e dai libri di Mosè nei quali è
scritto che Maria sarà chiamata tempio di Dio e porta del cielo, tanto che gli
apostoli restavano ammirati dalle grandezze e meraviglie che diceva.
[43]
Pietro disse: "Appressati e attacca le tue mani". Iefonia corse e
disse distintamente: "Nel nome del Signore Gesù Cristo Figlio di Dio e di
Maria colomba immacolata di colui che è nascosto nella sua bontà, le mie mani
si uniscano senza alcun difetto!". E subito divennero come erano prima.
[44]
Iefonia salì in città come gli aveva ordinato Pietro, trovò una grande folla
piangente, e disse: "Guai a noi! Ciò che capitò a Sodoma capitò pure a
noi! Prima Dio li colpì con la cecità, poi cadde il fuoco e li consumò. Guai
a noi! Siamo divenuti ciechi, poi arriverà il fuoco".
[45]
Gli apostoli portarono Maria alla tomba. Deposero il corpo, si sedettero e
attesero tutti insieme il Signore, come aveva loro ordinato.
[46]
Assunzione corporale di Maria. Mentre discutevano tra loro a proposito della
dottrina, della fede e di molti altri soggetti, seduti davanti alla porta della
tomba, ecco che giunse dai cieli il Signore Gesù Cristo con Michele e Gabriele;
si sedette in mezzo a loro e disse a Paolo: "Paolo, mio prediletto, non
rattristarti per il fatto che i miei apostoli non ti hanno rivelato i misteri
gloriosi. A essi li ho rivelati in terra, a te li rivelerò nei cieli".
[47]
Fece poi un segno a Michele con la voce propria degli angeli e scesero verso di
lui le nubi; in ogni nube c'erano mille angeli che si posero a cantare davanti
al Salvatore. Il Signore disse a Michele di innalzare il corpo di Maria su di
una nube e trasferirlo in paradiso. Quando il corpo fu innalzato, il Signore
disse agli apostoli di avvicinarsi a lui e saliti sulla nube cantavano inni con
voce angelica: il Signore comandò alle nubi di partire in direzione
dell'Oriente verso la regione del paradiso.
[48]
Giunti nel paradiso deposero il corpo di Maria sotto l'albero della vita.
Michele portò la di lei anima santa che deposero nel suo corpo.
TRANSITO
COLBERTIANO
(dal
Cod. di Parigi lat. 2672 ff. 7-12) *
Inizia
il transito o assunzione, della santa Maria madre del Signor nostro Gesù Cristo
[1,
1] Quando dunque il Signore e salvatore nostro Gesù Cristo pendeva, crocifisso
sul legno della croce per la vita di tutto il mondo, presso la croce vide sua
madre dritta e vide Giovanni evangelista, che egli amava più di tutti gli altri
apostoli perché era corporalmente vergine.
[2,
1] A lui perciò affidò la cura della santa Maria, dicendogli: "Ecco tua
madre"; e rivolto a lei: "Ecco tuo figlio".
[3]
In quel tempo mentre la beata Maria vigilava e pregava, andò da lei un angelo
del Signore e le disse: "Alzati, Maria, prendi la palma ch'io ora ti ho
portato giacché di qui a tre giorni sarai assunta. Ecco che manderò tutti gli
apostoli a seppellirti". [4] Maria gli rispose: "Signore, ti prego di
dirmi il tuo nome".
[3,
1] Radunati tutti i suoi parenti e amici, disse loro: "Vi prego di restare
con me poiché domani uscirò dal corpo e andrò nella pace sempiterna".
Essi risposero, piangendo: "Veglieremo tutti all'unanimità e con le
lucerne accese, non sapendo in quale ora il Signore verrà". [2] Mentre
parlavano, giunse il beato Giovanni, batté alla porta della beata Maria ed entrò.
La beata Maria, appena lo vide, ne ebbe l'animo turbato e sospirando non poté
contenere le lacrime.
[3]
E disse: "Padre Giovanni, ricorda con quali parole il Signore mio, tuo
Maestro, mi ha raccomandato a te nel giorno in cui si è allontanato da noi dopo
aver patito per la salvezza del mondo. Ti prego di usarmi la misericordia di far
portare questa palma davanti al mio letto e custodire il mio corpo dai mali,
giacché io stessa ho udito Ebrei che dicevano: "Aspettiamo che muoia per
prenderne poi il corpo e consumarlo con il fuoco avendo esso portato quel
seduttore"".
[4,
1] Ciò udito, il beato Giovanni pianse amarissimamente dicendo: "O
Signore, e che siamo noi che tu ci fai assistere a tante tribolazioni?".
[5,
1] Avvenne che mentre insegnavo, era circa l'ora nona del giorno, discese una
nube che mi avvolse e, toltomi di mezzo a quelli che erano con me, mi portò
qui. Quando entrai, trovai molta gente attorno a nostra sorella Maria e
parlavano del fatto che lei stava per uscire dal corpo. Udendo queste cose,
piansi profondamente. Ed ora fratelli se ne andrà domani. Non piangetela
affinché il popolo non provi turbamento, pensando: Come? Questi che sono gli
apostoli temono la morte, mentre poi predicano agli altri la risurrezione? Non
dobbiamo, infatti, piangere poiché così mi ha detto il Signore mio Maestro,
Cristo Gesù mentre a cena riposavo sul suo petto".
[2]
Ed entrati, gli apostoli salutarono la signora nostra Maria, dicendo: "Ave
Maria, piena di grazia, il Signore è con te". Ma lei, umiliandosi davanti
a loro disse: "E con voi, fratelli".
[6,
1] Così dicendo, sedette in mezzo a loro. Le lampade e le lucerne di tutti
erano accese.
[2]
Verso l'ora terza s'udì un grande terremoto e un odore soave tanto che, per la
sua grande soavità, tutti si addormentarono, ad eccezione delle tre vergini
alle quali aveva ordinato di vegliare ininterrottamente per testimoniare la
gloria della sua assunzione.
[3]
Ed ecco che venne il Signore con una moltitudine di angeli, e Michele, principe
degli angeli, cantava l'inno. E Maria aprì la bocca e benedisse Dio, dicendo:
"Ti benedico, Cristo onnipotente, poiché non mi hai negato nulla di quanto
mi avevi promesso". E così dicendo rese l'anima che fu presa
dall'arcangelo Michele.
[7,
1] E il Signore Gesù disse a Pietro: "Prendi tu il corpo di mia madre
Maria ed esci dalla porta destra della città: troverai una tomba nuova ed in
essa seppellirai il corpo. Custoditelo come vi ho ordinato fino a quando verrò".
Così dicendo salì in cielo.
[2]
Pietro portò la palma e disse: "Vedete che nessuno si rattristi,
incoroniamone piuttosto il letto". Gli apostoli s'alzarono e portarono il
letto. Pietro alzò la sua voce di lode dicendo: "Israele uscì
dall'Egitto, alleluia".
[3]
Quando i prìncipi dei sacerdoti e la folla udirono le voci di lode a Dio,
furono sconvolti, e dissero l'un l'altro: "Che è ciò?". Qualcuno
disse: "Maria ha abbandonato il corpo ed ora gli apostoli cantano lodi
attorno a lei".
[8,
1] Ma subito Satana entrò in loro. E dissero: "Su, uccidiamo gli apostoli
e bruciamo col fuoco il corpo che portò quel seduttore". E, con spade e
bastoni, andarono ad uccidere gli apostoli.
Uno
di essi, pieno d'ira e di furore, disse: "Ecco la gloria che ebbe il
tabernacolo di colui che disprezzò noi e tutto il nostro genere". E
gridando con grande impeto verso il letto voleva rovesciarlo. Subito le sue mani
s'attaccarono al letto: una parte del suo corpo pendeva e l'altra parte restava
attaccata al letto.
[2]
Allora prese a supplicare gli apostoli, dicendo: "Non disprezzatemi, vi
prego, perché mi trovo in un così grande bisogno, abbiate invece misericordia
di me. Tu soprattutto, beatissimo Pietro, ricorda come io ti abbia scusato
quando la portinaia ti accusava dicendo che eri di quelli".
[9,
1] Pietro rispose, dicendo: "Non ne ho il potere, ma credi che Gesù
Cristo, contro il quale sei insorto, è Figlio del Dio vivo, e riavrai la
salute". Egli allora per tre ore benedisse Dio adducendo dai libri di Mosè
testimonianze che questo è il tempio di Dio.
[2]
Disse poi Pietro a quello che era stato guarito: "Alzati, prendi la palma,
entra in città e troverai una grande folla di ciechi. Sugli occhi di colui che
crederà poni questa palma e riacquisterà la luce. Colui invece che non crederà,
non vedrà mai più".
[3]
Allora egli parlò della fede e del fatto che chi crede riacquista la luce,
mentre resta cieco colui che non crede.
[10,
1] Ed ecco l'arcangelo Gabriele rotolò la pietra dell'ingresso della tomba. Il
Signore, (disse): "Alzati, amica e prediletta mia. Tu che non sei stata
corrotta dal coito, non passerai attraverso la dispersione del corpo nel
sepolcro".
[2]
Baciatala, il Signore si allontanò affidando la sua anima agli angeli affinché
la portassero in paradiso.
[3]
Gli apostoli poi, avvolti nelle nubi, se ne ritornarono ognuno nel settore della
sua predicazione, raccontando le meraviglie di Dio, lodando il Signore Gesù che
regna con il Padre e lo Spirito santo in unione perfetta e nella sostanza
divina, nei secoli. Amen.
TRANSITO
DELLA BEATA VERGINE MARIA *
(Recensione
lat. A)
[1]
Nel tempo che precedette la passione del Signore tra le molte cose che la madre
domandò al figlio, ci sono quelle riguardanti il suo transito.
[2]
Egli gradì la supplica della sua amata madre, e le rispose: "Abitazione e
tempio del Dio vivo, madre benedetta, regina di tutti i santi e benedetta tra
tutte le donne, come tu sai, prima che tu mi portassi nel tuo seno, io ti ho
custodito sempre e ti cibai ogni giorno con il mio cibo angelico. Come potrei
abbandonarti, dopo che mi hai portato e nutrito, dopo che mi hai trasportato
durante la fuga in Egitto e hai sopportato per me molte angustie? Sappi che i
miei angeli ti custodirono sempre e ti custodiranno fino al tuo transito. Dopo
che, come sta scritto, avrò sostenuto la passione per gli uomini, nel terzo
giorno risorgerò e dopo quaranta giorni salirò in cielo. Quando mi vedrai
venire da te con gli angeli e gli arcangeli, con i santi, con le vergini e con i
miei discepoli, sappi che la tua anima si separerà dal corpo ed io la porterò
in cielo dove non avrà più né angustia né tribolazione alcuna".
[3]
Allora lei si rallegrò e raggiante di gioia baciò le ginocchia di suo figlio,
e benedisse il creatore del cielo e della terra, che per mezzo di Gesù Cristo,
suo figlio, le aveva fatto un tale dono.
[4]
Nel secondo anno dopo l'esecuzione del Signore nostro Gesù Cristo, mentre la
beatissima vergine Maria era perseverante giorno e notte nella preghiera, tre
giorni prima che morisse andò da lei l'angelo del Signore e la salutò dicendo:
"Salve, Maria, piena di grazia! Il Signore è con te". Lei rispose:
"Siano rese grazie a Dio". Le disse ancora: "Prendi questa palma
che ti manda il Signore". Con grande gioia e ringraziando Dio prese la
palma mandatale da Dio per mezzo dell'angelo.
[5]
Chiamò allora Giuseppe dalla città di Arimatea e gli altri discepoli del
Signore, ai quali si unirono i parenti e gli amici, e a tutti i presenti notificò
loro il suo transito.
[6]
All'ora terza, mentre la regina Maria se ne stava in camera sua, si udirono
forti tuoni con pioggia, lampi, sconvolgimenti e terremoti. Improvvisamente, da
Efeso fu trasportato Giovanni evangelista e apostolo: entrò nella camera della
beata Maria e la salutò dicendo: "Salve, piena di grazia! Il Signore è
con te". Lei rispose: "Siano rese grazie a Dio", ed alzatasi baciò
san Giovanni.
[7]
E mentre voleva interrogarlo donde veniva e per qual motivo si trovava a
Gerusalemme, ecco che una nube condusse tutti i discepoli del Signore davanti
alla porta della camera della beata Maria, ad eccezione di Tomaso, detto Didimo.
Entrarono, salutarono la regina e l'adorarono dicendo: "Salve Maria, piena
di grazia! Il Signore è con te". Ella subito si alzò, s'inchinò, li baciò
e rese grazie a Dio.
[8]
Questi sono i nomi dei discepoli del Signore che furono trasportati sulla nube:
Giovanni, evangelista, e Giacomo, suo fratello, Pietro e Paolo, Andrea, Filippo,
Luca, Barnaba, Bartolomeo e Matteo, Mattia detto Giusto, Simone Cananeo, Giuda e
suo fratello, Nicodemo, Massimiano e molti altri che non si possono elencare.
[9]
La beata Maria domandò allora ai suoi fratelli: "Che cosa c'è che siete
venuti tutti a Gerusalemme?". Pietro rispose: "Siamo noi che dobbiamo
domandarlo a te, e tu lo domandi a noi? Certo è che nessuno di noi sa perché
siamo giunti qui con così tanta velocità. Ero ad Antiochia, ed ora eccomi
qua!".
[10]
La beata Maria disse loro: "Prima che sostenesse la passione, pregai mio
figlio affinché alla mia morte foste presenti sia lui che voi; ed egli mi
concesse questo favore. Sappiate dunque che domani avrà luogo il mio transito.
Vegliate e pregate con me, affinché, quando il Signore verrà a prendere la mia
anima, vi trovi vigilanti". Tutti promisero di vegliare: vegliarono e
pregarono tutta la notte con salmi e canti, in mezzo a grandi luci.
[11]
All'ora terza della domenica, come lo Spirito santo era disceso sugli apostoli
in una nube così discese Cristo con una moltitudine di angeli e prese l'anima
della sua diletta madre: vi fu un grande chiarore ed un profumo soavissimo
mentre gli angeli cantavano il Cantico dei cantici, là ove il Signore dice:
"Come un giglio tra le spine, così l'amica mia tra le figlie".
[12]
Poi disparve il chiarore e con il chiarore fu assunta in cielo l'anima della
beata Maria vergine con salmi, inni e (espressioni) del Cantico dei cantici.
Mentre la nube saliva, tremò tutta la terra e, in un istante, tutti i
gerosolimitani videro chiaramente la morte della santa Maria.
[13]
Nello stesso tempo entrò in loro Satana e incominciarono a riflettere che cosa
dovevano fare del suo corpo. Presero i mezzi per bruciare il suo corpo e
uccidere gli apostoli poiché da lei, ma a causa dei loro peccati, avevano avuto
inizio le dispersioni di Israele e la riunione con i gentili. Ma furono colpiti
da cecità: andavano a sbattere la testa contro le pareti e cozzavano l'un
contro l'altro.
[14]
Gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s'alzarono salmodiando e iniziarono il
trasporto del corpo santo dal monte Sion alla valle di Giosafat.
[15]
Prese dunque a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero con le loro
preghiere e fosse fatto cristiano. Allora gli apostoli piegarono le ginocchia e
supplicarono il Signore di perdonarlo. E subito, guarito, rese grazie a Dio,
baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli apostoli, nello stesso
luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome del Signore nostro Gesù
Cristo.
[16]
Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e
cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un'improvvisa luce celeste li circondò
e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo dagli angeli.
[17]
Allora il beatissimo Tomaso fu condotto improvvisamente al monte degli Ulivi,
vide il beatissimo corpo che se ne andava in cielo e prese a gridare: "O
madre santa, madre benedetta, madre immacolata, se ho trovato grazia, andando tu
in cielo, rallegra il tuo servo per mezzo della tua misericordia". Ed ecco
che dal cielo fu gettato al beato Tomaso il cordone con il quale gli apostoli
avevano legato il corpo santissimo. Egli lo prese, lo baciò, rese grazie a Dio
e se ne ritornò nella valle di Giosafat.
