Il terzo libro di Ezra
I.
[1]
Giosia celebrò a Gerusalemme la Pasqua in onore del suo Signore; sacrificò la
pasqua nel quattordicesimo giorno del primo mese. [2] Dispose i sacerdoti nel
tempio del Signore vestiti delle vesti liturgiche e distribuiti secondo le loro
funzioni. [3] Disse ai leviti, che in Israele avevano la funzione di servi del
tempio, di purificarsi per quando dovevano deporre l'arca santa del Signore nel
tempio, che aveva costruito il re Salomone, figlio di David. Egli disse:
"Non sarà più compito vostro alzarla sulle vostre spalle; [4] ora vostro
compito è provvedere al culto del Signore, Dio vostro, e essere a disposizione
del Suo popolo Israele. Fate i preparativi divisi nelle vostre famiglie e nelle
vostre tribù, secondo le prescrizioni di David, re d'Israele, e secondo lo
splendore di Salomone, suo figlio. [5] State nel tempio secondo la divisione
tradizionale delle famiglie levitiche, davanti ai vostri fratelli, i figli
d'Israele, secondo l'ordine stabilito. [6] Sacrificate la pasqua, preparate i
sacrifici per i vostri fratelli; celebrate la Pasqua secondo il comando che il
Signore dette a Mosè". [7] Giosia fece dono a quelli del popolo che erano
presenti di trentamila fra agnelli e capretti, e tremila vitelli. Il donativo fu
fatto sul tesoro reale: gli animali furono distribuiti al popolo, ai sacerdoti e
ai leviti, come era stato promesso. [8] Khelkia, Zaccaria ed Esyelo,
soprintendenti del tempio, donarono per la Pasqua ai sacerdoti duemilaseicento
fra agnelli e capretti e trecento vitelli. [9] Iekhonia, i fratelli Samaia e
Natanael, Asabia, Okhielo e Ioram, che erano chiliarchi, distribuirono ai leviti
per la Pasqua cinquemila fra agnelli e capretti e settecento vitelli. [10] Il
rito si svolse così: i sacerdoti e i leviti stavano in piedi splendidamente
vestiti, [11] divisi per famiglie e tenendo in mano gli azimi. [12] Di fronte al
popolo, secondo le funzioni che ciascuno aveva ereditato dagli avi, presentavano
le offerte al Signore, come è prescritto nel libro di Mosè; e ciò avveniva al
mattino presto. [13] Arrostirono la pasqua sul fuoco come prescritto, e
bollirono in caldaie e lebeti le altre vittime. Il buon odore si diffondeva. Poi
ne distribuirono a tutto il popolo. [14] In seguito fecero i preparativi per
s‚ e per i loro fratelli, i sacerdoti figli d'Aronne, perché i sacerdoti
furono impegnati a offrire il grasso fino a notte tarda e i leviti fecero i
preparativi per s‚ e per i loro fratelli, i sacerdoti figli d'Aronne. [15]
C'erano anche i discendenti di Asaf, musici del tempio; anche loro stavano al
loro posto, secondo le prescrizioni di David. C'erano anche Asaf, Zaccaria ed
Eddinus, funzionari del re, e i custodi delle porte a ciascuna porta. Non era
necessario che nessuno si muovesse dal suo servizio, perché i loro fratelli
leviti avevano predisposto tutto per loro. [16] Così quel giorno fu organizzato
il rito dei sacrifici in onore del Signore per la celebrazione della Pasqua e
per l'offerta dei sacrifici sull'altare del Signore secondo l'ordine del re
Giosia. [17] I figli d'Israele, che si trovavano in Gerusalemme in quel tempo,
celebrarono la Pasqua e poi la festa degli azimi per sette giorni. [18] Una
Pasqua simile non si era celebrata in Israele dai tempi del profeta Samuele.
[19] Nessun re d'Israele aveva mai celebrato una Pasqua come questa di Giosia. E
insieme con lui la celebrarono anche i sacerdoti, i leviti, i giudei e tutto
Israele, quanti si trovarono a Gerusalemme. [20] Questa Pasqua fu celebrata nel
diciottesimo anno di regno di Giosia. [21] Poiché il cuore di Giosia era pieno
di pietà, le sue opere ebbero successo davanti al Signore. [22] Le sue opere
stanno scritte nella parte precedente della cronaca, come egli si comportò nei
confronti di coloro che peccavano e erano empi verso il Signore, più di ogni
altro popolo e regno; quanto ebbe a soffrire per tutto, cioè come le parole del
Signore si eressero contro Israele. [23] Fu dopo questo fatto di Giosia, che il
faraone, il re d'Egitto, andò a far guerra a Karkemis sull'Eufrate; Giosia uscì
in campo ad affrontarlo; [24] il re d'Egitto gli mandò dei messi a dirgli:
"Re di Giuda, che hai a che fare con me? [25] Forse che io sono inviato dal
Signore Iddio contro di te? E' sull'Eufrate che vado a far guerra. Ora il
Signore è con me; il Signore si affretta con me. Allontanati e non contrastare
il Signore". [26] Giosia, sul suo carro, non si ritirò; ma cominciò a
combattere contro di lui, senza badare alle parole del profeta Geremia che
venivano dalla bocca del Signore. [27] Dette battaglia contro di lui nella
pianura di Megiddò. I capi calarono contro il re Giosia. [28] Il re allora
disse ai suoi servi: "Portatemi fuori dalla battaglia, ché son ferito
gravemente". Subito i suoi servi lo allontanarono dal campo di battaglia.