[18]
Qui trovò tutti gli apostoli e un'altra grande folla che si batteva il petto a
causa dello splendore visto. Appena si videro si baciarono, ed il beato Pietro
gli disse: "E' proprio vero che tu sei sempre duro e incredulo. A motivo
della tua incredulità, Dio preferì che tu non fossi con noi alla sepoltura
della madre del Salvatore".
[19]
Poi il beato Tomaso disse: "Dove avete messo il suo corpo?". Essi gli
additarono la tomba. Ma lui rispose: "Là non c'è il corpo che è detto
santissimo".
[20]
A sua volta il beato Tomaso, che vestiva ancora i paramenti sacerdotali, riferì
loro come mentre stava cantando la messa, in India, senza che se ne avvedesse,
la parola di Dio lo trasportò sul monte degli Ulivi dove vide salire in cielo
il santissimo corpo della beata Maria e le chiese di dargli una benedizione,
come ella avesse esaudito la sua supplica e gli avesse gettato il cordone che la
cingeva; e fece vedere il cordone a tutti.
[21]
Gli apostoli, alla vista del cordone con il quale l'avevano legata,
glorificarono Dio e tutti domandarono perdono al beato Tomaso per la benedizione
datagli dalla beata Maria e per l'aver egli visto il corpo santissimo salire nei
cieli. Il beato Tomaso li benedisse ed esclamò: "Quanto è bella e lieta
la concorde convivenza dei fratelli".
[22]
La nube che li aveva trasportati, fu la stessa che riportò ognuno al suo posto.
Come era accaduto a Filippo quando battezzò l'eunuco, secondo quanto si legge
negli Atti degli apostoli, e come Abacuc dopo avere portato il cibo a Daniele
nella fossa dei leoni se ne ritornò poi subito in Giudea, così anche gli
apostoli ritornarono subito a predicare al popolo di Dio, dove erano prima.
[23]
Non desta meraviglia che abbia compiuto questo colui che entrò in un utero
chiuso ed uscì da una vergine, colui che entrò dagli apostoli a porte chiuse,
colui che diede l'udito ai sordi, risuscitò i morti, purificò i lebbrosi,
diede la vista ai ciechi e compì molti altri miracoli. Questo si ha da credere
senza alcun dubbio.
[24]
Io sono Giuseppe che ho posto il corpo del Signore nel mio sepolcro e lo vidi
risorto, e prima e dopo l'ascensione del Signore ho sempre custodito il suo
tempio santissimo, la beata sempre vergine Maria.
TRANSITO
DELLA BEATA VERGINE MARIA *
di
san Melitone vescovo di Sardi
(Recensione
lat. B)
[1,
1] Melitone, servo di Cristo, vescovo della Chiesa di Sardi, ai venerabili
fratelli nel Signore con i quali siamo in pace, salute!
[2,
1] Quando il Signore e salvatore Gesù Cristo pendeva dal legno della croce ove
era stato affisso con chiodi per la vita di tutto il mondo, vide sua madre
diritta presso la croce e Giovanni evangelista da lui prediletto su tutti gli
altri apostoli in quanto era il solo corporalmente vergine. A lui egli affidò
la cura della santa Maria. A lui disse: "Ecco tua madre!". Ed a lei:
"Ecco tuo figlio!".
[2]
Da allora la santa madre di Dio restò sotto la speciale cura di Giovanni per
tutto il tempo della sua ulteriore dimora quaggiù. Quando poi gli apostoli
andarono per il mondo a predicare secondo la sorte che era loro toccata, lei
restò in casa dei genitori di lui presso il monte degli Ulivi.
[3,
1] Nel secondo anno dunque dopo che Cristo, vinta la morte, era salito in cielo,
presa da un ardente desiderio di Cristo, tutta sola nella sua cella, Maria si
mise a piangere.
[2]
Maria disse allora all'angelo: "Ti chiedo che siano riuniti qui da me tutti
gli apostoli del Signore Gesù Cristo". L'angelo rispose: "Proprio
oggi per opera del mio Signore Gesù Cristo verranno da te tutti gli
apostoli". E Maria a lui: "Ti prego di fare scendere su di me la tua
benedizione affinché nell'ora in cui la mia anima esce dal corpo non mi venga
incontro alcuna potenza infernale ed affinché io non veda il principe delle
tenebre". E l'angelo a lei: "La potenza infernale non ti nuocerà! Il
Signore tuo Dio del quale io sono ministro e ambasciatore, ti ha dato una
benedizione eterna. Non credere ch'io ti possa concedere la facoltà di non
vedere il principe delle tenebre: egli dipende da colui che tu hai portato nel
tuo seno. E' in suo potere per tutti i secoli dei secoli". E, così
dicendo, si allontanò con grande splendore, ma quella palma restò sfolgorante
di luce.
[3]
Maria allora si svestì e poi indossò gli abiti migliori, prese la palma avuta
dalla mano dell'angelo, uscì verso il monte degli Ulivi e iniziò a pregare:
"Se tu non avessi avuto misericordia di me, io non sarei stata degna,
Signore, di riceverti; tuttavia ho custodito il tesoro che mi hai affidato. Ti
chiedo perciò, re della gloria, che la potenza della Geenna non mi faccia del
male. Se al tuo cospetto tremano ogni giorno i cieli e gli angeli, tanto più
l'uomo che è fatto di terra e che non ha nulla di buono se non nella misura in
cui l'ha ricevuto dalla tua generosità. Tu, Signore, sei il Dio benedetto per
sempre nei secoli". Così dicendo se ne ritornò a casa sua.
[4,
1] Improvvisamente, una domenica all'ora terza del giorno, mentre san Giovanni
predicava in Efeso, vi fu un grande terremoto, una nube lo sollevò, lo tolse
dagli occhi di tutti e lo portò davanti alla porta della casa ove era Maria.
Batté alla porta e subito entrò.
[2]
Chiamò dunque San Giovanni, l'introdusse nella cella gli mostrò il vestito per
la sua sepoltura e la palma splendente che aveva ricevuto dall'angelo,
raccomandandogli che fosse portata davanti alla sua lettiga durante il trasporto
nella tomba.
[5,
1] San Giovanni le rispose: "Da solo, come potrò farti le esequie se non
verranno i fratelli e coapostoli del mio Signore Gesù Cristo per rendere onore
al tuo corpicino?".
[6,
1] Allora gli apostoli, pieni di gioia, elevarono tutti insieme la loro
preghiera, e appena pronunciarono l'"Amen" giunse il beato Giovanni e
disse loro tutto.
[2]
Lei rispose: "Dio non mi ha privato della vostra presenza. Ecco ch'io sto
per intraprendere la via di tutta la terra, e non dubito che ora il Signore vi
ha condotto qui per darmi sollievo nelle tribolazioni che stanno per colpirmi.
Or dunque, ve ne prego, vegliamo tutti insieme ininterrottamente fino al momento
in cui il Signore verrà ed io mi separerò dal corpo".
[7,
1] Le si sedettero intorno, consolandola, e passarono tre giorni lodando Dio.
Nel terzo giorno, verso l'ora terza, tutti quelli che si trovavano nella casa
furono colpiti da sopore e nessuno poté restare sveglio ad eccezione degli
apostoli e di tre vergini che si trovavano là.
[2]
Venne improvvisamente il Signore Gesù Cristo con una grande moltitudine di
angeli e sul luogo si diffuse un grande splendore, mentre gli angeli cantavano
un inno e lodavano il Signore. Allora il Salvatore disse: "Vieni,
preziosissima perla, entra nella dimora della vita eterna".
[8,
1] Maria si prostrò sul pavimento, adorò Dio e disse: "Sia benedetto il
nome della tua gloria, Signore Dio mio, che ti sei degnato di scegliere me, tua
ancella, e di affidarmi l'arcano tuo mistero. Ricordati di me, Signore della
gloria! Tu sai che ti ho amato con tutto il mio cuore ed ho custodito il tesoro
affidatomi. Prendi dunque questa tua serva, liberami dal potere delle tenebre,
affinché non abbia ad affrontare alcuno scontro con Satana, né mi veda venire
incontro gli spiriti tetri".
[2]
Il Salvatore le rispose: "Quando, inviato dal Padre per la salvezza del
mondo, ero sospeso sulla croce, venne da me il principe delle tenebre, ma, non
avendo potuto trovare in me alcuna traccia delle sue opere, si allontanò vinto
e schiacciato. Quando tu lo vedrai, sarà soltanto in forza della legge del
genere umano, in forza di quella legge dalla quale hai il destino della morte.
Ma non potrà farti del male, giacché io sono con te per aiutarti. Vieni
tranquilla! Ti aspetta la schiera celeste per introdurti nel gaudio del
paradiso".
[3]
Mentre il Signore così parlava, Maria s'alzò dal pavimento, si pose a giacere
sul suo letto e, ringraziando Dio, spirò.
[9,
1] Il Salvatore disse allora: "Su, Pietro, prendi il corpo di Maria e
trasportalo alla parte destra della città, verso Oriente, dove troverai una
tomba nuova. Ponetelo lì e aspettate fino a quando verrò da voi".
[2]
Detto questo, il Signore affidò a Michele, preposto al paradiso e principe
della stirpe ebraica, l'anima della santa Maria. Gabriele li accompagnava. E
subito il Salvatore fu accolto in cielo con gli angeli.
[10,
1] Le tre vergini che erano presenti e vegliavano, presero il corpo della beata
Maria e lo lavarono, secondo l'uso funebre.
[2]
Quando fu rivestita con gli abiti mortali, quella luce poco alla volta si oscurò.
Il corpo della beata Maria era simile ai fiori del giglio e da esso emanava un
profumo così soave che era impossibile trovarne un altro uguale.
[11,
1] Gli apostoli posero quel corpo santo sulla lettiga e si domandavano poi l'un
l'altro: "Chi porterà questa palma davanti alla lettiga?". Giovanni
disse a Pietro: "Tu, che ci precedi nell'apostolato, devi portare questa
palma davanti alla sua lettiga". Pietro rispose: "Tra di noi, tu solo
sei stato scelto vergine dal Signore, ed hai goduto di un favore così grande da
potere posare il capo sul suo petto. E mentre era appeso sul patibolo della
croce per la nostra salvezza, di sua bocca, l'affidò a te. Sei tu dunque che
devi portare questa palma, noi prenderemo il corpo e lo porteremo fino al luogo
dove si trova la tomba".
[2]
Dopo di ciò, Pietro s'alzò e disse: "Prendete il corpo!". Ed iniziò
a cantare: "Israele uscì dall'Egitto, alleluia".
[12,
1] Ed ecco un nuovo miracolo; sulla lettiga apparve una grande nube simile al
grande nimbo che suole accompagnare lo splendore della luna; sulle nubi c'era un
esercito di angeli dal quale partiva un cantico soave, e sulla terra risuonava
un suono dolcissimo. Dalla città uscì allora una folla di circa quindicimila
persone che, piene di ammirazione, dicevano: "Che significa questo suono
così soave?".
[2]
Uno rispose loro: "Maria è uscita dal corpo e i discepoli di Gesù cantano
lodi attorno a lei". Guardarono e videro la lettiga circondata da una
gloria straordinaria e gli apostoli che cantavano a gran voce.
[3]
Ma uno che aveva la carica di principe dei sacerdoti ebrei, pieno di furore e
d'ira, disse agli altri: "Ecco il tabernacolo di colui che ha messo lo
scompiglio tra di noi e in tutta la nostra stirpe! Che gloria è questa che ha
ricevuto?". E, avvicinatosi, voleva rovesciare la lettiga e buttare a terra
il corpo. Ma ecco che, a qualche cubito da lui, le sue mani restarono secche e
attaccate alla lettiga. Mentre gli apostoli tenevano la lettiga alzata, una
parte di quell'uomo pendeva e l'altra parte era attaccata alla lettiga: gli
apostoli camminavano salmodiando e lui si contorceva dal dolore.
[13,
1] Quel principe allora gridò: "Ti prego, san Pietro, non disprezzarmi, te
ne supplico, proprio ora che mi trovo in così estremo bisogno e soffro
terribili tormenti. Ricorda che, quando nel pretorio l'ancella ostiaria ti
riconobbe e disse a tutti gli altri di ingiuriarti, io ho parlato bene di
te".
[2]
Quello rispose: "Forse che non crediamo? Ma che dobbiamo fare? Il nemico
del genere umano ha accecato i nostri cuori e la confusione ha velato il nostro
volto affinché non riconosciamo la grandezza di Dio, soprattutto perché
abbiamo maledetto Cristo, gridando: "Il suo sangue venga su di noi e sui
nostri figli"".
[14,
1] Allora Pietro fece fermare la lettiga e gli disse: "Se crederai con
tutto il cuore nel Signore Gesù Cristo, le tue mani si staccheranno dalla
lettiga". Ciò detto, subito le sue mani si staccarono e prese a stare
diritto sui suoi piedi, ma le sue braccia erano rigide e il tormento non si era
allontanato da lui.
[2]
Pietro gli disse: "Avvicinati al corpo, bacia la lettiga e dì: "Credo
in Dio e nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, che costei ha portato, credo in tutto
ciò che mi ha detto Pietro, apostolo di Dio"". Avvicinatosi, baciò
la lettiga e subito disparve da lui ogni dolore e le sue mani furono guarite.
[3]
Allora iniziò a benedire Dio abbondantemente e a prendere testimonianze dai
libri di Mosè per lodare Cristo, tanto che gli stessi apostoli ne rimasero
stupiti e piangevano dalla gioia, lodando il nome del Signore".
[15,
1] Poi Pietro gli disse: "Prendi questa palma dalla mano del nostro
fratello Giovanni, entra in città e troverai una grande folla di persone
accecate: annunzia loro le grandezze di Dio. Poni questa palma sugli occhi di
quanti crederanno nel Signore Gesù Cristo e riacquisteranno la vista, mentre
coloro che non crederanno resteranno ciechi".
[2]
Quello fece così e trovò una grande folla di persone accecate che piangeva
dicendo: "Guai a noi! Siamo stati assimilati ai Sodomiti colpiti dalla
cecità. Altro non ci resta che perire".
[16,
1] Gli apostoli che trasportavano Maria giunsero nella valle di Giosafat, nel
luogo che era stato loro indicato dal Signore. La posero in una tomba nuova e
chiusero il sepolcro. Poi si sedettero all'ingresso della tomba, come aveva
ordinato loro il Signore.
[2]
Allora il Salvatore disse loro: "Prima di salire al Padre mio, a voi che mi
avete seguito nella rigenerazione ho promesso che, quando il Figlio dell'uomo
siederà sul trono della sua maestà, voi siederete su dodici troni per
giudicare le dodici tribù di Israele. Per ordine del Padre mio, tra le tribù
di Israele scelsi di abitare in questa. Che volete ora ch'io le faccia?".
[3]
Pietro e gli altri apostoli risposero: "Tu, Signore, ti sei scelto questa
ancella come camera nuziale immacolata e noi come tuoi servi nel tuo ministero.
Tu, con il Padre e lo Spirito santo, costituenti una sola e uguale divinità ed
una infinita potestà, sapevi tutto prima dei secoli. Se dunque con la potenza
della tua grazia fosse possibile, a noi tuoi servi parrebbe giusto che come tu,
superata la morte, regni nella gloria, così risuscitassi il corpicino di tua
madre e la conducessi lieta in cielo".
[17,
1] Disse allora il Salvatore: "Sia secondo il vostro giudizio!". Ordinò
dunque all'arcangelo Michele di trasportare l'anima della santa Maria.
L'arcangelo Michele fece rotolare la pietra dall'ingresso della tomba, ed il
Signore disse: "Sorgi, amica mia e mia intima! Tu che non hai accettato la
dissoluzione del coito, non passerai attraverso la corruzione del corpo nel
sepolcro".
[2]
Maria, risorta immediatamente dal sepolcro, benediceva il Signore e distesa ai
piedi del Signore l'adorava dicendo: "Non ti posso degnamente ringraziare,
Signore, per gli immensi benefici che tu ti sei degnato di concedere a me tua
ancella. Il tuo nome, redentore del mondo, Dio di Israele, sia benedetto nei
secoli".
[18,
1] Il Signore la baciò, poi si allontanò affidando la sua anima agli angeli
affinché la portassero in paradiso.