[29] Salì sul suo secondo carro e fu riportato a Gerusalemme, dove morì e fu
sepolto nella tomba dei suoi avi. [30] In tutta la Giudea si fece lutto per
Giosia e il profeta Geremia compose un lamento su di lui. Cantori e cantatrici
hanno parlato di lui nelle lamentazioni fino ad oggi; era stato ordinato che ciò
diventasse un'usanza per sempre per tutta la stirpe d'Israele. [31] Questo sta
scritto nel libro della storia dei re di Giuda. La narrazione particolareggiata
delle azioni di Giosia, della sua gloria e della sua conoscenza della Legge del
Signore, le cose compiute da lui prima di quelle ora narrate e le cose narrate
qui, tutto è raccontato nel libro dei re d'Israele e di Giuda. [32] Allora
quelli del popolo, preso Iekhonia, figlio di Giosia, lo fecero re al posto di
Giosia suo padre, quando era in età di ventitr‚ anni. [33] Egli regnò su
Giuda e su Gerusalemme per tre mesi. Ma il re d'Egitto lo depose dal trono di
Gerusalemme [34] e impose al popolo un tributo di cento talenti d'argento e di
un talento d'oro; [35] il re d'Egitto pose sul trono della Giudea e di
Gerusalemme il fratello di questo: Ioakim. [36] Ioakim fece incarcerare i
maggiorenti, e, arrestato anche suo fratello Zario, lo deportò in Egitto. [37]
Quando Ioakim salì sul trono della Giudea e di Gerusalemme aveva circa
venticinque anni: egli fece ciò che per il Signore è male. [38] Contro di lui
mosse Nabucodonosor, re di Babilonia, che lo incatenò con una catena di bronzo
e lo deportò in Babilonia. [39] Nabucodonosor prese anche suppellettili sacre
appartenenti al Signore e, portatele via, le depose nel suo tempio in Babilonia.
[40] Gli avvenimenti che riguardano lui, la sua impurità e la sua empietà sono
scritti nel libro degli Annali dei re. [41] Al suo posto salì al trono suo
figlio Ioakim. Quando fu fatto re, aveva diciotto anni. [42] Regnò tre mesi e
dieci giorni in Gerusalemme, facendo ciò che è male davanti al Signore. [43]
Un anno dopo, Nabucodonosor, mandata una spedizione, lo fece portare in
Babilonia insieme con le suppellettili sacre del Signore [44] e nominò re della
Giudea e di Gerusalemme Sedecia, che aveva allora ventun anni e ne regnò
undici. [45] Egli fece ciò che per il Signore è male e non badò alle parole
pronunciate dal profeta Geremia, che venivano dalla bocca di Dio. [46] Il re
Nabucodonosor gli fece giurare fedeltà sul nome del Signore, ma egli
spergiurando si ribellò. Avendo indurito la sua cervice e il suo cuore,
trasgredì i comandamenti del Signore, Dio d'Israele. [47] Anche i capi del
popolo e dei sacerdoti commisero molte empietà e trasgressioni, più di quante
impurità non abbiano commesse tutte le genti insieme. Essi contaminarono il
tempio del Signore, che Egli aveva reso sacro in Gerusalemme. [48] Il Dio dei
loro padri li richiamò per mezzo del Suo messaggero, perché aveva compassione
di loro e della Sua dimora. [49] Ma essi derisero i Suoi messaggeri e nel giorno
in cui il Signore parlò si burlarono dei Suoi profeti, finché Egli, sdegnato
contro il Suo popolo per le sue empietà, decise di inviare contro di esso i re
dei caldei. [50] I caldei uccisero a fil di spada i giovani giudei intorno al
loro santo tempio e non risparmiarono n‚ ragazzo n‚ ragazza, n‚ vecchio
n‚ giovane, ma (Dio) mise tutti nelle loro mani. [51] Presero e portarono in
Babilonia tutte le sacre suppellettili del Signore, sia grandi sia piccole, i
tesori del Signore e quelli del re. [52] Bruciarono la casa del Signore e
distrussero le mura di Gerusalemme. Bruciarono col fuoco le sue torri. [53]
Distrussero completamente tutte le cose gloriose di Gerusalemme. (Nabucodonosor)
condusse gli scampati in Babilonia con la forza, [54] dove furono schiavi a lui
e ai suoi discendenti, finché non presero il potere i Persiani, compiendo così
la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia: [55] "Finché il
paese non abbia saldato il conto dei suoi sabati - tutto il tempo della sua
desolazione - esso riposerà fino al compimento di settanta anni".
II.
[1]
Nel primo anno di Ciro, re dei persiani, perché si compisse la parola del
Signore, pronunciata per bocca di Geremia, il Signore mosse lo spirito di Ciro,
re dei persiani, il quale fece proclamare per tutto il suo regno, a voce e per
iscritto, il bando seguente: [2] "Questo dice Ciro, re dei persiani: Il
Signore di Israele, il Signore altissimo, mi ha eletto re di tutta la terra e mi
ha ordinato di costruirgli una casa in Gerusalemme, nella Giudea. [3] Pertanto,
se fra voi c'è qualcuno del Suo popolo, il suo Signore sia con lui; vada a
Gerusalemme, situata nella Giudea, a costruire la casa del Signore di Israele.
Questo è il Signore che abita in Gerusalemme. [4] Quanti, dunque, abitano
dispersi nel mio regno, vengano in aiuto di chi rimpatria ciascuno nel luogo in
cui abita, donando oro, argento, cavalli e muli, insieme a tutte le altre cose
che si aggiungeranno a queste per voto e destinate al santuario del Signore che
è in Gerusalemme ". [5] I capi delle famiglie delle tribù di Giuda e di
Beniamino, i sacerdoti e i leviti e tutti coloro dei quali il Signore aveva
destato lo spirito, si mossero per andare a costruire una casa al Signore che ha
dimora in Gerusalemme. [6] I circonvicini li aiutarono in tutto, donando argento
e oro, cavalli e muli, e oggetti innumerevoli che erano stati offerti in voto,
da parte dei tanti, cui il Signore aveva mosso la mente. [7] Il re Ciro tirò
fuori le sacre suppellettili del Signore, che Nabucodonosor aveva portato via da
Gerusalemme e aveva posto nel suo tempio idolatrico. [8] Ciro, re dei persiani,
trattele fuori, le consegnò a Mitridate, il suo tesoriere, e questi le consegnò
a Sanabassaro, governatore della Giudea. [9] Il numero degli oggetti era il
seguente: vasi d'oro: mille; vasi d'argento: mille. Turiboli d'argento:
ventinove. [10] Coppe d'oro: trenta; d'argento: duemilaquattrocentodieci. Altre