FRAMMENTO
COPTO
SULLA
MORTE E RISURREZIONE DI MARIA
[1,
1] Parla il sommo sacerdote. Quando vide questi apostoli, si alzò e li chiamò,
dicendo: "Abbiate pietà della mia miseria".
[2]
Il sommo sacerdote rispose: "Anche noi sappiamo che è Figlio di Dio. Ma
che farai tu per l'avarizia che ha accecato i nostri occhi, nonostante che i
padri nostri, sul punto di morte, ci abbiano detto: "Ci hanno fatti
sacerdoti per essere in servizio del popolo, ricevere le primizie e le decime
dalle loro mani. Guardatevi bene dall'amore al denaro, affinché Dio non si
irriti contro di voi. Quanto avete in più, datelo ai poveri e a quelli che sono
nel bisogno". Ma non abbiamo obbedito alle prescrizioni dei nostri padri,
siamo stati dei mercanti che vendono e comprano.
[3]
Quando venne Gesù, ci scacciò dal tempio, dicendo: "Non lasciate costoro
in questo luogo. Del tempio di mio Padre hanno fatto un mercato". Perciò,
a causa di queste parole, siamo montati in collera, abbiamo fatto un complotto,
l'abbiamo preso e l'abbiamo crocifisso senza sapere che era il Figlio di Dio.
Ora, padre mio, non adirarti contro di me per la mia mancanza di fede. Perdona
la mia audacia. Dio non volle ch'io
[4]
Pietro allora gli disse: "Se tu credi in Cristo, va ad abbracciare il corpo
della Vergine, dicendo: "Credo in te e in colui che tu hai generato,
vergine senza macchia"".
[5]
Nel momento stesso in cui finì di pronunciare queste parole, la sua mano si
ricongiunse come prima.
[6]
La sepoltura e la guardia alla tomba. Gli apostoli portarono il corpo della
Vergine e lo deposero nella tomba. Restarono lì nell'attesa che il Signore
risuscitasse dai morti il corpo della Vergine, trasportandola presso di sé come
aveva detto. Gli apostoli dissero alle vergini che li seguivano: "Ognuna
torni a casa sua in pace". Ma le vergini non vollero ritornare, desiderando
rimanere lì anch'esse.
[7]
Pietro disse a Giovanni: "Alzati, fratello, e benedicile".
[8]
Quando terminò di dire queste cose, ecco che l'uomo che aveva creduto in Dio
venne alla tomba nella terza ora del giorno. Trovò gli apostoli seduti e disse
loro: "Dov'è mio padre, Pietro?". Essi lo chiamarono ed egli venne
subito.
[9]
Altri dissero: "Ecco che siamo stati ciechi e non vediamo". Infine,
dissero una parola insieme: "Corriamo a bruciarla!". Io, dunque,
appena conobbi i loro disegni, venni ad avvertirvi di tutto quanto è avvenuto.
Andate e nascondetevi! Che non vengano a trovarvi e uccidervi". Dette
queste cose, se ne andò a casa sua in gran segreto.
[10]
Pietro e Giovanni presero coraggio e lasciarono il posto a Dio. Restarono
insieme dicendo: "Non abbandoniamo il corpo. Essa ha la forza di pregare
per noi e di salvarci".
[11]
In seguito vi furono delle grandi voci, dei lampi e del fuoco che passava sopra
di noi, ed udimmo il rumore d'una moltitudine di trombe che suonavano davanti a
noi. Abbiamo visto la porta della tomba che si apriva e in essa c'era una grande
luce. Poi discese un grande carro luminoso circondato di fuoco. Guardammo e
vedemmo il Signore Gesù stendere la mano destra: ci abbracciò e ci diede la
pace.
[12]
Poi egli ci chiamò alla tomba: "Maria, mia madre, mio luogo di riposo nel
quale ho abitato, alzati, lascia queste lenzuola e vieni fuori dalla tomba. Come
mio Padre mi ha risuscitato dai morti, io risusciterò te per condurti in cielo
presso di me".
[13]
Eravamo ancora nello sbigottimento e li stavamo guardando allorché udimmo una
voce che diceva: "Pace a voi, miei fratelli, non temete. Non vi capiterà
male alcuno".
[14]
Noi, apostoli, possiamo testimoniare queste cose. Non abbiamo aggiunto nulla e
non abbiamo tolto nulla di quanto hanno visto i nostri occhi e di quanto abbiamo
udito dalla bocca di nostro Signore Gesù Cristo, il Verbo che s'è fatto carne,
come tutti gli uomini, e che ora si trova alla destra del Padre buono. Ed è
risuscitata anche la carne nella quale è stata generata la Vergine nel seno di
sua madre, e si trova alla destra di suo figlio Gesù Cristo. Lei prega per
tutto il mondo, ed il Padre accoglie le suppliche e le preghiere che fa per noi
più di quelle di tutti i santi.
[15]
Quando Dio giudicherà l'umanità, ognuno lo vedrà nella carne ricevuta da
Maria vergine santa. Dopo queste cose, siamo andati alla tomba, trovammo gli
abiti nel luogo ove era stato posto il suo corpo, e li seppellimmo...
DISCORSO
DI SAN GIOVANNI IL TEOLOGO *
[1]
Al sepolcro di Gesù. La santissima e gloriosa teotoco e sempre vergine Maria,
era solita recarsi alla sacra tomba del Signore nostro per bruciarvi incenso e
piegare le sue sante ginocchia supplicando Cristo nostro Dio, da lei generato,
affinché tornasse da lui.
[2]
Vedendo questa assiduità al sepolcro divino, gli Ebrei andarono dai prìncipi
dei sacerdoti, dicendo: "Maria si reca ogni giorno alla tomba!". I prìncipi
dei sacerdoti chiamarono le guardie, che avevano posto lì affinché non
permettessero ad alcuno di pregare sulla sacra tomba, e domandarono se, a suo
riguardo, era proprio così. Le guardie, però, risposero che non avevano mai
osservato nulla di simile; Dio, infatti, impediva loro di vedere la sua
presenza.
[3]
Annunzio della morte. Un venerdì la santa Maria andò, come d'abitudine, alla
tomba e, mentre pregava, si aprirono i cieli, discese presso di lei l'arcangelo
Gabriele e le disse: "Salute a te che hai generato Cristo, nostro Dio! La
tua preghiera giunse nei cieli da colui che hai generato, ed è stata ascoltata.
Da ora, dunque, lasciato il mondo, te n'andrai da tuo figlio nella vita vera e
duratura, secondo la tua domanda".
[4]
Dopo aver udito questo dal santo arcangelo, Maria ritornò nella santa Betlemme,
avendo con sé tre fanciulle che la servivano. Dopo un breve riposo, si sedette
e disse alle fanciulle: "Portatemi un incensiere affinché io faccia la
preghiera". Ed esse portarono ciò che era stato loro ordinato.
[5]
Maria pregò, dicendo: "Signor mio Gesù Cristo, che con eccelsa bontà ti
degnasti nascere da me, ascolta la mia voce e mandami il tuo apostolo Giovanni
affinché la sua vista sia per me l'inizio della gioia. Con un tuo sacro ordine,
mandami anche gli altri apostoli sia quelli che già sono giunti da te sia
quelli che sono ancora in questo mondo, in qualsiasi regione si trovino, affinché,
rivedendoli, io benedica il tuo celebrato nome. Confido che tu esaudirai la tua
ancella in ogni cosa".
[6]
Arrivo di Giovanni a Betlemme. Mentre così pregava, apparvi io Giovanni: ero
stato rapito da Efeso dallo Spirito santo con una nube e deposto là ove si
trovava la madre del mio Signore. Entrato da lei glorificai colui che da lei è
nato, dicendo: "Salute a te, madre del mio Signore, che hai generato Cristo
nostro Dio! Gioisci poiché è con grande gloria che tu esci da questa
vita".
[7]
La teotoco glorificò Dio per il fatto che Giovanni era venuto da lei, memore
della voce del Signore: "Ecco tua madre" ed "Ecco tuo
figlio". Vennero le tre fanciulle e la riverirono.
[8]
La santa madre di Dio mi disse: "Prega e metti incenso". Ed io pregai:
"Signore Gesù Cristo che hai operato meraviglie, anche ora davanti a colei
che ti ha generato compi meraviglie! Tua madre esca da questa vita: stupiscano
coloro che ti hanno crocifisso e non hanno creduto in te".
[9]
Quand'io terminai la preghiera, la santa Maria mi disse: "Portami
l'incensiere". E versandovi l'incenso disse: "Gloria a te, mio Dio e
mio Signore, poiché si è adempiuto a mio riguardo quanto mi avevi promesso
prima di salire nei cieli, cioè che alla mia partenza da questo mondo saresti
venuto da me con gloria, insieme alla moltitudine dei tuoi angeli".
[10]
Io, Giovanni, le dico: "Il Signore nostro Gesù Cristo, nostro Dio, viene e
lo vedrai come ti ha promesso". La santa teotoco mi rispose: "Gli
Ebrei hanno giurato che quando giungerà la mia fine bruceranno il mio
corpo". Le risposi: "Il tuo corpo santo e prezioso non vedrà la
corruzione". Lei mi disse: "Porta l'incensiere, versa l'incenso e
prega". Nel mentre dal cielo una voce diceva: "Amen".
[11]
Arrivo di tutti gli apostoli a Betlemme. Io Giovanni udii quella voce, e lo
Spirito santo mi domandò: "Hai udito, Giovanni, la voce risuonata in cielo
al termine della preghiera?".
[12]
Allora io, Giovanni, pregai per questi. E lo Spirito santo disse agli apostoli:
"Salite tutti sulle nubi e dalle estremità dell'ecumene, radunatevi tutti
insieme, in un baleno, nella santa Betlemme per la madre del Signore nostro Gesù
Cristo: Pietro da Roma, Paolo da Tiberia, Tomaso dalle Indie centrali, Giacomo
da Gerusalemme".
[13]
Andrea, fratello di Pietro, e Filippo, Luca, Simone il Cananeo e Taddeo, che
erano morti, furono risuscitati dalle loro tombe per opera dello Spirito santo.
Lo Spirito santo disse loro: "Non crediate che ora vi sia la risurrezione!
Risorgete dalle vostre tombe per andare a salutare con onore e prodigio la madre
del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, essendo vicino il giorno della sua
partenza, della sua ascesa verso i cieli".
[14]
Anche Marco, che era ancora vivo, giunse da Alessandria assieme agli altri
giunti da ogni regione, come fu detto.
[15]
Entrati dalla madre del Signore e Dio nostro l'abbiamo riverita e poi abbiamo
detto: "Non temere né affliggerti! Il Dio Signore che è stato da te
generato ti trarrà da questo mondo con gloria". Lei esultò in Dio suo
salvatore. Si pose poi a sedere sul letto e disse agli apostoli: "Credo che
ora verrà dal cielo il Maestro e Dio nostro. Io lo contemplerò, come ho
contemplato voi qui presenti, e ascenderò così da questa vita.
[16]
Rispose Pietro dicendo agli apostoli: "Secondo quanto ci ha annunziato e
ordinato lo Spirito santo, ognuno di noi informi esattamente la madre del
Signore nostro".
[17]
Giovanni rispose: "Mentre, in Efeso, mi avvicinavo al sacro altare per il
servizio liturgico, lo Spirito santo mi disse: "Si è ormai avvicinato il
tempo dell'ascesa della madre del tuo Signore. Va' a Betlemme a salutarla".
Una nube luminosa mi rapì e pose davanti alla porta (della camera) ove tu
giaci".
[18]
Pietro rispose: "Ero a Roma, quando allo spuntare del giorno udii la voce
dello Spirito santo che mi diceva: "Si è avvicinato il tempo dell'ascesa
della madre del tuo Signore. Va' a Betlemme a salutarla". Una nube luminosa
mi rapì e contemplai anche gli altri apostoli che, per mezzo di nubi, venivano
da me mentre una voce mi diceva: "Andate tutti a Betlemme"".
[19]
Paolo rispose: "Mi trovavo in una città poco lontana da Roma, nella
regione detta Tiberia, quando udii lo Spirito santo che mi diceva: "La
madre del tuo Signore sta per lasciare questo mondo prendendo, con l'ascesa, la
strada per le regioni celesti. Va' anche tu a Betlemme a salutarla". Una
nube luminosa mi rapì e mi pose qui come voi".
[20]
Tomaso disse: "Percorrevo la regione degli Indiani e, per grazia di Cristo,
l'annunzio del kèrigma prendeva consistenza tanto che il figlio della sorella
del re, di nome Labdano, stava per essere segnato da me nel palazzo, quando,
improvvisamente, lo Spirito santo mi disse: "Tomaso, recati anche tu a
Betlemme a salutare la madre del tuo Signore. Compie, infatti, il transito verso
i cieli". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con voi".
[21]
Marco rispose: "Stavo compiendo il rito del terzo giorno nella città di
Alessandria e, durante la preghiera, lo Spirito santo mi rapì e mi condusse qui
da voi".
[22]
Giacomo rispose: "Ero a Gerusalemme quando lo Spirito santo mi ordinò:
"Recati a Betlemme perché la madre del tuo Signore compie la (sua)
ascesa". Una nube luminosa mi rapì e mi pose qui con voi".
[23]
Matteo rispose: "Ho glorificato e glorifico Dio perché mentre me ne stavo
su di una nave in balìa delle onde furiose del mare in tempesta,
improvvisamente una nube luminosa ricoprì con la sua ombra le onde della
tempesta, portò la bonaccia e, rapitomi, mi pose qui con voi".
[24]
Poi risposero quelli che erano morti e spiegarono come erano venuti.
[25]
Così dicendo gli apostoli rispondevano alla santa teotoco sul come e in che
modo erano giunti.
[26]
Folla e miracoli a Betlemme. Dopo la preghiera, disse agli apostoli:
"Versate incenso e pregate!". Dopo la preghiera, dal cielo venne un
tuono, risuonò un grande fragore come di carri, apparve un numeroso esercito di
angeli e di potenze, s'udì una voce come (quella) del Figlio dell'uomo e i
serafini circondarono la casa dove giaceva la santa e pura madre di Dio e
vergine.
[27]
Quando s'udì quella voce, apparvero attorno alla casa il sole e la luna e -
a
onore e gloria di lei - un'assemblea di primogeniti santi si presentò alla casa
ove giaceva la madre del Signore.
[28]
A Gerusalemme c'era una grande moltitudine convenuta là da ogni paese per la
preghiera, e alla notizia dei segni che si compivano a Betlemme per mezzo della
madre del Signore, si recarono in quel luogo ad implorare la guarigione da varie
infermità, e l'ottennero. In quel giorno, ineffabile fu la gioia della
moltitudine dei guariti e degli spettatori che glorificavano Cristo nostro Dio e
la madre sua.
[29]
Ma i sacerdoti degli Ebrei, con il loro popolo, andarono fuori di sé per quanto
era accaduto. Presi da intima passione, con un nuovo e pazzo divisamento,
deliberarono di inviare (gente) contro la santa teotoco e i santi apostoli che
si trovavano a Betlemme.
[30]
Ancora più accesi d'ira, essi andarono dal governatore gridando: "Il
popolo degli Ebrei è stato rovinato da questa donna, cacciala dunque via da
Betlemme e dalla provincia di Gerusalemme". Ma il governatore, colpito
dalle meraviglie, disse loro: "Io non la caccio via né da Betlemme né da
alcun altro posto". Ma gli Ebrei insistettero gridando e scongiurando, per
la salute di Tiberio Cesare, affinché da Betlemme mandasse via anche gli
apostoli. "Se non farai questo, ci rivolgeremo all'imperatore" Ed
egli, costretto, manda a Betlemme un chiliarca contro gli apostoli.
[31]
Apostoli e Maria a Gerusalemme. Ma lo Spirito santo disse agli apostoli e alla
madre del Signore: "Il governatore ha mandato un chiliarca contro di voi,
perché gli Ebrei sono insorti. Non abbiate paura, uscite da Betlemme! Con una
nube vi trasferisco a Gerusalemme: è, infatti, con voi la potenza del Padre,
del Figlio e dello Spirito santo".