suppellettili: mille. [11] Gli oggetti d'oro e d'argento che furono riportati
erano in tutto cinquemilaquattrocentosessantanove: furono riportati a
Gerusalemme da Babilonia da parte di Sanabassaro e di coloro che rientravano
dall'esilio. [12] Al tempo di Artaserse, re dei persiani, gli fu scritta una
lettera contro coloro che abitavano nella Giudea e in Gerusalemme da parte di
Beslemo, Mitridate, Tabellio, Raumo, Beelteemo, Samsaio lo scriba, e di tutti
gli altri loro colleghi, che abitavano in Samaria e in tutti gli altri luoghi
circonvicini. Eccone il testo: [13] "Al re Artaserse, signore i tuoi servi
Raumo, l'annalista, Samsaio lo scriba, e tutti gli altri funzionari dei loro
consigli, che si trovano in Celesiria e in Fenicia. [14] Sia ora reso noto al
signore re che i giudei, che sono venuti da codeste parti a queste, arrivati a
Gerusalemme, stanno ricostruendo questa città ribelle e malvagia, mettono in
ordine le sue piazze e le sue mura e gettano le fondamenta di un tempio. [15] Se
questa città sarà riedificata e le mura ricostruite, non solo quella gente non
tollererà più di pagare il tributo, ma si ribellerà ai re. [16] Poichépoi i
lavori riguardanti il tempio procedono speditamente, riteniamo che sia bene di
non trascurare questo fatto, ma di avvertire il signore re, perché (provveda a
che) siano fatte ricerche, se crede, nei libri dei suoi avi. [17] Troverai fra i
documenti gli scritti che riguardano questa gente e verrai a sapere che questa
città era ribelle ben nota, che dava molestie ai re e alle città; verrai a
sapere che i giudei sono sempre stati ribelli e capaci di condurre degli assedi
contro di loro. E' per questo motivo che la città fu distrutta. [18] Ora,
dunque, ti avvertiamo, signore re, che se questa città sarà ricostruita e
rialzate le sue mura, tu non avrai più accesso alla Celesiria e alla
Fenicia". [19] Allora il re rispose a Raumo l'annalista, a Beelteemo, a
Samsaio lo scriba e a tutti gli altri funzionari della Samaria, della Siria e
della Fenicia con la lettera che segue: [20] "Ho letto la lettera che mi
avete mandato. [21] Ho dato ordine di fare ricerche. E' risultato che la città
in questione fin dai tempi antichi è sempre stata avversa ai re, che i suoi
abitanti hanno fatto ribellioni e guerre; [22] che in Gerusalemme regnavano dei
re forti e decisi, che avevano sottoposto a tributo la Celesiria e la Fenicia.
[23] Ora pertanto do ordine di impedire a questi uomini di costruire la città
[24] e vigilare perché non accada nulla contrariamente a questo ordine e la
loro malvagità non arrivi al punto di molestare i re". [25] Allora, vista
la lettera del re Artaserse, Raumo, Samsaio lo scriba, e i loro colleghi,
precipitatisi a Gerusalemme con cavalli e fanti cominciarono a impedire i lavori
di ricostruzione. [26] Così la ricostruzione del tempio di Gerusalemme ebbe una
pausa che durò fino al secondo anno del regno di Dario, re dei persiani.
III.
[1]
Il re Dario dette una grande festa per tutti i suoi sudditi: per tutti i servi
nati nella sua casa, per i grandi di Media e di Persia, [2] per tutti i satrapi,
i generali e i governatori che amministravano il suo impero dall'India fino
all'Etiopia, nelle centoventisette satrapie. [3] Dopo che ebbero mangiato e
bevuto, si ritirarono sazi. Anche il re Dario si ritirò nel suo appartamento,
andò a letto e si addormentò. [4] Allora i tre giovani paggi, che dovevano
fare la guardia alla persona del re, si dissero fra loro: [5] "Ciascuno di
noi deve pensare una parola, quella che indichi la cosa più forte che ci sia.
Il re Dario poi concederà a colui che apparirà aver detto la cosa più saggia
grandi doni e grandi premi per la vittoria; [6] concederà il diritto di vestire
di porpora, di bere in nappi d'oro, dormire su letti dorati, di procedere su un
carro tirato da cavalli col morso d'oro, concederà di portare il turbante di
bisso e un monile intorno al collo. [7] Questo avrà diritto, per la sua
saggezza, al primo posto dopo quello di Dario e al titolo di cugino di
Dario". [8] Allora ciascuno scrisse la parola che pensava, la sigillò e la
pose sotto il capezzale del re Dario. Dissero: [9] "Quando il re si
sveglierà, gli daranno la lettera e, la parola di chiunque il re e i tre grandi
di Persia giudicheranno che è la più saggia, a quello sarà attribuita,
secondo ciò che sta scritto, la vittoria". [10] Il primo scrisse: "La
cosa più forte è il vino". [11] Il secondo scrisse: "La cosa più
forte è il re". [12] Il terzo scrisse: "La cosa più forte sono le
donne, ma su tutto si afferma la verità". [13] Quando il re si svegliò,
la lettera fu presa e gli fu consegnata. Egli la lesse. [14] Allora mandò a
chiamare tutti i grandi di Persia e di Media, i satrapi, i generali, i
governatori, i prefetti e li fece sedere nella sala delle udienze, dove alla
loro presenza fu data lettura dello scritto. [15] (Il re) disse: "Chiamate
i giovani: essi stessi spiegheranno il senso delle loro parole"; e,
chiamati, entrarono. [16] Dissero loro: "Spiegateci il senso di quel che
avete scritto". [17] Cominciò il primo, quello che aveva indicato la forza
del vino, e disse così: [18] "Signori, com'è che il vino è la cosa più
forte? Esso fa smarrire la mente a tutti gli uomini che ne bevono. [19] Uguaglia
la mente del re e quella dell'orfano, quella del servo e quella del libero,
quella del povero e quella del ricco. [20] Esso volge ogni pensiero in un senso
di benessere e di contentezza, fa dimenticare ogni dolore e ogni colpa. [21]
Rende ricco ogni cuore, gli fa dimenticare re e satrapo e fa parlare ciascuno
nell'abbondanza. [22] Quando si è bevuto, (il vino) fa dimenticare l'amore per
gli amici e per i fratelli; dopo non molto si sguainano le spade. [23] Quando
poi si viene fuori dagli effetti del vino, esso non fa più ricordare che cosa
si è fatto. [24] Signori, non è dunque il vino la cosa più forte, se
costringe gli uomini a comportarsi in questo modo?". E, detto ciò, si
tacque.
IV.