[32]
Gli apostoli s'alzarono subito dalla casa portando il letto della padrona
teotoco e si misero in viaggio verso Gerusalemme. E, come aveva detto lo Spirito
santo, furono rapiti da una nube e si trovarono a Gerusalemme nella casa della
padrona. Alzatici, per cinque giorni cantammo inni senza smettere mai.
[33]
Quando il chiliarca giunse a Betlemme, non trovando né la madre del Signore né
gli apostoli, fece arrestare i betlemiti dicendo loro: "Non siete voi
venuti a narrare al governatore e ai sacerdoti tutti i segni avvenuti e a dire
che gli apostoli erano qui convenuti da ogni regione? Dove sono dunque? Su,
venite dal governatore a Gerusalemme".
[34]
Ma dai segni e dalle meraviglie che ivi avvenivano, dopo cinque giorni il
governatore, i sacerdoti e tutta la città vennero a sapere che la madre del
Signore era, con gli apostoli, a casa sua, a Gerusalemme.
[35]
Dopo questi avvenimenti, il popolo degli Ebrei e i sacerdoti, trascinati sempre
più dalla passione, presero legna e fuoco, e andarono ad incendiare la casa
dove si trovava la madre del Signore con gli apostoli. Da lontano, il
governatore guardava lo spettacolo.
[36]
Alla vista dell'accaduto, il governatore gridò ad alta voce e davanti a tutto
il popolo: "Colui che è nato dalla vergine, che voi pensavate di cacciare,
è veramente figlio di Dio. Questi, infatti, sono i segni del vero Dio".
[37]
Veglia e morte di Maria. Dopo che a motivo della teotoco e sempre vergine Maria,
madre del Signore, avevano avuto luogo tutte queste meraviglie, noi apostoli
eravamo con lei in Gerusalemme allorché lo Spirito santo ci disse: "Sapete
che di domenica la vergine Maria ebbe l'annunzio dell'arcangelo Gabriele; di
domenica nacque a Betlemme il Salvatore; di domenica i figli di Gerusalemme
uscirono incontro a lui con rami di palma, dicendo: "Osanna nel più alto
dei cieli, benedetto colui che viene nel nome del Signore"; di domenica
egli risuscitò dai morti; di domenica verrà a giudicare i vivi e i morti; di
domenica verrà dai cieli per la gloria e l'onore dell'ascesa della santa e
gloriosa vergine che l'ha generato".
[38]
In quella stessa domenica, la madre del Signore disse agli apostoli:
"Versate incenso, giacché viene Cristo con una schiera di angeli". E
Cristo giunse seduto su di un cherubino: mentre noi tutti stavamo pregando
apparvero innumerevoli moltitudini di angeli e il Signore, con grande potenza,
sostenuto dai cherubini. Un bagliore di luce irradiò la santa vergine, per la
venuta del suo figlio unigenito, e tutte le potenze dei cieli, prostrandosi,
l'adorarono.
[39]
Il Signore rivolse la parola a sua madre, dicendo: "Maria". Lei
rispose: "Eccomi, Signore!". Il Signore proseguì: "Non
rattristarti! Si rallegri anzi il tuo cuore ed esulti poiché hai avuto la
grazia di contemplare la gloria datami dal Padre mio".
[40]
La madre del Signore gli rispose: "Poni su di me la tua destra, Signore, e
benedicimi!". Il Signore stese la sua destra immacolata e la benedisse, e
lei afferrò la sua immacolata destra e la baciava dicendo: "Adoro questa
destra che ha creato il cielo e la terra, invoco il tuo celebrato nome. Cristo
Dio, re dei secoli, unigenito del Padre, accogli la tua ancella, tu che ti sei
degnato di nascere dalla mia pochezza per salvare il genere umano secondo la tua
ineffabile disposizione. Concedi il tuo aiuto a ogni uomo che invoca, che prega
o proferisce il nome della tua ancella".
[41]
Mentre lei così parlava, gli apostoli si accostarono ai suoi piedi, si
prostrarono e dissero: "Madre del Signore, lascia al mondo una benedizione!
Tu, infatti, ti allontani da esso. Tu l'hai benedetto e l'hai rialzato dalla sua
rovina, partorendo la luce del mondo".
[42]
E proseguì ancora a pregare: "Signore, re dei cieli, Figlio del Dio vivo,
accogli ogni uomo che invoca il tuo nome affinché la tua nascita sia
glorificata".
[43]
Dopo che ella ebbe pregato così, il Signore disse a sua madre: "Gioisca ed
esulti il tuo cuore. Dal Padre mio che è nei cieli, da me e dallo Spirito
santo, ti fu concessa ogni grazia e ogni dono. Ogni anima che invoca il tuo nome
non sarà confusa, ma troverà misericordia, consolazione, aiuto e fiducia in
questo secolo e nel futuro, davanti al Padre mio che è nei cieli".
[44]
Rivolto poi a Pietro, il Signore disse: "E' giunto il momento di intonare
l'inno". Quando Pietro intonò l'inno, tutte le potenze del cielo risposero
l'alleluia. Allora il volto della madre del Signore divenne più splendente
della luce e, alzatasi in piedi, con la sua mano benedisse ogni apostolo. Tutti
ringraziarono Dio.
[45]
All'uscita della sua anima pura, il luogo si riempì di profumo e di luce
ineffabile, e s'udì dal cielo una voce che diceva: "Te beata tra le
donne!".
[46]
Mentre la portavano via, un Ebreo dal corpo robusto di nome Iefonia, si lanciò
per assalire la lettiga portata dagli apostoli; ma con forza invisibile un
angelo del Signore che era dietro di lui con una spada di fuoco, gli troncò le
due mani e le lasciò appese per aria attorno alla lettiga.
[47]
Dopo questo prodigio, tutto il popolo degli Ebrei, che ne era stato spettatore,
gridò: "Colui che è nato da te, teotoco sempre vergine Maria, è proprio
il vero Dio!". Avendo Pietro comandato a Iefonia di fare conoscere i
prodigi di Dio, questi s'alzò di dietro la lettiga e prese a gridare:
"Santa Maria, che hai generato Cristo Dio, abbi pietà di me!".
[48]
La sepoltura. Dopo questo prodigio, gli apostoli trasportarono la lettiga e
deposero il suo corpo santo e prezioso in una tomba nuova del Getsemani; e un
profumo squisito si diffuse dalla sacra tomba della nostra signora teotoco.
[49]
Dopo che fu trasportato, vedemmo Elisabetta, madre di san Giovanni Battista,
Anna, madre della signora, Abramo, Isacco, Giacobbe e David, che cantavano
l'alleluia, e tutti i cori dei santi che veneravano i preziosi resti della madre
del Signore: il paradiso, il luogo ove fu trasportato il prezioso e santo corpo
di lei, era tutto raggiante di luce incomparabile e tutto pervaso di profumo,
v'era pure la melodia di quanti inneggiavano a colui che da lei è nato, una
melodia così dolce che solo ai vergini è dato di ascoltare e della quale non
si è mai sazi.
[50]
Alla vista dell'improvvisa e meravigliosa traslazione del santo suo corpo, noi
apostoli glorificammo Dio che ci aveva mostrato i suoi prodigi nell'ascesa della
madre del Signore nostro Gesù Cristo.
MORTE
DI NOSTRA SIGNORA SEMPRE VERGINE
scritta
da Giovanni arcivescovo di Tessalonica *
[1,
1] Premessa. Alla mirabile, gloriosissima e veramente grande signora di tutto il
mondo, madre sempre vergine del Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, vera
genitrice di Dio, è dovuto un degno inno, onore e gloria da ogni creatura che
è sotto il cielo, per il beneficio che per mezzo suo derivò a tutte le
creature in merito dell'economia della venuta in carne dell'unigenito Figlio e
Verbo di Dio Padre.
[2]
Questa vergine madre di Dio veramente gloriosa lasciò la terra di morte
naturale, dopo che era già passato un certo lasso di tempo dal giorno in cui i
singoli apostoli, per ordine dello Spirito santo, erano andati a predicare il
vangelo in tutto il mondo.
[3]
E che dunque? Rimprovereremo i nostri predecessori di negligenza e di indolenza?
Questo non si può né dire, né pensare. Tutti infatti ebbero per norma di
lasciare alla loro patria esimie virtù onde noi nelle sinassi e nelle preghiere
non solo ricordiamo spiritualmente i santi nazionali, ma anche quasi tutti
coloro che hanno combattuto per Cristo, e in tal modo ci rendiamo cari a Dio.
Essi dunque non hanno peccato di negligenza, né di trascuratezza.
[4]
Ma i loro odiosi inganni non ci facciano disprezzare documenti che sono
veritieri; dopo avere eliminato la semente nociva, per la gloria di Dio e il
giovamento delle anime, accogliamo e ricordiamo - con la sua approvazione -
quanto è veramente accaduto ai suoi santi.
[2,
1] Noi dunque affinché non manchi alcunché di buono a questa metropoli amante
di Cristo, essendo assolutamente necessario lodare con sincerità la benefica
signora del mondo, cioè la teotoco e sempre vergine Maria, è con gaudio
spirituale che in occasione della festa commemorativa del suo riposo, per
scuotere ed edificare le vostre anime, abbiamo messo non poca diligenza per
potere proporre alle vostre benevole orecchie non già tutto quanto abbiamo
trovato scritto in diversi libri, ma solo quelle cose che risultano veramente
accadute e per le quali ancora oggi abbiamo la testimonianza di certi luoghi.
[2]
Udendo con salutare rispetto i prodigi veramente tremendi e grandi, degni della
madre di Dio, che hanno avuto luogo al suo ammirabile riposo, dopo Dio,
ringraziamo degnamente l'immacolata signora e teotoco Maria e con opere buone
manifestiamoci degni dei suoi benefici.
[3,
1] Annunzio della morte. Quando la santa teotoco Maria stava per abbandonare il
corpo, andò da lei il grande angelo che le disse: "Maria, alzati! Prendi
questa palma datami da colui che ha piantato il paradiso e dalla agli apostoli
affinché con essa cantino inni davanti a te: di qui a tre giorni avrà luogo,
infatti, la deposizione del tuo corpo. Ecco ch'io mando da te tutti gli
apostoli: essi ti daranno sepoltura e contempleranno la tua gloria, fino a
quando non ti porteranno al tuo luogo". Maria rispose all'angelo:
"Perché hai portato una sola palma e non una per ciascuno sicché gli
altri non mormorino contro colui al quale la darò? E che cosa vuoi ch'io
faccia? Qual è il tuo nome, affinché io sappia rispondere a chi mi interrogherà?".
L'angelo le rispose: "Perché domandi il mio nome? E' terribile udirlo.
Sulla palma non avere dubbi: per suo mezzo guariranno molti e sarà una prova
per tutti gli abitanti di Gerusalemme. Sarà vista da chi crede, ma per chi non
crede sarà nascosta. Va' dunque sul monte".
[2]
Visita di Gesù. Maria allora partì e salì sul monte degli Ulivi, preceduta
dallo splendore dell'angelo con la palma in mano. Non appena lei giunse sul
monte, tutto il monte con ¡ suoi alberi si rallegrò e questi chinarono la loro
cima in adorazione. A questa vista, Maria si turbò e, pensando che ci fosse Gesù,
disse: "Non sei forse tu il Signore, e non è forse per te che accade un
prodigio così grande tanto che gli alberi più alti ti adorano? So che nessuno
può fare un miracolo così grande all'infuori del Signore della gloria che si
è affidato a me".
[3]
Maria gli domandò: "Signore, sotto quale forma vieni dai tuoi eletti?
Dimmi, te ne prego, dimmi come stanno le cose affinché sappia cosa fare quando
tu mi verrai a prendere". Le rispose: "Ma che cosa pensi, Signora?
Quando Dio manderà da te, io non sarò solo, ma vi saranno tutti gli eserciti
degli angeli e canteranno inni davanti a te". Ciò detto l'angelo divenne
come la luce e salì in cielo.
[4,
1] Maria se ne ritornò a casa; ma per la gloria della palma che teneva in mano,
la sua dimora subito si agitò; lei allora entrò in camera sua, nascose la
palma in un lenzuolo, e poi pregò il Signore, dicendo: "Ascolta, Signore,
la preghiera di tua madre, Maria, che grida verso di te, e inviami la tua
benevolenza. Nel momento in cui io uscirò dal corpo, non mi venga davanti
nessuna autorità, realizza invece quanto mi hai risposto allorché, piangendo,
io dissi: "Che farò per scacciare le potestà che verranno sull'anima
mia?". Tu mi hai promesso: "Non piangere! A te non verranno né angeli
né arcangeli, né cherubini né serafini, né alcuna altra potestà, ma io
stesso verrò dall'anima tua". Il dolore della puerpera è ormai
vicino".
[2]
Poi pregò ancora, dicendo: "Benedico la luce eterna in cui abiti, benedico
la piantagione delle tue mani che dura in eterno. O santo, che dimori tra i
santi, ascolta la voce della mia preghiera!".
[5,
1] Visita dei parenti. Detto questo uscì e disse alla domestica di casa sua:
"Ascolta, va' a chiamare tutti i parenti e gli amici, dicendo: "Maria
vi chiama"". La domestica uscì, chiamò tutti come le era stato
ordinato e, allorché giunsero, Maria disse loro: "Padri e fratelli,
aiutatemi! Sono in procinto di abbandonare il corpo per il mio riposo eterno.
Siate pronti ad offrirmi un grande beneficio. Non vi domando né oro né
argento, cose vane e corruttibili, ma vi chiedo un po' di umanità, che vogliate
cioè restare con me per due notti, che ognuno abbia la sua lucerna e per tre
giorni non la lasci spegnere. E prima di allontanarmi vi benedirò".
[2]
Così fecero. Intanto si diffuse la notizia tra tutti i parenti e amici di
Maria, e andavano tutti da lei. Quando li vide tutti attorno a sé, Maria disse:
"Padri e fratelli, aiutiamoci, vegliamo con le lucerne accese, giacché non
sappiamo quando verrà il ladro. Mi è stato manifestato, fratelli miei, quando
partirò: lo so, mi è stato insegnato, e non ho timore: è un fatto universale.
Mi guardo però dal guerriero che dà battaglia a tutti, ma non può avere il
sopravvento sui giusti e sui fedeli, mentre stravince gli infedeli, i peccatori
e quanti fanno la sua volontà: in costoro egli fa ciò che vuole. Ma i giusti
non li può vincere, perché in essi l'angelo del male non trova nulla di suo, e
pieno di vergogna se ne allontana.
[3]
Con la morte, entrano nell'uomo due angeli, uno della giustizia, l'altro della
cattiveria. Quando la morte scuote l'anima, si accostano questi due angeli e si
discutono il suo corpo. Se si constata che quell'uomo ha compiuto le opere della
giustizia, l'angelo della giustizia ne gode perché in lui il maligno non ha
nulla di suo. Presso quest'anima si radunano molti angeli e cantano inni fino a
quando non sia giunta al luogo di tutti i giusti; nel mentre l'angelo della
cattiveria piange perché in lui non ha nulla di suo. Se invece si constata che
ha compiuto le opere cattive, ne gode anche lui e chiama altri angeli maligni,
che prendono quell'anima e la tormentano; e l'angelo della giustizia si duole
grandemente. Or dunque, padri e fratelli, aiutiamoci affinché in noi non si
trovi nulla di cattivo".
[4]
A Maria che così parlava, le donne risposero: "Sorella nostra, divenuta
madre di Dio e signora di tutto il mondo, tutti noi abbiamo paura, ma tu che
cosa hai da temere, tu che sei
[6,
1] Arrivo di Giovanni. Maria chiamò poi i più vicini e disse loro:
"Alzatevi e pregate". Dopo avere pregato, sedettero parlando delle
gesta e dei prodigi divini.
[2]
Così dicendo Maria piangeva silenziosamente. Giovanni non la reggeva perché il
suo spirito si era turbato e non comprese quanto gli diceva Maria. Non sapeva
che lei stava per abbandonare il corpo. Allora le domandò: "Maria, madre
del Signore, che cosa vuoi che ti faccia? Ti ho lasciato il mio servo affinché
ti desse il cibo. Non pensare ch'io trasgredisca l'ordine datomi dal Signore con
le parole: "Gira tutto il mondo, fino a quando sia distrutto il
peccato". Dimmi un po' ora qual è il cruccio del tuo spirito. Ti manca,
forse, qualcosa?".