[1]
Cominciò allora a parlare il secondo, quello che aveva indicato la forza del
re. [2] "Signori, gli uomini sono la cosa più forte, perché dominano la
terra, il mare e tutte le cose che ci sono dentro. [3] Ma il re è più forte,
perché domina e signoreggia gli uomini, i quali obbediscono a quanto egli dice
loro. [4] Se dice loro di farsi la guerra fra s‚, la fanno; se li manda contro
i nemici, si mettono in cammino superando montagne, muraglie e torri. [5]
Ammazzano e si fanno ammazzare, ma non trasgrediscono l'ordine del re; se poi
vincono, tutto portano al re, quanto hanno predato e ogni altra cosa. [6] Coloro
poi che non partecipano n‚ alle spedizioni n‚ alle guerre, ma coltivano la
terra, quando hanno seminato e raccolto, ancora portano (tutto) al re. Portano
al re i tributi, con costrizione reciproca: [7] eppure egli è uno solo. Ma se
dice di uccidere, uccidono; se dice di liberare, liberano; [8] se dice di
colpire, colpiscono; se dice di devastare, devastano; se dice di costruire,
costruiscono; [9] se dice di distruggere, distruggono; se dice di piantare,
piantano. [10] Tutto il suo popolo, tutti i suoi eserciti gli obbediscono. [11]
Oltre a questo, quando si sdraia per mangiare, bere, o dormire, essi gli fanno
intorno la guardia, e nessuno può allontanarsi per fare le sue cose, n‚
trasgredire i suoi ordini. [12] Signori, non è dunque il re la cosa più forte,
se è così ubbidito?". E si tacque. [13] Il terzo, quello che aveva
parlato delle donne e della verità - Questo è Zorobabele -, cominciò a
parlare così: [14] "Signori, il re è grande, gli uomini sono potenti, e
il vino è forte. Ma chi c'è che li domina e li signoreggia (tutti)? Sono le
donne. [15] Le donne hanno generato il re e tutto il popolo, che domina il mare
e la terra. [16] E' da loro che sono nati; sono esse coloro che hanno allevato
coloro che piantano le vigne, dalle quali viene il vino. [17] Son loro che fanno
le vesti degli uomini e rappresentano il loro vanto: gli uomini non possono
vivere senza le donne. [18] Se essi ammassano oro, argento e ogni cosa preziosa,
quando vedono una bella donna [19] mettono da parte tutto ciò e pensano a lei:
a bocca aperta la guardano e la preferiscono tutti all'oro, all'argento e a
tutte le cose preziose. [20] L'uomo lascia suo padre, che lo ha allevato, e la
sua terra per attaccarsi alla sua donna. [21] L'animo dell'uomo è con la donna
ed egli non pensa più n‚ al padre, n‚ alla madre, n‚ alla sua terra. [22]
Da questo voi dovete capire che le donne vi dominano; non vi affaticate e penate
per consegnare e offrire tutto alle donne? [23] L'uomo prende la sua spada e
parte per lontane imprese, per predare e rubare, per navigare sui mari e sui
fiumi: [24] affronta il leone, avanza nelle tenebre; quando ha rubato, predato,
saccheggiato, (tutto) porta all'amata. [25] L'uomo ama di più la sua donna che
il padre o la madre. [26] Molti a causa delle donne perdono la testa e si fanno
schiavi per amore loro. [27] Molti si rovinano, hanno sventure, trasgrediscono
le leggi a causa delle donne. [28] E ancora non mi credete? Il re è tanto
grande con la sua potenza, che tutte le regioni si peritano a toccarlo. [29]
Eppure l'ho visto insieme ad Apame, la figlia dell'illustre Bartaco, la
concubina del re, che sedeva alla sua destra. [30] L'ho vista togliere dal capo
del re il diadema per metterselo, schiaffeggiandolo con la mano sinistra, [31] e
il re, con tutto ciò, restava a bocca aperta a guardarla: e se gli sorride,
ride; se gli fa il broncio, la lusinga, perché torni a essergli amica. [32]
Signori, non è chiaro che, se le donne possono comportarsi così, sono le più
forti?". [33] A questo punto il re e i grandi del regno si guardarono in
faccia l'un l'altro, [34] ma egli cominciò a parlare della verità:
"Signori, (abbiamo visto che) le donne sono forti, grande è la terra e
alto il cielo, veloce nella sua corsa il sole, che si volge per il giro del
cielo fino a ritornare al suo posto nel tempo preciso di un giorno. [35] Non è
grande chi compie ciò? Ma la verità è più grande e più forte di ogni cosa.
[36] Tutta la terra invoca la verità, il cielo la benedice e le cose tutte si
agitano e tremano, perché con Lui non c'è nulla di ingiusto. [37] Ingiusto è
il vino, ingiusto è il re, ingiuste le donne, ingiusti tutti i figli degli
uomini, ingiuste tutte le loro opere; tutto è così. In essi non c'è verità e
per la loro ingiustizia periscono. [38] Ma la verità rimane salda e forte per
sempre, essa vive ed esercita la sua potenza per tutti i secoli dei secoli. [39]
Presso di essa non c'è favoritismo n‚ corruzione, ma compie ciò che è
giusto contrariamente a tutti gli altri esseri che sono ingiusti e cattivi:
tutti si compiacciono delle sue opere, e nei suoi giudizi non c'è nulla di
ingiusto. [40] Ad essa è la forza, il regno, la potenza e la grandezza per
sempre. Benedetto il Dio della verità". [41] Così cessò di parlare.
Allora tutta la gente gridò e disse: "Grande è la verità: è essa la
cosa più forte di tutte". [42] Allora il re gli disse: "Chiedi ciò
che vuoi oltre a quello che sta scritto (nella lettera), e te lo daremo, perché
sei stato trovato il più saggio di tutti: tu avrai il posto accanto al mio e
avrai il titolo di mio cugino". [43] Allora egli disse al re:
"Ricordati del voto che facesti il giorno in cui salisti al trono, di
ricostruire Gerusalemme [44] e di restituire tutte le suppellettili prese a
Gerusalemme, che già Ciro aveva messo da parte, quando cominciò a distruggere
Babilonia, e aveva fatto voto di rimandarle là. [45] Anche tu facesti voto di
ricostruire il tempio, che fu bruciato dagli idumei, quando la Giudea fu
devastata dai caldei. [46] Ora è questo ciò che ti chiedo, o re, ciò di cui
ti imploro; questa è la grandezza degna di te. Ti chiedo di compiere il voto
che con la tua bocca facesti al re del cielo". [47] Allora il re Dario si
alzò e lo baciò. Scrisse poi per lui lettere a tutti i funzionari,
governatori, generali e satrapi, perché scortassero lui e coloro che con lui
sarebbero andati a ricostruire Gerusalemme. [48] Altre lettere mandò a tutti i
governatori della Celesiria, della Fenicia e del Libano, perché portassero dal
Libano legno di cedro a Gerusalemme e perché ricostruissero la città insieme a
lui. [49] Scrisse anche a tutti i giudei, che volevano trasferirsi dal regno
nella Giudea, (per garantire loro) che sarebbero stati liberi e che perciò
nessuna autorità, n‚ satrapo, n‚ governatore, n‚ amministratore sarebbe
potuto entrare nelle loro case; [50] che tutta la terra che avrebbero occupato
sarebbe appartenuta a loro, libera da ogni tributo; che gli idumei lasciassero
liberi i villaggi dei giudei che tenevano occupati; [51] che per la
ricostruzione del tempio fossero dati ogni anno venti talenti fino a che non
fosse ricostruito; [52] sull'altare dovevano essere offerti tutti i giorni
olocausti, in numero di diciassette secondo la loro prescrizione, cosa che
rappresentava una spesa di altri dieci talenti per anno; [53] che per tutti
coloro che fossero andati a fondare la città dalla Babilonia ci sarebbe stata
libertà, per loro e per i loro discendenti. Inoltre ai sacerdoti che si fossero
recati a Gerusalemme, [54] ordinò che fosse dato un mantenimento e l'abito
liturgico col quale avrebbero officiato. [55] Anche ai leviti prescrisse che
fosse dato un mantenimento, finché non fosse stato finito il tempio e
Gerusalemme ricostruita. [56] A tutti coloro che dovevano proteggere la città
prescrisse che fossero dati appezzamenti di terreno e un soldo. [57] Rimandò
tutte le suppellettili, che già Ciro aveva fatto mettere fuori da Babilonia, e
tutto ciò che Ciro aveva ordinato di fare, egli stesso confermò che fosse
fatto, e (tutto) rimandato a Gerusalemme. [58] Quando il giovane uscì, alzato
il volto al cielo in direzione di Gerusalemme, benedisse il re del cielo con
queste parole: [59] "Da Te viene la vittoria, da Te viene la saggezza, Tua
è la gloria e io non sono che il Tuo servo. [60] Sii benedetto, ché mi hai
dato la saggezza. Riconosco tutto ciò, Signore dei padri". [6I] Prese le
lettere, andò a Babilonia, e comunicò la cosa a tutti i fratelli, [66] i quali
benedissero il Dio dei loro padri, perché aveva concesso loro la libertà e la
possibilità [63] di ritornare in patria a ricostruire Gerusalemme e il tempio,
dove il Suo nome era invocato. Fecero festa per sette giorni con musica e
allegrezza.
V.
[1]
Dopo furono scelti per tornare in patria i capi delle famiglie secondo le tribù
di appartenenza. Con loro andavano le mogli, i figli, le figlie, i servi, le
serve e il bestiame. [2] Dario li fece scortare da mille cavalieri, perché li
accompagnassero a Gerusalemme senza che avessero molestie. + E con musica,
timpani e flauti [3] e tutti i loro fratelli facevano festa e aveva permesso
loro di rientrare in patria con quelli. + [4] Questi sono i nomi degli uomini
che rientrarono in patria, elencati per famiglie e per tribù, e secondo le loro
funzioni. [5] Sacerdoti, discendenti di Finees, figlio di Aronne: Giosuè,
figlio di Iosedek, figlio di Saraio, e Zorobabele, figlio di Salathiel, figlio
di Ioakim, della casa di David, della stirpe di Fares, della tribù di Giuda.
[6] E' questo che al tempo di Dario, re dei persiani, durante il suo secondo
anno di regno, nel mese di Nisan che è il primo mese, fece quel discorso pieno
di saggezza. [7] Sono questi gli abitanti della Giudea, che rientrarono in
patria dalla schiavitù dell'esilio; sono quelli che aveva deportato in
Babilonia Nabucodonosor, re di Babilonia. [8] Rientrarono in Gerusalemme e in
tutto il resto della Giudea, ciascuno nella sua città; sono quelli che
arrivarono con Zorobabele e Giosuè, con Neemia, Zaraio, Resaio, Enenio,
Mardocheo, Beelsaro, Asfaras, Borolio, Roimo, Baana, i quali diressero il
ritorno. [9] Il numero dei semplici giudei e dei loro capi era il seguente: i
figli di Foros erano duemilacentosettantadue. [10] I figli di Safat erano
quattrocentosettantadue. I figli di Aree erano settecentocinquantasei. [11] I
figli di Faatmoab, cioè i discendenti di Giosuè e di Ioab, erano
duemilaottocentododici. [12] I figli Olamo erano milleduecentocinquantaquattro.
I figli di Zato novecentoquarantacinque. I figli di Khorbe settecentocinque. I
figli di Bani erano seicentoquarantotto. [13] I figli di Bebai settecentoventitr‚.
I figli di Asgad erano milletrecentoventidue. [14] I figli di Adonikam erano
seicentosessantasette. I figli di Bagoi erano duemilasessantasei. I figli di
Adino erano quattrocentocinquantaquattro. [15] I figli di Ater, (cioè di)
Ezechia, erano novantadue. I figli di Kilan e di Azeta erano sessantasette. I
figli di Azuro erano quattrocentotrentadue. [16] I figli di Annia erano
centouno. I figli di Arom erano <...>. I figli di Bassai erano
trecentoventitr‚. I figli di Arifo erano centododici. [17] I figli di Baitero
erano tremilacinque. I figli di Baithlomon erano centoventitr‚. [18] Gli
uomini di Neteba erano cinquantacinque. Quelli di Enato erano centocinquantotto.
Gli uomini di Baitasmon erano quarantadue. [19] Gli uomini di Kariathiario erano
venticinque. Gli uomini di Kapira e di Berot erano settecentoquarantatr‚. [20]
I Khadiasi e gli Ammidi erano quattrocentoventidue. Gli uomini di Kimara e di
Gabbe erano seicentoventuno. [21] Gli uomini di Makalon erano centoventidue.
Quelli di Baitolio erano cinquantadue. I figli di Nifis erano centocinquantasei.