[3]
Maria rispose: "Giovanni, figlio mio, non mi manca alcuna cosa di questo
mondo, ma dopodomani abbandono il corpo. Ti prego di usarmi umanità, di
difendere il mio corpo e di deporlo in una tomba da solo. Custodiscilo con gli
apostoli tuoi fratelli, a causa dei prìncipi dei sacerdoti. Con le mie proprie
orecchie li ho uditi, infatti, affermare: "Se troveremo il suo corpo, lo
bruceremo: da lei infatti è uscito quell'imbroglione"".
[4]
Mentre quelli salmodiavano, lei introdusse Giovanni nella sua cella e gli fece
vedere tutto il suo preparativo funebre, la sua tenda preparata, dicendo:
"Figlio mio, Giovanni, tu sai che su questa terra io non ho altro che il
mio preparativo funebre e due tuniche. Orbene, qui ci sono due vedove: quando
avrò lasciato il corpo, dà una tunica a ognuna di loro".
[7,
1] Arrivo di tutti gli apostoli. Mentre uscivano dalla cella, ci fu un gran
tuono che turbò tutti i presenti. Dopo il tuono, gli undici apostoli furono
lasciati davanti alla porta di Maria: ognuno era seduto su di una nube. Il primo
fu Pietro il secondo Paolo, trasportato anch'egli da una nube essendo stato
annoverato tra gli apostoli: aveva avuto i primi elementi della fede in Cristo.
Dopo di loro, sulle nubi, tutti gli altri apostoli furono radunati davanti alla
porta di Maria. Si salutarono, e si guardarono meravigliandosi del modo con cui
erano convenuti.
[2]
Pietro disse a Paolo: "Paolo, mio fratello, alzati e prega prima di me,
giacché provai una grande gioia allorché hai ricevuto la fede in Cristo".
Paolo gli rispose: "Scusami, Pietro, padre mio! Io sono un neofita e
indegno di calpestare le impronte dei vostri piedi. Come potrei pregare prima di
te? Tu sei la colonna luminosa, e tutti i fratelli qui presenti sono più
importanti di me. Tu dunque, padre, supplica per me e per tutti affinché resti
con noi la grazia del Signore".
[3]
Gli apostoli furono contenti dell'umiltà di Paolo e dissero: "Padre
Pietro, tu che sei stato posto al di sopra di noi, prega tu prima di noi".
Allora Pietro pregò, dicendo: "Il Dio e Padre nostro e il Signore Gesù
Cristo vi glorificherà, come è glorificato il servizio che è in me; ed,
infatti, io sono un piccolissimo fratello e servo. Come sono stato eletto io,
così anche voi, ed a noi tutti fu data un'unica vocazione. Perciò chi
glorifica l'altro, glorifica Gesù e non un uomo. Questo è infatti il
comandamento del Maestro: che ci amiamo vicendevolmente".
[4]
Pietro allargò poi le sue braccia e ringraziò, dicendo: "Signore
onnipotente che siedi in alto sui cherubini e vedi le cose piccole, tu che
dimori nella luce inaccessibile, tu che sciogli quanto è difficile e riveli i
tesori nascosti, tu hai posto in noi la tua benignità. Qual dio è così
benevolo come te? Non hai distolto da noi la tua misericordia, perché liberi
dal male chiunque spera in te. Tu vivi ed hai vinto la morte ora e per tutti i
secoli. Amen". E nuovamente si salutarono.
[8,
1] Ed ecco che venne in mezzo a loro anche Giovanni. Disse: "Voi tutti,
benedite anche me". Allora ognuno, secondo il suo ordine, abbracciò anche
lui. Dopo il saluto, Pietro gli domandò: "Giovanni, amato dal Signore,
come sei giunto qui e da quanti giorni?". Giovanni rispose: "Mi
trovavo nella città di Sardi ed avevo insegnato fino all'ora nona, allorché
discese una nube nel luogo ove eravamo radunati e, al cospetto di tutti coloro
che erano con me, mi prese e mi portò fino qui. Picchiai alla porta, mi
aprirono e trovai una folla attorno alla madre nostra Maria, la quale mi disse:
"Abbandono il corpo!". Io non potei resistere ed, in mezzo a tutti i
presenti, fui accasciato dal dolore. Or dunque, fratelli, se domani mattina
entrate da lei, non piangete e non turbatevi affinché tutti i circostanti nel
vederci piangere non dubitino della risurrezione, e dicano: "Anche costoro,
dunque, hanno paura della morte!". Facciamoci, invece, coraggio con le
parole del nostro buon Maestro".
[2]
Il giorno dopo gli apostoli entrarono in casa di Maria e dissero tutti insieme:
"Beata Maria, madre di tutti coloro che sono salvi, sia con te la
grazia!". Maria domandò: "Come siete entrati qui, e chi vi ha
annunziato che abbandono il corpo? Come vi siete radunati? Vi vedo qui riuniti e
ne gioisco grandemente".
Benedico
te, datore della luce, che hai preso abitazione nel mio ventre.
Benedico
tutte le opere delle tue mani, che ti obbediscono con totale soggezione.
Benedico
te, che hai benedetto noi.
Benedico
le tue parole di vita uscite dalla tua bocca e date veramente a noi. Credo
proprio che si avveri quanto mi hai detto, e cioè: "Quando uscirai dal
corpo radunerò da te tutti gli apostoli". Eccoli radunati ed io in mezzo a
loro come una vite fruttifera, come quando ero con te.
Ti
benedico con ogni benedizione. Si avverino dunque anche le altre cose che mi hai
detto, allorché mi hai assicurato: "Quando uscirai dal corpo mi
vedrai"".
[3]
Ciò detto, chiamò Pietro e tutti gli apostoli, li introdusse nella sua cella e
mostrò loro i suoi preparativi funebri. Poi, uscita, stette in mezzo a tutti
gli altri, mentre le lucerne erano sempre accese poiché, come aveva domandato
Maria, non le avevano lasciate spegnersi.
[9,
1] Veglia nell'attesa della morte. Tramontato il sole del secondo giorno di
preparazione all'uscita di Maria dal corpo Pietro disse a tutti gli apostoli:
"Fratelli, chi di voi ha qualche parola formativa la dica per intrattenere
la gente durante tutta la notte con esortazioni". Gli apostoli risposero:
"E chi è più dotto di te? Sarà per noi una grandissima gioia udire la
tua parola formativa".
[2]
Allora Pietro prese a dire: "Bene avete fatto fratelli e voi tutti
convenuti qui in questo luogo, con le lucerne accese e splendenti con il fuoco
di questa terra visibile, nell'ora del trapasso della madre nostra Maria. Voglio
che anche ognuno di voi prenda la sua lucerna immateriale, per il secolo eterno,
cioè la lucerna triplice dell'uomo interiore: il nostro corpo, l'anima e lo
spirito. Se queste tre cose splenderanno con fuoco genuino verso (il luogo) ove
tendete non sarete confusi allorché entrerete alle nozze per riposarvi con lo
sposo. Così è della nostra madre Maria. Lo splendore della sua lucerna ha
colmato tutta la terra e non si estinguerà fino alla fine del mondo, affinché
coloro che vogliono salvarsi attingano da essa la forza. Non pensate dunque che
la morte di Maria sia una morte. Non è morte, ma vita eterna, perché
"presso Dio la morte dei giusti è in gloria"". Questa, infatti,
è la gloria e la seconda morte non potrà arrecarle danno.
[3]
Mentre Pietro stava ancora parlando, nella casa risplendette una luce così
grande da offuscare il lume delle lucerne e s'udì una voce che diceva:
"Pietro, dì loro con saggezza le cose che possono sopportare, come un
medico che proporziona la medicina alle sofferenze dei malati, come una balia
che proporziona il cibo all'età del bambino". Pietro allora alzò la voce
e disse: "Ti benediciamo, Cristo, moderatore delle nostre anime!".
[10,
1] Rivolto alle vergini presenti, Pietro disse: "Udite la vostra grazia, la
vostra gloria e il vostro onore. Beati coloro che custodiscono lo splendore
della loro santità. Udite e imparate ciò che ha detto il nostro Maestro:
"Il regno dei cieli è simile alle vergini". Non disse: è simile a
molti anni; gli anni, infatti, passano mentre il nome della verginità non
passerà; non la assimilò a un ricco, poiché le ricchezze diminuiscono, mentre
il nome della verginità rimane. Perciò credo che voi andrete nella gloria.
Dunque egli assimilò a voi il regno dei cieli, perché non avete alcuna
preoccupazione. Quando su di voi giunge la morte, non dite: "Guai a noi!
Dove andremo? A chi lasceremo i nostri poveri fanciulli, le grandi ricchezze, i
campi seminati, le nostre risorse!". Non avrete alcun pensiero di questo
genere. Non avrete altra preoccupazione all'infuori della vostra verginità, e
quando la morte giunge su di voi siete preparati e non vi manca nulla.
[2]
Affinché impariate che non c'è nulla di più grande del nome della virtù e
nulla più greve delle cose che concernono questo mondo, udite questo.
[3]
Intanto si avvicinò il tempo che era stato stabilito per l'esilio, ed il
padrone mandò loro un messo con l'ordine severo: "Se entro sette giorni
non me li ricondurrai, te la passerai male". Il servo si affrettò a
partire, andò in quella regione e trovò i domestici di notte come di giorno.
Preso quello che aveva acquistato casa, vigne e le altre opere, gli disse:
"Il mio signore mi ha inviato da te, andiamo!". Ma quello gli rispose:
[4]
Avuta notizia di questa missione, l'altro servo prese la corona, si incamminò
sulla strada che doveva percorrere il ministro ed aspettò pazientemente. Quando
giunse, gli disse: "Il mio padrone ti ha inviato da me: andiamo! Non c'è
nulla che mi trattenga, quello che ho essendo ben leggero: altro non ho
all'infuori di questa corona d'oro. L'ho preparata nella mia quotidiana attesa,
con il desiderio che il mio signore mi usasse misericordia, che il mio padrone
mi mandasse a togliere da questo esilio e che persone invidiose non mi rubassero
la corona. Ora il mio desiderio è stato esaudito. Alziamoci ed andiamo!".
[5]
I due servi allora partirono con il ministro. Quando il padrone li vide, disse a
quello che non aveva nulla: "Qual è il frutto del tuo lavoro in così
lungo tempo di segregazione?". Gli rispose: "Mi hai mandato un soldato
severo, padrone! L'ho pregato che mi permettesse di vendere i miei beni e
poterne così portare il ricavato, ma mi rispose: "Non ne ho il
permesso!". Il padrone allora gli disse: "Servo cattivo, solo
all'arrivo del mio servo ti sei ricordato di vendere. Perché non hai riflettuto
che si trattava di un tempo di segregazione, e che quest'abbondanza di beni non
ti avrebbe giovato?". Adirato, ordinò che fosse legato mani e piedi e
mandato in luoghi più desolati.
[11,
1] Dopo aver detto queste cose alle vergini che attorniavano Maria, Pietro disse
alla folla: "Noi pure, fratelli, ascoltiamo quanto ci accadrà. Veramente,
infatti, le vergini del vero sposo, cioè del Figlio di Dio e Padre di tutto il
creato, siamo noi, cioè il genere umano verso il quale, in principio, Dio si
adirò e scacciò Adamo in questo mondo. Noi dunque abitiamo in questo mondo
come persone colpite da sdegno e come sotto scomunica, ma non ci è concesso di
restarvi. Viene, infatti, il giorno di ognuno ed egli è trasferito là ove sono
i nostri padri e antenati, dov'è Abramo, Isacco e Giacobbe; quando giunge la
fine di ognuno, è mandato a lui un forte ministro, cioè la morte; il suo
arrivo all'anima del peccatore ammalato, che si è ammassate molte iniquità e
peccati, è grandemente molesto, e perciò egli supplica: "Abbi un po' di
pazienza verso di me, solo per breve tempo, fino a quando non mi sarò liberato
dei peccati che ho piantato nel mio corpo". Ma la morte non ascolta.
[2]
Come potrebbe concedere ancora un lasso di tempo, una volta che è terminato
quello che gli era stato fissato? Non avendo nulla di giusto, è condotto nel
luogo dei tormenti. Colui invece che avrà compiuto opere giuste, godrà e dirà:
"Nulla mi trattiene! Null'altro ho da portare all'infuori del nome della
verginità". Perciò supplicherà la morte, dicendo: "Non abbandonarmi
in questa terra, affinché gli altri non mi invidino e mi portino via il nome
della verginità". Allora l'anima esce dal corpo e, tra gli inni, è
condotta allo sposo immortale, che la pone nel luogo del riposo.
[12,
1] Morte di Maria. Nel dire queste cose a conforto della folla, Pietro si
protrasse fino all'alba, fino al sorgere del sole. Allora Maria s'alzò, uscì,
innalzò le sue mani e pregò il Signore. Dopo la preghiera, entrò e si pose a
giacere sul letto. Al suo capo si sedette Pietro, ed ai piedi Giovanni: gli
altri apostoli circondavano il suo letto.
[2]
Ed ecco il Signore venire sulle nubi con una moltitudine di angeli senza numero.
Nella cella ove si trovava Maria entrarono Gesù e Michele mentre gli altri
angeli se ne stavano fuori cantando inni.
[3]
Gli apostoli contemplarono l'anima di Maria mentre era consegnata nelle mani di
Michele: era intatta con tutte le membra di un uomo, a eccezione dei tratti di
femmina o di maschio; in lei non v'era altro (di particolare) all'infuori della
somiglianza di ogni corpo, sette volte più splendente del sole.
[4]
Mentre il Salvatore parlava così, il corpo della madre di Dio, davanti a tutti,
esclamò: "Ricordati di me, re della gloria! Ricordati di me, giacché sono
opera tua. Ricordati di me, giacché ho custodito il tesoro a me affidato".
Gesù allora disse al corpo: "Certo che non ti abbandonerò, tesoro della
mia perla. Non ti abbandonerò, fedele custode del deposito a te affidato. Non
sarà mai ch'io abbandoni te, che fosti l'arca che custodisti il tuo custode!
Non sarà mai che io abbandoni te, tesoro sigillato fino a quando non sarai
cercato!". E così dicendo il Salvatore divenne invisibile.
[13,
1] La sepoltura. Pietro, gli altri apostoli e le tre vergini ebbero cura del
corpo di Maria, e lo posero su di una lettiga. Poi s'alzarono coloro che erano
stati colti dal sonno. Pietro prese la palma e disse a Giovanni: "Tu che
sei vergine, devi precedere la lettiga e cantare inni tenendo la palma".
Giovanni rispose: "Tu sei il nostro padre e vescovo, e devi stare davanti
al letto, fino a quando non porteremo (il corpo) nel (suo) luogo". Pietro
poi disse: "Affinché nessuno di noi sia triste, coroniamo il lettuccio con
la palma".
[2]
Ed ecco che Satana entrò in essi e, pieni d'ira, dissero: "Venite, andiamo
a uccidere gli apostoli e bruciamo il corpo che portò quel mago".
[3]
Allora, davanti a tutti gli apostoli, quell'uomo si mise a piangere e a
supplicarli: "Non mi abbandonate in così estremo bisogno!". Pietro
gli rispose: "Non è mio compito aiutarti, né di alcuno di questi. Sarai
liberato da questa singolare avventura soltanto se credi che quel Gesù contro
il quale voi siete insorti, e avete preso e ucciso, è il Figlio di Dio".
Quell'uomo rispose: "Forse che non lo sapevamo che è Figlio di Dio? Ma che
cosa dovevamo fare, se i nostri occhi erano accecati dall'avarizia? Sul punto di
morte i nostri padri ci chiamarono a sé e ci dissero: "Figli, ecco, che
tra tutte le tribù Dio ha scelto voi affinché siate in autorità davanti a
tutto questo popolo e non vi occupiate della materia di questo mondo. Il vostro
lavoro sarà questo: formare questo popolo, prendere da tutti le decime, le
primizie e ogni primogenito che apre la vagina; ma guardate bene, figli, che il
luogo, con la vostra opera, non si arricchisca e, inorgogliti, vi diate ai
traffici provocando così l'ira di Dio. Quello che a voi sopravanza datelo ai
poveri, agli orfani e alle vedove del vostro popolo, e non respingete un'anima
tribolata". [4] Ma noi non abbiamo seguito le tradizioni dei nostri padri.
Vedendo che il luogo si era di molto arricchito abbiamo costituito una banca per
compratori e venditori di primogeniti di buoi, di pecore e di ogni altro
animale. Ma quando giunse il Figlio di Dio scacciò via tutti dal luogo, anche i
banchieri, dicendo: "Allontanate queste cose da questo luogo e dalla casa
di mio Padre e non fatene una casa di traffico". E noi, forti delle nostre
consuetudini, da lui abrogate, abbiamo complottato di fargli del male e,
insorgendo contro di lui, lo abbiamo ucciso, ben sapendo che era Figlio di Dio.
Ma non ricordate la nostra malizia, e perdonatemi: questo, infatti, mi è
accaduto come un segno di predilezione divina affinché io viva".
[5]
Allora Pietro ordinò di deporre la lettiga e disse al pontefice: "Se credi
con tutto il cuore, va' a baciare il corpo di Maria e dì: "Credo in te e
in colui che da te è stato generato"".
[6]
Il pontefice se ne andò, come gli aveva ordinato Pietro. Trovò molti ciechi
(erano quelli che erano stati accecati dagli angeli) che piangevano dicendo:
"Guai a noi, giacché ci è capitato quanto accadde a Sodoma! Prima Dio li
colpì con la cecità poi mandò fuoco dal cielo e li bruciò. Guai a noi! Siamo
già mutilati e presto arriverà il fuoco". Allora l'uomo con la foglia in
mano parlò loro della fede; coloro che credettero riacquistarono la vista,
quelli invece che non credettero non la riacquistarono ma rimasero ciechi.
[14]
EPILOGO dal Cod. Vat. 2072, fol. 1782v.
Gli
apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra, la
teotoco e sempre vergine Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata
loro indicata dal Salvatore; e quivi rimasero tutti insieme vegliandolo per tre
giorni.
EPILOGO
dal Cod. Vat. 2013; fol. 177v.
Gli
apostoli portarono il prezioso corpo della gloriosissima signora nostra teotoco
Maria, e lo deposero nella tomba nuova che era stata loro indicata dal
Salvatore; ed in quel luogo rimasero a vegliare tutti insieme
EPILOGO
dal Cod. Marciano VII, 38, ff. 57v.-58r.
Allora
gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e, dopo
averla deposta, rimasero là per tre giorni, per custodirla, cantando salmi e
inni senza interruzione. La divina provvidenza dispose che un apostolo non fosse
presente alla sepoltura della madre di Dio; dopo tre giorni egli giunse al
Getsemani e amaramente si lamentava di non essere stato ritenuto degno di
contemplare la santissima teotoco, più ampia del cielo. Gli apostoli allora
vollero aprire la tomba affinché anch'egli potesse vedere la madre di Dio;
l'aprirono, l'ispezionarono e videro che la tomba era vuota e il corpo della
madre di Dio non c'era più. Pensarono dunque che fosse stato trasportato in
paradiso dagli angeli simili a Dio.
EPILOGO
dal Cod. Parisiense Coisl. 121, fol. 150r.v.
Allora
gli apostoli, portando la lettiga, la trasferirono fino alla tomba e, dopo
averla deposta, rimasero là tutti insieme per custodirla fino a quando fu
traslata, come aveva ordinato loro il Salvatore.
EPILOGO
dal Cod. Parisiense 1190, ff. 237v.-238
Allora
quell'uomo prese il ramo e parlò loro della fede; tutti coloro che credettero
riacquistarono la vista, mentre quelli che non credettero non la riacquistarono
e rimasero ciechi.
EPILOGO
dal Cod. Ottoboniano gr. 415, ff. 304-305v. nel racconto del monaco Epifanio
Dopo
che aveva contemplato l'ascensione ai cieli di suo Figlio, la santa teotoco si
dette ancora più alla contemplazione delle cose celesti e alla preghiera, come
narra Andrea, vescovo di Creta. Ancora adesso, egli afferma, è additato il
segno scavato dalle sue ginocchia sui marmi della santa Sion, nonché l'impronta
del suo decubito sulla pietra ove soleva concedersi un po' di sonno naturale.
APOCALISSE
DELLA VERGINE MARIA *
[1,
1] Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, un solo Dio:
intercedano per me Cristo mio Signore e mio Dio, mia speranza, e la signora
Maria vergine.
[2]
Introduzione. Giovanni, figlio di Zebedeo, amato particolarmente dal Signore per
la sua purezza e particolarmente amato dalla signora nostra Maria, come lui ne
aveva amato il figlio, disse: - Maria parlò e mi disse: "Ascolta,
Giovanni, il mistero segreto e stupendo che non fu mai svelato a una mente, né
fu a conoscenza di alcuna intelligenza né fu manifestato al cielo: a me l'ha
rivelato il mio figlio diletto, il mio Signore e salvatore, Gesù Cristo.
[3]
In una feria sesta, all'ora sesta, a mezzogiorno, mentre pregavo sul Golgota,
venne una nube che mi prese e trasportò in alto al di sopra del terzo cielo e
mi pose in mezzo al termine del cielo. Mi apparve mio figlio e mi disse:
"Salute a te, Maria, madre mia! Salute a te, vergine madre mia! Salute a
te, dimora del Signore! Siccome da te scaturì il fiume della salvezza, io ti
rivelerò un mistero segreto". Gli risposi: "Signore mio e Dio mio,
figlio e re mio, sia fatta la tua volontà".
[2,
1] Ed ancora: I giorni dell'uomo sono come il fieno; egli fiorisce come un fiore
del campo: il vento passa su di lui ed esso scompare e più non si conosce il
luogo dove era. Interrogai mio figlio domandandogli: "Essendo così
transeunte, il genere umano si gloria invano?". Mi rispose: "Non hai
udito ciò che ha detto David? Per qual motivo si gloria colui che è potente
nella sua iniquità e tutto il giorno non pensa che l'ingiustizia? Ed ancora:
Verranno meno e periranno come il fumo; così è la vita degli uomini".
[2]
La morte del giusto. Interrogai il mio figlio domandandogli: "Desidero
vedere come le anime dei giusti escano dai loro corpi". Mi rispose:
"Aspetta un istante e te lo mostrerò".
[3]
Si avvicinarono allora gli angeli della luce: circondarono quest'anima, la
coronarono per estrarla dal suo corpo e le dissero: "Esci, anima, in pace,
godi e rallegrati, anima pura e splendente! C'è qui il tuo creatore: tutti noi
ci rallegriamo per te e il tuo creatore per te esulta. Su, andiamo nella tua
città! Non hai udito David che disse:
Andiamo
nella casa del Signore!
I
nostri piedi stanno alle tue porte, o Gerusalemme!
Gerusalemme,
costruita come una grande città.
Ed
ancora:
Vale
più un giorno nei tuoi atri
che
mille.
[3,
1] Tu, anima pura, in questo mondo caduco hai vinto il diavolo e tutti i suoi
malvagi eserciti". L'angelo che sempre l'aveva custodita era contento e
diceva: "In pochi giorni hai dato riposo; ti sei ricordata del profeta
David:
[2]
ti sei ricordata di Paolo che dice: La dimora di questo mondo è, infatti,
passeggera! Quelli che mangiano siano come quelli che non mangiano, quelli che
bevono siano come quelli che non bevono, quelli che sono lieti siano come quelli
che non sono lieti, quelli che posseggono siano come quelli che non posseggono.
La dimora di questo mondo è, infatti, passeggera.
[3]
Cristo e il Paraclito discesero fino a quel cielo per salutare quest'ultima, ed
anch'io discesi con loro. Gli angeli della luce elevarono un suono di gioia;
anch'io giubilando imitai David che disse:
Ed
ancora:
Popoli
tutti battete le mani, alzate a Dio voci di giubilo e grida festose.
Preziosa
è al cospetto del Signore la morte dei suoi fedeli. Condussero quest'anima
davanti al Signore e le dissero: "Gioisci e rallegrati, anima pura! Questo,
infatti, è il Signore tuo creatore. Davanti a colui che ti ha creato, prostrati
e adora!". L'anima si prostrò davanti al Signore Dio suo creatore.
[4,
1] L'angelo che l'aveva sempre custodita si rivolse al Signore dicendogli:
"Ti ho già parlato delle opere di quest'anima; ma ora, Signore,
ricompensala secondo la tua giustizia".
[2]
Diede a quest'anima vestiti più splendenti del sole che non erano stati né
tessuti né cuciti. Le diede pure una corona lucida e splendente più di
novantotto soli e lune; Dio padre chiamò poi l'arcangelo Michele e gli disse:
"Prendi quest'anima, conducila nel giardino della gioia, nel seno di
Abramo, Isacco, Giacobbe e nel seno di tutti i santi; vivrà là nelle delizie e
godrà nei piaceri fino a quando io ritornerò, nell'ultimo giorno, a giudicare
tutto il mondo. Allora riprenderà il suo corpo, come una volta, ed avrà la sua
ricompensa con tutti i santi".
[3]
All'udire queste cose, un grandissimo numero di angeli e di arcangeli gridarono:
"Giusto
tu sei, o Signore,
e
retti sono i tuoi giudizi".
Gioirono
tutti gli eserciti celesti ed io mi sono rallegrata assieme ad essi, come disse
il profeta David:
I
giudizi di Dio sono giusti e rallegrano i cuori.
Ed
ancora:
Chi
nel mondo soffrirà vivrà in eterno,
e
non vedrà la corruzione.
Prendemmo
quest'anima e la portammo in paradiso, ove le andarono incontro i giusti e i
martiri, Abramo, Isacco, Giacobbe, tutti gli eserciti dei santi e con essi il
nostro padre Adamo
[5,
1] Torna a quietarti, anima mia, poiché il Signore con te fu buono".
[2]
La morte del peccatore. Parlai con mio figlio e gli dissi: "Fammi vedere
l'anima di un peccatore quando esce dal suo corpo". Mio figlio mi rispose:
"Aspetta un istante e te la mostrerò".
[3]
Ma l'anima non fu subito separata dal suo corpo. Fino all'ora terza, o sesta,
quest'anima infelice gridò e gemette, secondo le parole del profeta David:
Infelice
è la morte dei peccatori.
Ed
ancora:
Nel
giudizio, gli empi non risorgeranno.
Quest'anima
uscì dal suo corpo e con verghe di fuoco, come un pingue bue da sacrificio, la
trassero al cospetto del re, spingendola e gridando:
[6,
1] "Da chi andrai, anima infelice? Hai dimenticato il Signore Dio tuo, e
non ti sei ricordata del tuo salvatore!".
[2]
Disse ancora: "Per Maria, madre di Dio, concedetemi un po' di
riposo!". Le risposero: "Ma tu prima hai rinnegato Maria, madre di
Dio: lei odia l'anima impura. Essendo più pura dei puri, fu esaltata al di
sopra del cielo e della terra".
[3]
Ma mio figlio mi rispose: "Non piangere, madre mia! Non spetta misericordia
a colui che sulla terra non fece misericordia. Questa è una cosa che mi è
impossibile". Io risposi a mio figlio: "Sia fatta la tua volontà".
[7,
1] E la condussero dall'angelo dell'empietà e le andarono incontro gli spiriti
dell'impudicizia e gli spiriti della menzogna, le andarono incontro gli spiriti
dell'ubriachezza Esaminarono quest'anima, videro che avevano parte in lei e le
dissero: "Guai a te, anima infelice, guai a te! Osi tu, forse, andare in
cielo?". Vennero gli angeli e gli eserciti degli angeli; quest'anima fu
introdotta in mezzo a loro, ma tutti gridarono: "Allontanate da noi
quest'anima impura! Fin dal suo arrivo, giunse a noi la puzza del suo
fiato". E tutti gridavano all'unisono: "Guai a te, anima
infelice!".
[2]
La fecero salire in cielo dicendo: "Ecco che qui c'è il tuo creatore,
colui che ti creò a sua immagine e ti plasmò con le sue mani, prostrati e
adoralo". Quest'anima si prostrò e adorò, e l'angelo che l'aveva sempre
custodita disse a Dio Padre: "Ricevi quest'anima, Signore, che mi avevi
dato da custodire, e giudicala secondo le opere delle sue mani". Il Padre
rispose dicendole: "O anima, perché mi hai ingiuriato? Non ti ho forse
presa dai giusti, e non ho forse preparato per te il sole e la luna? Non ho
forse ordinato per te l'inverno e l'estate? Non ho forse creato per te il cibo
del tuo nutrimento e l'acqua da bere? Non ho forse fatto discendere per te la
pioggia? Non ho forse creato per te i piaceri dell'aria e i frutti? Non ti ho
forse fatto vedere e dato giorni buoni e cattivi? Perché hai disprezzato i
giorni della tua salvezza?".
[3]
Quell'anima rispose: "Ho peccato, Signore, ho peccato! Non sapevo che
sarebbe capitato così, non sapevo che ci sarebbe stato questo giudizio, ed
ignorai anche le Scritture". Il Signore le rispose: "Ogni cosa sarà
decisa sulla parola di due o tre testimoni. Avevi a tua disposizione le
Scritture e i sacerdoti, anima, perché non li hai ascoltati? Perché non ti sei
prima preparato il viatico per il tempo della tua uscita? Hai amato più le
tenebre della luce; ma coloro che non furono misericordiosi non otterranno
misericordia, e coloro che non furono benevoli non otterranno benevolenza.
Conducetela a Satana, suo padre, datela a Temliaco, angelo della Geenna, affinché
la metta al centro della Geenna. Resterà lì fino a quando io ritornerò,
nell'ultimo giorno, a giudicare tutto il mondo. Allora riprenderà il suo corpo
come prima e discenderà nel grande supplizio".
[8,
1] All'udire queste parole quell'anima pianse amaramente dicendo: "Guai a
me, infelice! Per me sarebbe stato meglio se non fossi mai nata. Maledetto sia
il giorno in cui sono nata!" Quando disse questo, noi tutti piangemmo e
gememmo; anche gli angeli del cielo posarono le loro corone come disse il
profeta: Hai forse tu creato inutilmente il genere umano?; ed anche Marco: Che
giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero se perde l'anima sua? Poiché
qual cosa potrà dare l'uomo in cambio dell'anima sua?.
[2]
In paradiso tra i giusti e gli eletti. E mio figlio disse: "Su, andiamo in
paradiso e ti farò vedere dove siedono le anime dei giusti e degli
eletti". Mi fece salire ed entrare in un abisso di cui non si vedeva il
fondo: là vidi le mansioni il cui splendore supera cinquanta volte sette quello
del sole e della luna.
[3]
In questa sala vidi poi una colonna aurea riempita da una scrittura che andava
dalla base fino alla cima; era tutta iscritta e la sua altezza raggiungeva circa
i quindici cubiti dell'angelo. A questa vista, domandai a mio figlio: "Che
cos'è che vedo scritto, con scrittura minutissima, su questa colonna?". Mi
rispose: "Su questa colonna sono scritti i nomi dei santi".
[9,
1] Gli domandai: "Qui c'è solo l'effigie del loro volto?". Mi
rispose: "Qui non c'è solo l'effigie del loro volto, ma sono scritti tutti
interi". Gli domandai: "Su questa colonna furono scritti prima che
nascessero o dopo che erano nati?". Mi rispose: "Erano iscritti, prima
ancora che fossero creati il loro padre e la loro madre, Adamo ed Eva".
[2]
In quella regione vidi pure una colonna di fuoco ancora più iscritta della
colonna aurea. Domandai allora a mio figlio: "Chi sono quelli che sono
scritti sopra questa colonna?" Mi rispose: "Su questa colonna sono
scritti i peccatori". Gli domandai: "Su questa colonna furono scritti
prima o dopo che sono nati?". Mi rispose: "Non hai sentito quanto dice
la Scrittura: Questi sono scritti prima del giudizio, quelli prima di
nascere".