[22] I figli dell'altro Kalamo e di Onus erano settecentoventicinque. I figli di
Ierekho erano trecentoquarantacinque. [23] I figli di Sanaas erano
tremilacentotrenta. [24] Sacerdoti: i figli di Ieddo, figlio di Giosuè, quindi
della discendenza di Anasib, erano novecentosettantadue. I figli di Emmero erano
millecinquantadue. [25] I figli di Fassuro erano milleduecentoquarantasette. I
figli di Kharme erano millediciassette. [26] Leviti: i figli di Giosuè, di
Kadmielo, di Banno, di Sudio erano settantaquattro. [27] Cantori del tempio: i
figli di Asaf erano centoventotto. [28] Portieri: i figli di Salum, i figli di
Atar, i figli di Tolman, i figli di Akub, i figli di Ateta, i figli di Sobai; in
tutto erano centotrentanove. [29] Servi del tempio: i figli di Esau, i figli di
Asifa, i figli di Tabaoth, i figli di Keras, i figli di Sua, i figli di Fadaio,
i figli di Labana, i figli di Angaba, [30] i figli di Akud, i figli di Uta, i
figli di Ketab, i figli di Agaba, i figli di Sybai, i figli di Anan, i figli di
Kathua, i figli di Gheddur, [31] i figli di Iairo, i figli di Daisan, i figli di
Noeba, i figli di Khaseba, i figli di Gazera, i figli di Ozio, i figli di Finoe,
i figli di Asara, i figli di Basthai, i figli di Asana, i figli di Maani, i
figli di Nafisi, i figli di Akuf, i figli di Akhiba, i figli di Asur, i figli di
Farakim, i figli di Basaloth, [32] i figli di Meedda, i figli di Kutha, i figli
di Kharea, i figli di Barkhus, i figli di Serar, i figli di Thomoi, i figli di
Nasi, i figli di Atifa. [33] Figli dei servi di Salomone: i figli di Assafioth,
i figli di Farida, i figli di Ieeli, i figli di Lozon, i figli di Isdael, i
figli di Safythi, [34] i figli di Aghia, i figli di Fakareth-sabie, i figli di
Sarothie, i figli di Masias, i figli di Gas, i figli di Addus, i figli di Subas,
i figli di Aferra, i figli di Barodis, i figli di Safat, i figli di Amon. [35]
Fra tutti, i servi del tempio e i figli dei servi di Salomone, erano
trecentosettantadue. [36] Quanto a quelli che seguono e rientrarono in patria da
Thermeleth e da Thelersas, sotto la guida di Kharaath, di Adan e di Amar, [37]
non poterono dimostrare che l'origine delle loro famiglie era ebraica. Sono i
figli di Dalan figlio di Tuban, e i figli di Nekodan; assommavano a
seicentocinquantadue. [38] Fra i sacerdoti, aspiravano all'esercizio del
sacerdozio, ma non poterono dimostrare la loro origine: i figli di Obbia, i
figli di Akkos, i figli di Ioddus che aveva sposato Auglia, una delle figlie di
Farzellaio, e che fu chiamato col nome di quest'ultimo. [39] A questi, essendo
stato ricercato il loro attestato genealogico nel registro e non essendo stato
trovato, fu tolto il diritto di esercitare il sacerdozio [40] e [Neemia e]
Attaria disse loro di non partecipare alle cerimonie sacre, finché non fosse
sorto un sommo sacerdote che avesse la capacità di indicare come stessero
realmente le cose. [41] In tutto gli israeliti erano, contando a partire dai
dodicenni e senza includere nel numero i servi e le serve,
quarantaduemilatrecentosessanta. I loro servi e le loro serve ammontavano a
settemilatrecentosette. I suonatori di arpa e i suonatori di cetra erano
duecentoquarantacinque. [42] I cammelli erano quattrocentotrentacinque; i
cavalli settemilatrentasei, i muli duecentoquarantacinque, le bestie da tiro
cinquemilacinquecentoventicinque. [43] Alcuni capifamiglia, quando arrivarono al
tempio di Dio che è in Gerusalemme, si impegnarono a ricostruirlo nello stesso
posto, contribuendo ciascuno secondo le proprie sostanze, [44] e a dare al fondo
per i lavori del tempio mille mine d'oro e cinquemila mine d'argento. Fornivano
anche cento vesti per i sacerdoti. [45] I sacerdoti, i leviti e i semplici
giudei si stanziarono in Gerusalemme e nella regione. I suonatori del tempio, i
portieri e tutti gli altri israeliti si stabilirono ciascuno nel suo villaggio.
[46] Giunto il settimo mese ed essendo i figli di Israele ciascuno nel suo
stanziamento, si radunarono tutti insieme nello spiazzato antistante la prima
porta, quella rivolta a oriente. [47] Giosuè, figlio di Iosedek, assieme ai
suoi fratelli sacerdoti, e Zorobabele, figlio di Salathiel, assieme ai suoi
fratelli, approntarono l'altare del Dio d'Israele, [48] sul quale offrire
olocausti secondo le prescrizioni contenute nel libro di Mosè, uomo di Dio.