[3]
Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose:
"Qui abita l'uomo che restò con sua moglie la quale dimorò con suo marito
e furono trovati puri. Qui c'è pure l'uomo che non conobbe la moglie degli
altri, e la donna che non fu con un altro uomo, restando così puri tutti e due.
Costoro sono condotti qui ed è data loro la ricompensa, come dice l'evangelista
Matteo: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio".
[10,
1] Dalla regione di quel fiume, vidi un fiume di vino: qui c'erano il padre
nostro Adamo, Abele, Set, Malalek, Cainan, Iared, Arfaxad e tutti i santi
patriarchi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Tare e Rague. Tutti quelli che mi vedevano
si prostravano e mi salutavano.
[2]
Mi fece poi salire lungo la regione di questo fiume e mi condusse da un fiume di
miele. Qui c'erano Mosè, Aronne, Amos, Isaia, Nahum, Malachia, Sofonia, Aggeo,
Zaccaria figlio di Barachia, Geremia, Elia, Eliseo, Samuele, Giovanni Battista,
Osea, Gioele, Mildad, Eldad, Michea e tutti i figli dei profeti, Giona e Esdra;
erano con loro anche delle sante donne: la profetessa Anna ed Elisabetta. Altre
donne, ognuna nel suo posto, erano con nostra madre Eva, Rachele, Sara, Rebecca:
tutte le sante donne erano insieme in un luogo.
[3]
Mi si avvicinò Mosè, principe dei profeti, mi si prostrò davanti e mi salutò:
"Salute a te, Maria, bianca lana! Beati i miei occhi che ti hanno
visto!". Mi si avvicinarono tutti i profeti, ognuno secondo la sua dignità
e il suo ordine, mi si prostrarono davanti e mi salutarono: " Te beata, o
Maria, talamo immacolato! Beati i nostri occhi che ti hanno visto!". Mi si
avvicinò Eva, mi si prostrò davanti e mi salutò: "Te beata, o Maria,
pura e splendente! Beati i miei occhi che ti hanno visto!".
[11,
1] Poi mi tolse dalla regione di questo fiume e mi condusse da un fiume di
latte, ove erano i centoquarantaquattromila bambini della città di Betlemme,
uccisi da Erode, che non avevano macchiato né la loro carne né i loro abiti
con l'impurità di questo mondo transeunte. Appena mi videro, da lontano, mi
corsero incontro, mi si prostrarono davanti e mi salutarono: "Tu sei
benedetta, o Maria, gloria dei vergini! Beati i nostri occhi che ti hanno
visto!".
[2]
Interrogai mio figlio domandandogli: "Chi sono quelli che abitano presso il
fiume di vino?". Mi rispose: "Quelli che abitano presso il fiume di
vino sono coloro che nella loro vita amarono il pellegrino, ebbero affetto verso
il prossimo come verso se stessi, con
il cibo saziarono gli affamati, con il loro bicchiere dissetarono gli assetati,
e vestirono gli ignudi. Costoro, allorché escono da questo mondo transeunte,
sono condotti davanti al Signore, davanti a lui si prostrano e l'adorano;
terminati la prostrazione e il saluto, sono condotti al fiume di vino: sono
sistemati qui e qui ricevono la ricompensa. Da lungi, i santi corrono loro
incontro, li salutano e li baciano sulla bocca come vecchi conoscenti, li amano
come se stessi, li considerano come consanguinei e fratelli, e dicono loro:
Avete vinto questo secolo transeunte, avete vinto il diavolo e i suoi eserciti
malvagi li avete caricati di vergogna. Siete veramente valorosi nelle opere
della giustizia: entrate nella vostra città e gioite con noi!".
[3]
Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume di
miele?". Mi rispose: "Sono quelli che stesero le loro mani agli
infelici, come disse il profeta David:
Beato
chi ha comprensione per il misero e per il povero.
Il
Signore lo scamperà dal giorno cattivo; il Signore lo custodirà, gli darà
vita
e
lo renderà beato sulla terra.
Anche
l'evangelista Matteo: Beati i misericordiosi perché sarà loro usata
misericordia. Colui che liberò l'oppresso, colui che fece da padre e da madre
agli orfani, colui che protesse la nubile, colui che sfamò la vedova bisognosa,
colui che fu di sollievo all'afflitto, colui che consolò chi era triste, colui
che visitò l'infermo e parlò benevolmente con il prigioniero, sia pagano che
Ebreo, essendo tutti creature di Dio.
[12,
1] Forse che il vasaio con la stessa creta non fa oggetti da destinare a usi
onorifici e altri a usi vili? Come disse David:
[2]
Terminata l'adorazione, sono condotti qui dal fiume di miele; ed allora vanno
loro incontro i figli dei profeti dicendo: Avete vinto il mondo transeunte,
avete vinto il diavolo e tutti i suoi eserciti; su, entrate nella nostra città
e godete con noi!".
[3]
Domandai a mio figlio: "Chi sono quelli che abitano presso il fiume di
latte?". Mi rispose: "Sono i puri che si mantennero immuni
dall'impurità, coloro che fin dalla nascita si mantennero esenti da ogni
contaminazione muliebre, non solo con il corpo, ma anche con la mente, come dice
il Vangelo: Chi desidera una donna, in cuor suo già ha commesso adulterio. Là
ci sono pure le donne che mantennero la verginità senza macchia. Quando escono
da questo mondo sono condotti davanti al Signore affinché si prostrino davanti
a lui e l'adorino. Terminata l'adorazione, sono condotti dal fiume di latte.
Questi fanciulli corrono loro contro, da lontano, dicendo: Voi veramente
valorosi che avete vinto questo mondo transeunte e ne avete attraversato i
flutti! Su, entrate nella nostra regione e godete con noi!".
[13,
1] Poi, mio figlio mi fece vedere una terra candida, sette volte più splendente
del sole, della luna, delle stelle e tutta adorna di oro e di argento. Domandai
a mio figlio: "A chi appartiene questa dimora e questa regione?". Mi
rispose: "Appartiene a colui che ha tenuto lontano la sua lingua
dall'ingiuria, a colui che in se stesso non fomentò né l'insolenza né la
superbia, a colui che non coltivò né l'ubriachezza né l'invidia, a colui che
non fu né superbo né dissoluto, a colui che non ha temerariamente vituperato
il suo prossimo, a colui che non ha maledetto né il fratello né il prossimo, a
colui che non coltivò né la vendetta né l'invidia, a colui che in cuor suo
non alimentò mai la vendetta, a colui che fu mite come una colomba, come dice
l'evangelista Luca: [2] Chiunque avrà detto una parola contro il Figlio
dell'uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo non
sarà perdonato. Ed ancora: Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà
esaltato; anche l'evangelista Matteo disse: Beati i miti, perché loro è il
regno dei cieli; ed ancora: Siate prudenti come i serpenti e semplici come le
colombe; e David disse:
Io
stermino colui che in segreto calunnia il suo prossimo.
Con
l'altezzoso di sguardo e l'orgoglioso di cuore io non mangio.
Anche
nel Vangelo è detto: Chi ingiuria il proprio fratello è passibile del
sinedrio.
[3]
Costoro, quando escono dal mondo, sono condotti davanti al Signore affinché si
prostrino davanti a lui e lo adorino. Terminata l'adorazione, sono introdotti in
questa dimora e ricevono la mercede eterna; come disse David: I mansueti
erediteranno la terra; resteranno qui per tutti i secoli; disse ancora: Conserva
la dolcezza e vedrai la giustizia; così pure:
Mi
sostieni nella mia integrità e mi collochi al tuo cospetto in eterno".
Coloro
che non fecero opere di misericordia. Mentre mi svelava la regione di questo
fiume, vidi, sull'altra sponda, degli uomini vaganti là ove si trova la porta
del paradiso e i grandi alberi che, agli occhi umani, sembra che abbiano molti
frutti.
[14,
1] Siccome quegli uomini avevano fame, cercavano di cogliere i frutti degli
alberi; mentre l'albero si piegava, gli uomini si inchinavano fino a terra, e
mentre l'albero si drizzava anche gli uomini erano portati in alto fino a
raggiungere le mura del paradiso, ed erano privati dei frutti dell'albero.
[2]
A questa vista piansi molto amaramente, e dissi: "Figlio mio, che alberi
sono questi e chi sono questi uomini? Guardandolo, questo albero mi sembra
carico di frutti, ma poi vedo che questi uomini affamati e assetati, che anelano
di mangiare i frutti e ne sono privati, cadono fino a terra con l'albero e
quando l'albero di drizza sono portati in alto. Questo spettacolo mi
rattrista". Mio figlio rispose: "Non piangere, madre mia, ti spiegherò
il mistero di questi uomini. Costoro furono perfetti nel digiuno e nella
preghiera, nella pazienza e nella purezza della loro carne, ma non cibarono gli
affamati con il loro pane, né diedero da bere agli assetati dal loro bicchiere,
non vestirono gli ignudi, non accolsero il pellegrino sotto il tetto della loro
casa, furono superbi e arroganti".
[3]
Domandai a mio figlio: "Anche questi comandamenti li condanneranno?".
Mi rispose: "Non c'è nulla di più grande di questi comandamenti, e tra
tutti i peccati i più gravi sono la superbia e l'insolenza; è a causa della
superbia e dell'insolenza che il diavolo cadde". Gli domandai: "Sono
forse la superbia l'arroganza e le loro mani rattrappite che hanno impedito loro
l'ingresso nel paradiso di voluttà?". Mi rispose: "La superbia,
l'avarizia e l'insolenza sono il principio del peccato".
[15,
1] Mi rispose: "Fino a quando io ritornerò nella gloria con tutti i miei
santi. Essi si porranno vicino a questa porta e quando passerò di qui, i
giusti, vedendoli, intercederanno per loro; io mi ricorderò di loro e permetterò
che entrino nel regno dei cieli". All'udire queste parole dalla bocca
gloriosa del mio caro figlio, lo ringraziai.
[2]
Poi mi condusse nella regione di quel fiume, me lo fece traghettare su di una
nave d'oro e mi introdusse in una casa candida e lucida, la cui luce splendeva
sette volte più del sole e della luna. Qui vidi letti d'oro, tappeti preziosi e
calzari. Domandai a mio figlio: "Chi abita là dentro?". "Questa
è la dimora di uomini e di donne: uomini che non ebbero commercio con donne
altrui, e donne che non conobbero uomini d'altri, ma si mantennero nella loro
verginità come disse il profeta David:
Te
felice e bene per te:
la
tua donna è come vite feconda
nei
penetrali di casa tua.
Anche
l'evangelista Matteo: Beati i puri di cuore poiché possederanno la terra e
vedranno Dio; ed ancora: L'uomo non separi quanto Dio ha unito; non sono più
due, ma una sola carne; ed anche l'evangelista Marco disse: Beati coloro che
hanno figli e sono come quelli che non hanno moglie. Quando escono dal mondo
sono condotti davanti a Dio affinché l'adorino e lo salutino; terminata
l'adorazione sono introdotti in questa dimora e quale ricompensa sono dati ad
essi questi letti d'oro con tappeti e calzari".
[3]
Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi un fiume di olio e
di burro ed una città splendente sette volte più del sole e della luna; vidi
corone brillanti il cui numero era di mille miriadi e millequarantaquattromila
di migliaia.
[16,
1] Domandai a mio figlio: "Di chi sono queste città e queste corone?'. Mi
rispose: Questa città e queste corone sono dei martiri che disprezzarono e non
tennero in alcun conto il mondo transeunte, di coloro ai quali fu troncata la
testa; abbandonarono la loro vita alla morte scacciati da una città all'altra,
affamati e assetati di giustizia. In essi ha compimento ciò che è detto nel
Vangelo: Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, poiché saranno
saziati. Beati coloro che sono perseguitati per la giustizia, poiché il regno
dei cieli è loro; ed ancora: Sarete odiati da tutti per il mio nome, ma non
perirà un capello del vostro capo: è con la vostra sofferenza che possederete
la vostra anima.
[2]
Questa città poi, non è soltanto la città e la ricompensa dei martiri, bensì
qui sono rappresentati i martiri, gli apostoli con i loro settantadue discepoli
e i cinquecento compagni, l'adunanza dei primogeniti, i principi e i re. Pietro,
pietra della fede, e Paolo, lingua profumata, come è detto nel Vangelo: Colui
che avrà insegnato e fatto sarà grande nel regno dei cieli".
[3]
Poi mi fece salire nella regione di questo fiume e qui vidi duecentodiecimila
case splendenti, ognuna delle quali aveva la misura di un angelo. Domandai a mio
figlio: "Di chi sono queste case e dimore?". Mi rispose: "Queste
sono le dimore dei patriarchi e dei metropoliti, dei vescovi e dei presbiteri,
dei diaconi, dei lettori e dei cantori". Gli domandai: "Entreranno
tutti in esse?". Mi rispose: "Non entreranno tutti, ma pochi soltanto.
Non hai forse udito ch'io dissi nel Vangelo: Nel regno dei cieli non entreranno
tutti coloro che dicono: Signore, Signore, ma coloro che adempiranno la volontà
del Padre mio che è nei cieli?
[17,
1] In quel giorno, infatti, molti mi diranno: Signore nel tuo nome abbiamo
profetato, nel tuo nome abbiamo compiuto molti prodigi, nel tuo nome abbiamo
scacciato demoni. Ma io risponderò: Non vi conosco! Lungi da me, voi tutti
operatori di iniquità. Non tutti i capi della Chiesa entreranno in questa
casa".
[2]
Domandai: "Chi sono coloro che entreranno?". Mi rispose: "In
questa casa entreranno quelli che si purificarono dall'impurità, quelli che non
conobbero la donna di un altro, quelli che non ebbero né superbia né
insolenza, quelli che non covarono né la vendetta, né castighi, né invidia,
chi in cuor suo non fomentò né la cupidità né la vendetta, né la malizia,
quelli che non furono né superbi, né insolenti, né duri, né bevitori, né
irosi, quelli che non venerarono gli idoli, quelli che non fecero al prossimo
quanto aborrono per se stessi, quelli che non fecero giuramenti falsi, quelli
che non desiderarono le cariche, né amarono le corone terrene né ambirono di
essere lodati presso i re, quelli che seguitarono ad andare in chiesa di primo
mattino, quelli che non toccarono la mia carne e il mio sangue se non in stato
di purità, quelli che stimarono la Chiesa come un padre o come una madre,
quelli che non profanarono il mio santo ministero: sono costoro che entreranno
per queste porte.
[3]
A proposito di coloro che non entreranno, ti dirò chi sono: quelli che si
accostano a una donna d'altri, quelli che si sono suicidati, quelli che sono
stati spergiuri, quelli che in cuor loro covarono la vendetta, chi fu superbo e
insolente, trasgressore della legge e frivolo, impudico e impuro, quelli che
hanno venerato gli idoli e disprezzato la casa del Signore: sono costoro che non
entreranno per questa porta. Come dice Paolo: Chi è impudico e impuro, chi
venerò gli idoli, non vedranno il riposo del Signore né entreranno in essa; ed
anche nel Vangelo è detto: Entrate per la porta stretta, perché stretta e
difficile è la via che conduce alla vita e pochi sono quelli che la imboccano;
ampia invece e molto spaziosa è la porta che conduce alla
[18,
1] Nella Gerusalemme celeste. Ciò detto, mi prese e mi fece salire nella
Gerusalemme celeste. Qui vidi un tempio, con tende splendenti, nel quale era
appeso un velo di fuoco, e un uomo il cui viso era più splendente del sole.
Aveva corde di cetra e di lira, e stava presso le porte di Gerusalemme: allorché
egli suonava la cetra e la lira tremavano le fondamenta del paradiso. Quando
entrammo nell'atrio del paradiso e di questa casa, egli mi venne incontro,
abbracciò il mio collo, con la sua bocca baciò la mia bocca dicendo:
"Benedetta tu, Maria, e benedetto il frutto del tuo seno! Beati i miei
occhi che ti hanno visto!".
[2]
Domandai a mio figlio: "Chi è costui che mi ha salutato?". E l'udii
rispondermi: "Alleluia!", e tutti i santi gridarono insieme:
"Alleluia!". Domandai al mio amato figlio: "Tutti terminano con
la parola di David?". Mi rispose: "La lode del cielo e della terra non
ha compimento con la parola di David". L'interrogai: "Che cosa
significa alleluia?". Mi rispose spiegandomi il significato di questo
termine.
[3]
Gli domandai: "Se uno dice: alleluia, avrà un premio?". Mi rispose:
"Chi lo griderà con superbia non avrà alcun premio; ma se lo griderà con
purezza, e senza malizia, il suo canto sarà (in accordo) con l'esercito degli
angeli". Gli domandai: "Se lo dirà un malato o afflitto, durante il
sonno, peccherà?". Mi rispose: "Se un malato e un afflitto dirà, nel
sonno: alleluia, non peccherà". Ecco la spiegazione di questo termine.
Alleluia al Padre, alleluia al Figlio, alleluia allo Spirito santo, giacché una
è la loro essenza per tutti i secoli. Amen.
[19,
1] Poi mi fece salire nella regione di quel fiume e mi introdusse nella città
del Signore: mi fece vedere la città edificata come una rosa della quale non si
scorgono i limiti estremi dei suoi confini né si conoscono le sue fondamenta;
il suo chiarore superava sette volte quello del sole; in essa erano raccolte
vesti d'oro e d'argento, monili e corone d'oro.
[2]
Domandai a mio figlio: "Di chi è questa dimora?". Mi rispose:
"E' di coloro che disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo
transeunte, dei monaci che abbandonarono tutte le ricchezze e le voluttà.
Nessuno conosce questa regione, e questa dimora; non vi entreranno né angeli, né
arcangeli, né sacerdoti, ma potranno soltanto offrire incenso presso la porta.
Non vi entrò nessuno all'infuori di me, del Padre e del Paraclito; ma tu entra
e siediti là dentro; sia la tua città e ti servano quaranta angeli".
[3]
Domandai a mio figlio: "In questa dimora entreranno tutti i monaci?".
Mi rispose: "Non tutti entreranno, ma solo quelli che si purificarono
dall'impurità, quelli che disprezzarono ed ebbero in abominio questo mondo
transeunte, quelli che non amarono né le ricchezze, né gli onori, né il
denaro, né tutte le cupidità di questo mondo, né i piaceri, né le voluttà,
né gli allettamenti; colui che non fu iroso né bevone, colui che non ebbe né
superbia né arroganza, colui che non fu calunniatore né bramoso di vendetta né
dissoluto, colui che non tralasciò le ore della preghiera sia notturna che
diurna. Come tu hai udito, il libro dice: Nulla di peggio, per il monaco, che
l'omissione delle preghiere; ed ancora: Al monaco ricco che può dare, si deve
preferire il monaco povero e senza denaro. Anche Paolo afferma: Il mondo per me
è morto ed io sono morto al mondo; ed ancora: La nostra cittadinanza è nei
cieli. Il monaco che avrà fatto quanto ti ho detto passerà per questa
porta".
[20,
1] i superbi, gli insolenti, i calunniatori, i mormoratori, quelli che
ingiuriano, gli sregolati, i perversi, quelli che covano odio, i bugiardi, gli
imbroglioni, i pigri, i dispregiatori, i seduttori, gli impudichi, gli impuri,
gli spergiuri, i pastori odiati dalle proprie pecore a causa della loro
impudicizia e le pecore che odiano i propri pastori a causa dell'amore per le
loro donne, gli incantatori che uccidono con lingua iniqua, quelli che agiscono
fraudolentemente, quelli che giurano, quelli che venerano gli idoli, quelli che
adorano e prestano onori divini alle sculture e statue degli dèi, quelli che
cavalcano cavalli e muli, quelli che ostentano le loro ricchezze ed affliggono i
poveri, quelli che amano il sonno e i regali, [2] quelli che amano le ricchezze,
le voluttà e le delizie del mondo, quelli che, dopo aver ricevuto il santo
abito monastico, fornicarono con donne, quelli che vissero nell'ubriachezza,
quelli che, per invidia, odiarono il loro prossimo, quelli che mangiarono senza
moderazione, quelli che bevettero senza temperanza, quelli che non amarono il
digiuno; i dormiglioni, i dispregiatori del digiuno e della preghiera; quelli
che cercarono scuse per mangiare e bere dicendo: Oggi è festa! Tutti costoro
non entreranno da questa porta".
[3]
Mi prese e mi condusse a Occidente, fino ai confini del cielo e della terra. Qui
vidi una fiamma senza luce, attraversata da un fiume di fuoco. Interrogai mio
figlio: "Qual è il significato di questo fiume e chi sono quelli che
siedono sulle sue sponde?". Mi rispose: "Questo è il fiume di coloro
che non sono né proprio freddi né proprio caldi". Qui vidi una folla di
uomini, di donne e di giovani. Alcuni erano immersi fino alla bocca, alcuni fino
al petto, alcuni fino al collo, alcuni fino alle labbra, altri fino alla testa.
[21,
1] Alla vista di costoro, domandai a mio figlio: "Chi sono questi
uomini?". Mi rispose: "Quelli che sono immersi fino al petto e fino
alle ginocchia, durante la preghiera erano negligenti e non come ti ho detto; a
mezzogiorno e a mezzanotte tutti lodano il Signore, al mattino ringraziano il
Signore per la notte trascorsa e per il giorno che era spuntato, ma tralasciano
le preghiere dell'ora terza, sesta e nona: e questo è il loro tormento per i
secoli.
[2]
Quelli che sono immersi fino all'ombelico, fornicarono in chiesa con donne; gli
immersi fino alla bocca, dissero parole oziose in chiesa; gli immersi fino al
petto, dopo aver ricevuto l'Eucaristia parlarono senza aver prima preso qualcosa
di fresco o un po' di pane o di acqua; gli immersi fino alle labbra, in chiesa
parlarono con i vicini in ogni momento; gli immersi fino alla testa, in chiesa
fecero cenno con gli occhi ai loro vicini".
[3]
Vidi poi un grande abisso nel quale erano poste altre anime, le une sulle altre
fino all'altezza di circa cinquanta cubiti Domandai a mio figlio: "Chi sono
quelli che si trovano in questo supplizio?". Mi rispose: "Sono quelli
che fornicarono con la moglie del loro padre, o con la loro figlia o con sue
amiche o con la figlia dei loro amici; quelli che hanno fornicato con maschi
come se fossero femmine; quelli che fornicarono con la moglie dei loro figli o
con la moglie del figlio della loro sorella; quelli che fornicarono con una
puerpera o con una donna nel periodo delle mestruazioni; quelli che fornicarono
con una donna abietta o con una maomettana, o con una donna ebrea quelli che
fornicarono con cavalli, muli, asini, cammelli o con della terra da essi
plasmata; la moglie del sacerdote che fornicherà con un altro uomo, e i
sacerdoti che fornicheranno con altre donne: tutti costoro discenderanno in
questo abisso. E questo è il loro tormento in eterno".
[22,
1] Vidi poi un altro supplizio: un uomo vecchio portato da quattro perversi
angeli delle tenebre. Costoro lo condussero da questo fiume di fuoco e lo
posarono su di un sedile di fuoco e, mentre il fiume di fuoco lo inondava fino
al petto, lo trafiggevano con frecce di fuoco trapassandolo con il fuoco.
[2]
A questa vista mi misi a piangere amaramente con gemiti, e domandai a mio
figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è
papàs". Gli domandai: "Qual è il peccato di un uomo colpito da così
terribile tormento?". Mi rispose: "Non camminò secondo la mia legge,
non adempì i miei comandamenti, non trattò con purezza i miei santi misteri
non offrì un sacrificio puro, passò i suoi giorni nell'impudicizia e nella
profanazione, non accolse il pellegrino, non amò i poveri e i meschini, mangiò
le primizie tutto solo, non sfamò l'affamato né dissetò l'assetato: e questo
è il suo tormento in eterno".
[3]
Nella regione di questo abisso vidi ancora un uomo portato dagli angeli delle
tenebre: costui era caduto bocconi sicché gli usciva il sangue dal naso; lo
gettarono nel fiume ove fu sommerso fino al petto e pur gridando: "Abbi
misericordia di me", nessuno gli usava pietà. Interrogai mio figlio:
"Che peccato ha commesso quell'uomo e come si chiama?". Mi rispose:
[23,
1] A questa vista gemetti e piansi accoratamente, e domandai a mio figlio:
"Come si chiama?". Mi rispose: "Il suo nome è patriarca, e ti
dirò ora i suoi peccati. Non stabilì rettamente la fede nella Trinità, non
osservò tutto quanto gli avevo ordinato, non fu stabilito nell'ufficio
patriarcale secondo la legge: e questo è il suo tormento in eterno".
[2]
Nella regione dello stesso fiume, vidi poi un uomo condotto dal fiume di fuoco
al quale facevano toccare il mare di fuoco ed intanto lo bastonavano dicendo:
"Una volta spezzavi il pane ed ora perché hai fame? Una volta attingevi
dal fiume ed ora perché hai sete? Squartavi le vittime, perché la loro carne
non ti ha saziato?". Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo
e qual è il suo peccato?". Mio figlio rispose: "Il suo nome è
sacerdote, e ti dirò ora i suoi peccati. Costui era sacerdote e non camminò né
secondo la legge né secondo il dovere sacerdotale, non si purificò
dall'impurità, passò i suoi giorni tra il riso, le lascivie e le leggerezze: e
questo è il suo tormento in eterno".
[3]
E di nuovo vidi un uomo scortato da quattro angeli delle tenebre, mentre gli
percuotevano la faccia con fulminee verghe di fuoco; gli chinavano la faccia e
l'immergevano nel fiume che lo divorava fino al petto; con la spada di fuoco gli
tagliarono la lingua e con affilati coltelli le sue labbra; e pur dicendo egli:
"Abbiate pietà di me", nessuno gli usava misericordia. A questa vista
gemetti e piansi accoratamente e domandai a mio figlio: "Come si chiama
quell'uomo?". Mi rispose: "Il suo nome è diacono, ed ora ti dirò il
suo peccato. Non camminò secondo tutta la legge dei canoni che gli avevo
imposto; non cantò con purezza durante il mio sacrificio; restò nella
pigrizia, nel riso e nell'impurità; nella Chiesa fu dissoluto, insolente,
superbo: e questo è il suo tormento in eterno".
[24,
1] Vidi pure innumerevoli uomini dispersi come polvere in mezzo al fuoco e
sospesi a colonne di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono quegli
uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che adorano sculture e idoli, il
sole e la luna e le stelle. Questo è il loro tormento in eterno". Nel
fiume di fuoco vidi altri uomini divorati da vermi di fuoco, e domandai a mio
figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono coloro che
ammassarono oro, tutti i ricchi che oppressero i poveri e posero la loro fiducia
nelle loro ricchezze, come disse Paolo: Quelli che vogliono arricchire cadono in
un grande peccato. Questo è il loro tormento in eterno".
[2]
Vidi poi delle giovani vestite di tenebre, legate al collo da catene di fuoco
che le tiravano al fiume di fuoco. Domandai a mio figlio: "Chi sono
quelle?". Mi rispose: "Prima che i loro padri e madri le unissero
legalmente in matrimonio, esse se ne erano andate nel deserto e per le vie, e
avevano perso la verginità. Questo è il loro tormento in eterno".
[3]
Vidi ancora altri uomini sospesi nel fuoco: le loro mani erano legate con catene
di fuoco, i loro piedi con lacci di fuoco e il loro collo con funi di fuoco.
Erano stati posti nelle tenebre ove era pianto e stridore di denti. Domandai a
mio figlio:
[25,
1] Mi rispose: "Quelle sono monache uscite contro le norme dei canoni; dopo
avere indossato la santa veste monastica, guastarono la loro verginità:
mentirono a colui che è veritiero, e disprezzarono colui che non è odioso.
Spesso dopo avere concepito dei figli, li uccisero nel loro seno, sparsero a
terra il loro sangue, o li uccisero dopo averli partoriti o i loro padri di
propria mano diedero il veleno alle madri. Davanti al trono del Padre mio questi
fanciulli gridano: Signore, non ci hanno permesso di diventare grandi per fare
il bene o il male, una parte di noi fu data ai cani, l'altra fu gettata ai
porci.
[2]
All'udire queste parole io, il Padre mio e il Paraclito ne fummo rattristati e
ordinammo a Temliaco che fosse data loro una bella dimora. Ma per i loro padri e
le loro madri questo è il tormento in eterno".
Domandai
a mio figlio: "Se faranno penitenza non avrai misericordia di loro?".
Mi rispose: "Certo, ti assicuro che se con animo fiducioso faranno
penitenza, li perdonerò; ma se fanno penitenza per paura, non li perdonerò né
allevierò il loro tormento. I loro pastori, siccome non li hanno castigati,
saranno severamente puniti e la loro parte sarà con Eli e Fola.
[3]
Eli non castigò suo figlio, Fola vendette le sue figlie per un bue; quei
pastori, infatti, vendettero i loro figli per un po' di cibo e per una bevanda
passeggera, e così sono diventati come Esaù che, per il cibo, vendette il suo
diritto di primogenitura; come disse Paolo: Non servono Cristo, ma il proprio
ventre".
[26,
1] Mi rispose: "Sono quelli che violarono e respinsero il digiuno, quelli
che non esitarono davanti alla violazione del digiuno sia nella feria quarta sia
nella feria sesta sia durante il digiuno della quaresima. Questo è il loro
tormento in eterno". Domandai a mio figlio: "Se faranno penitenza, non
avrai forse misericordia di loro?". Mio figlio rispose: "Se per un
giorno faranno penitenza, otterranno il perdono dei peccati".
[2]
Poi vidi uomini con le mani tagliate, circondate da fiamme di fuoco. Domandai a
mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Sono quelli
che scrissero lettere magiche e ne ricavarono un utile. Questo è il loro
tormento eterno".
[3]
Vidi poi una fossa piena di zolfo e pece: non era illuminata, ma piena di
tenebre; vidi che c'erano persone dalle mani e dai piedi amputati. Domandai a
mio figlio: "Chi sono quegli uomini?". Mi rispose: "Quelli sono
maomettani che non credono ch'io sia nato da te, non credono nel Battesimo, né
nella mia morte, nella mia risurrezione e ascensione, né credono che il Padre
è con il Figlio e lo Spirito santo. Questo è il loro tormento in eterno".
[27,
1] Domandai a mio figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose:
"Si chiama sacerdote; e ti dirò ora il suo peccato. Nella domenica non
offrì incenso e oblazioni, fu dissoluto e superbo".
[2]
Vidi che si stava trafiggendo un uomo con frecce di fuoco, e domandai a mio
figlio: "Come si chiama quell'uomo?". Mi rispose: "Si chiama
diacono, e ti dirò ora il suo peccato. La domenica non offrì il sacrificio
abbastanza presto. Questo è il suo tormento in eterno".
[3]
Vidi pure la grande Geenna segnata con sette sigilli. Mio figlio allora gridò:
"Aprite portieri della Geenna, affinché mia madre Maria possa
vedere!". Quando le porte si aprirono e vidi, ebbi timore e tremai:
[28,
1] domandai a mio figlio: "Come si chiama questo fiume?". Mi rispose:
"Si chiama Geenna". Interrogai: "Chi sono coloro che vi si
trovano dentro?". Rispose: "In esso sono coloro che negarono ch'io sia
Figlio di Dio. Questo è il loro tormento in eterno".
[2]
Giovanni, impara e approfondisci tutte queste cose che ti ho raccontato Non
lasciare questo libro in un luogo impuro.
[3]
Ascolta, Giovanni, quanto ti dico. Ordina che compiano la commemorazione quattro
volte: il giorno ventuno del mese di ter, il giorno ventuno del mese di sane, il
giorno sedici del mese di mahasse, il giorno sedici del mese di jakatit, quando
mi fu affidato questo testamento. Se è possibile, la commemorazione sia fatta
il giorno ventuno di ogni mese.
[4]
Soccorrerò tutti coloro che avranno compiuto la mia commemorazione, allorché
si troveranno in giorni tristi. Di colui poi che avrà fatto scrivere od avrà
scritto questa visione, di colui che la leggerà con fede o l'ascolterà con
riverenza io scriverò il nome nel libro della vita per tutti i secoli dei
secoli. Amen".