[49] E a loro si unirono alcuni appartenenti ad altri popoli della regione. Essi
innalzarono l'altare nello stesso luogo, per quanto fossero odiati da tutti i
popoli che abitavano la regione e fossero da essi oppressi. Offrirono al Signore
vari sacrifici e gli olocausti, quelli del mattino e quelli della sera. [50]
Celebrarono inoltre la festa delle Capanne, come è prescritto nella Legge, e i
sacrifici giornalieri, come era dovuto, [51] e oltre a questo pensarono alle
offerte perpetue e a tutti gli altri sacrifici: per i sabati, le neomenie e
tutte le sacre feste. [52] E quanti avevano fatto un voto a Dio, cominciarono a
offrirgli sacrifici a partire dalla neomenia del settimo mese, per quanto il
tempio non fosse stato ancora costruito. [53] Essi dettero danaro per i lapicidi
e per i muratori e cibo, bevande e + carri + per i Sidonii e per i Tirii, perché
portassero dal Libano legni di cedro mediante zattere fino al porto di Ioppe,
secondo l'ordine scritto per loro da Ciro, re dei persiani. [54] Nell'anno
secondo, nel secondo mese, giunto al tempio di Dio in Gerusalemme Zorobabele,
figlio di Salathiel, lui e Giosuè, figlio di Iosedek, e i suoi fratelli e i
sacerdoti leviti e tutti coloro che erano rientrati in Gerusalemme dall'esilio
[55] gettarono le fondamenta del tempio di Dio nella neomenia del secondo mese
del secondo anno del ritorno in Giudea e a Gerusalemme. [56] Essi posero i
leviti, da diciotto anni in su, a capo dei lavori per il Signore. Sorvegliavano
tutti insieme i lavori del tempio Giosuè coi suoi figli, e con i fratelli fra i
quali c'era Kadmiel, mentre fra i figli c'era Emadabun: c'erano anche i
discendenti di Ioda, figlio di Iliadun, coi loro figli e fratelli: erano tutti
leviti. [57] I costruttori costruirono il tempio del Signore. I sacerdoti
stavano in piedi nelle loro vesti liturgiche con musiche e trombe e insieme a
loro i leviti, figli di Asaf, che inneggiavano con cembali al Signore e lo
benedicevano con le parole di David, re di Israele. [58] Essi cantavano ad alta
voce benedicendo il Signore, dicendo che la Sua bontà e la Sua gloria sono per
tutto Israele per sempre. [59] Tutto il popolo suonava le trombe e gridava a
gran voce inneggiando al Signore per la ricostruzione della Sua casa. [60] A
vedere la ricostruzione del tempio, vennero alcuni fra i più vecchi dei
sacerdoti <e> dei leviti e dei capi delle famiglie, i quali avevano visto
il tempio precedente: gridavano e piangevano fortemente, [61] come facevano
anche molti altri che gridavano in mezzo al suono delle trombe e nell'esultanza,
così forte [62] che il popolo per il pianto non riusciva a sentire le trombe. E
la folla suonava così forte che si sentiva da lontano. [63] I nemici della tribù
di Giuda e di Beniamino, avendo sentito, vennero per sapere che cosa
significasse il suono delle trombe. [64] Vennero così a sapere che i reduci
dall'esilio stavano ricostruendo il tempio del Signore, Dio d'Israele. [65]
Avvicinatisi pertanto a Zorobabele, a Giosuè e ai capi delle famiglie, dissero
loro: "Noi vogliamo partecipare alla ricostruzione del tempio; [66] perché
anche noi obbediamo al vostro Signore e gli facciamo sacrifici dal tempo di
Asbasareth, re degli Assiri, il quale ci deportò in questo luogo". [67]
Risposero loro Zorobabele, Giosuè e i capi delle famiglie d'Israele: "Non
è affare vostro e nostro insieme ricostruire il tempio per il Signore nostro
Dio: [68] noi soli infatti lo ricostruiremo per il Signore di Israele, secondo
quanto ci ha ordinato Ciro, re dei persiani". [69] Allora i popoli della
regione, opprimendo i giudei, cercarono di impedire la ricostruzione con le loro
manovre. [70] Tramavano, sobillavano il popolo, provocavano rivolte e così
impedirono che si completasse la ricostruzione per tutto il tempo della vita del
re Ciro. [71] Così gli israeliti furono costretti a sospendere i lavori per due
anni, fino al regno di Dario.
VI.
[1]
L'anno secondo del regno di Dario cominciarono a profetizzare Aggeo e Zaccaria,
figlio di Eddi. Essi esercitarono il loro ministero per gli ebrei che si
trovavano nella Giudea e in Gerusalemme in nome del Signore, Dio d'Israele che
li proteggeva. [2] Allora Zorobabele, figlio di Salathiel, e Giosuè, figlio di
Iosedek, cominciarono a ricostruire il tempio del Signore in Gerusalemme, con
l'appoggio dei profeti del Signore che stavano con loro. [3] In questo tempo si
presentarono a loro Sisinne, governatore della Siria e della Fenicia e
Sathrabuzane insieme con gli altri funzionari e dissero loro: [4] "Con
l'appoggio di chi costruite questo tempio e questo tetto e fate tutto il resto?
Chi sono i costruttori che fanno questo lavoro?". [5] Gli anziani dei
giudei trovarono grazia presso il Signore, che aveva visitato la comunità in
esilio. [6] Infatti ebbero il permesso di continuare la costruzione finché non
fosse stato avvertito Dario della cosa e non fossero giunte istruzioni. [7]
Copia della lettera che fu scritta e mandata a Dario da Sisinne, governatore
della Siria e della Fenicia, da Sathrabuzane e dagli altri funzionari che
governavano la Siria e la Fenicia. [8] "Al re Dario salute. Al signore
nostro, il re, sia noto che giunti nella regione della Giudea e arrivati alla
città di Gerusalemme, abbiamo trovato che gli anziani dei giudei tornati
dall'esilio stanno ricostruendo nella città di Gerusalemme un tempio nuovo e
grande in onore del Signore, con pietre levigate e con prezioso legname
applicato alle pareti. [9] Questo lavoro va avanti in fretta e procede bene
nelle loro mani; è fatto splendidamente e con cura. [10] Allora abbiamo
domandato a questi anziani: Con l'appoggio di chi costruite questo tempio e
gettate queste fondamenta? . [11] Abbiamo dunque posto queste domande per farti
conoscere e poterti scrivere chi siano gli uomini che li guidano e abbiamo loro
chiesto che ci dessero per iscritto i nomi dei capi. [12] Essi ci hanno risposto
con queste parole: Noi siamo servi del Signore, che ha creato il cielo e la
terra. [13] Questo tempio fu costruito moltissimi anni fa da un re d'Israele
grande e forte e fu compiuto. [14] Ma quando i nostri padri peccarono contro il
Signore del Cielo, (Dio) di Israele, provocandolo a sdegno, Egli li dette nelle
mani di Nabucodonosor, re di Babilonia, re dei Caldei. [15] Distrussero il
tempio e lo bruciarono; condussero il popolo schiavo in Babilonia. [16] Ma nel
primo anno del regno di Ciro sulla Babilonia, il re Ciro emanò un editto con
cui ordinava di ricostruire questo tempio. [17] Anche le suppellettili sacre
d'oro e d'argento, che Nabucodonosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme
e che aveva deposto nel suo tempio, il re Ciro le fece portar fuori dal tempio
di Babilonia. Furono consegnate [a Zorobabele e] al governatore Sanabassaro,
[18] e gli fu ordinato di riportar via tutte queste suppellettili e di
rimetterle nel tempio di Gerusalemme. (Gli fu anche ordinato) di costruire
questo tempio del Signore nello stesso luogo. [19] Allora il detto Sanabassaro,
giunto sul luogo, gettò le fondamenta del tempio del Signore in Gerusalemme. Ma
da allora fino ad oggi il tempio non è stato finito . [20] Ora, dunque, o re,
se vuoi, si faccia un'indagine negli archivi reali del signore re, che si
trovano in Babilonia. [21] E se si troverà che la costruzione del tempio del
Signore di Gerusalemme è avvenuta conformemente al decreto del re Ciro, e se il
re nostro signore confermerà quest'ordine, che egli ci informi riguardo a
queste cose". [22] Allora il re Dario ordinò che si ricercasse negli
archivi reali di Babilonia. Ma fu in Ecbatana, la fortezza situata nella Media,
che si trovò un rotolo, in cui era registrato quanto segue: [23] "Nel
primo anno del re Ciro. Il re Ciro ha ordinato di ricostruire il tempio di
Gerusalemme del Signore, dove compiere sacrifici con fuoco perenne. [24] <La
sua lunghezza doveva essere di...>, la sua altezza doveva essere di sessanta
cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti, con tre ordini di pietra levigata e
uno di legno nuovo tratto dal posto; la spesa sarebbe stata a carico del palazzo
del re Ciro. [25] Anche le suppellettili sacre del tempio del Signore, sia d'oro
sia d'argento, che Nabucodonosor aveva asportato dal tempio di Gerusalemme per
portarle a Babilonia, dovevano essere riportate nel tempio di Gerusalemme, dove
stavano prima, perché vi fossero poste di nuovo. [26] Ordinò inoltre a Sisinne,
governatore della Siria e della Fenicia, a Sathrabuzane e a tutti gli altri
funzionari incaricati di governare la Siria e la Fenicia, di star accuratamente
lontani dal quel luogo e di lasciare che Zorobabele, servo del Signore e
governatore della Giudea, e gli anziani dei giudei costruissero in quel luogo il
detto tempio del Signore. [27] Inoltre, io ordino che la costruzione sia fatta
interamente e di sorvegliare che si collabori con i reduci dall'esilio fino al
compimento del tempio del Signore. [28] Si provveda inoltre a fornire dalle
tasse della Celesiria e della Fenicia un contributo per questa gente, in bovi,
montoni e agnelli, da consegnare al governatore Zorobabele, e che dovrà essere
impiegato per i sacrifici in onore del Signore; [29] inoltre dovrà essere
inviato inderogabilmente frumento, sale, vino, olio, anno per anno,
continuamente, secondo le richieste dei sacerdoti di Gerusalemme per essere
impiegati giorno per giorno, [30] perché possano esser fatte libagioni al Dio
Altissimo per il re e per i suoi figli e perché si preghi per la loro vita.
[31] Inoltre (Dario) ordina che chiunque trasgredisca o semplicemente non esegua
un qualunque punto di quanto è stato sopra detto e scritto, che sia preso un
legno dai suoi beni e che vi venga appeso; i suoi beni siano confiscati a favore
del tesoro reale. [32] Pertanto, che il Signore, il cui nome è invocato in quel
luogo, disperda ogni re e ogni popolo, il quale stenda la sua mano a impedire o
danneggiare la costruzione del detto tempio del Signore in Gerusalemme. [33] Io,
il re Dario, ho decretato che si proceda con cura conformemente a questo
ordine".
VII.
[1]
Allora Sisinne, governatore della Celesiria e della Fenicia, Sathrabuzane e gli
altri funzionari, eseguendo gli ordini dati dal re Dario, [2] sovrintendettero
ai sacri lavori collaborando di buona volontà con gli anziani dei giudei e con
i sovrintendenti del tempio. [3] I lavori del tempio procedettero così senza
ostacoli, accompagnati dalla parola ispirata dei profeti Aggeo e Zaccaria, [4] e
furono portati a compimento per volontà del Signore, Dio d'Israele. [5] Il
sacro tempio fu compiuto per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re dei
persiani, il ventitreesimo giorno del mese di Adar nell'anno sesto del re Dario.
[6] I figli d'Israele, i sacerdoti, i leviti e tutti coloro che si erano uniti a
loro ritornando dall'esilio, si comportarono secondo le indicazioni del libro di
Mosè. [7] Per la dedicazione del tempio del Signore offrirono cento buoi,
duecento montoni, quattrocento agnelli; [8] inoltre dodici capri per il peccato
di tutto Israele secondo il numero dei dodici capi delle tribù di Israele. [9]
I sacerdoti e i leviti, indossando le vesti liturgiche, divisi secondo le loro
famiglie si occupavano delle cose del Signore, Dio d'Israele, secondo il libro
di Mosè. A ciascuna porta stavano i portieri. [10] I figli d'Israele rientrati
dall'esilio celebrarono la Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese. I
sacerdoti e i leviti si purificarono insieme. [11] Non tutti coloro che erano
rientrati dall'esilio si purificarono, ma tutti i leviti si purificarono [12] e
sacrificarono la pasqua per tutti coloro che erano rientrati dall'esilio, per i
sacerdoti loro fratelli, e per se stessi. [13] La mangiarono i figli d'Israele
che erano rientrati dall'esilio, tutti quelli che si erano separati dalle
impurità dei pagani che abitavano la regione, perché cercavano il Signore.
[14] Celebrarono la festa degli azimi per sette giorni, rallegrandosi davanti al
Signore, [15] perché aveva cambiato la volontà del re degli assiri nei loro
riguardi, così da rafforzare le loro mani a compiere le cose del Signore, Dio
d'Israele.
VIII.
[1]
Fu in seguito, sotto il regno di Artaserse, re dei persiani, che venne Esdra,
figlio di Saraio, figlio di Ezerio, figlio di Khelkio, figlio di Salemo, [2]
figlio di Sadduco, figlio di Akhitob, figlio di Amario, figlio di Ozio, figlio
di Bocca, figlio di Abisue, figlio di Finees, figlio di Eleazaro, figlio di
Aronne, che fu il primo sacerdote. [3] Questo Esdra rientrò dalla Babilonia
come scriba esperto della Legge di Mosè, promulgata dal Dio d'Israele. [4] A
lui il re conferì onori, perché aveva trovato grazia di fronte a lui
nell'eseguire tutti i suoi ordini. [5] Una parte dei figli d'Israele, dei
sacerdoti, dei leviti, dei cantori, dei portieri e dei servi del tempio rientrò
con lui in Gerusalemme nell'anno settimo del regno di Artaserse, nel quinto
mese. Quest'anno era il settimo del re. [6] Partirono da Babilonia nella
neomenia del primo mese e giunsero a Gerusalemme nella neomenia del quinto mese,
perché il Signore concesse loro un viaggio senza ostacoli, in quanto proteggeva
Esdra. [7] Infatti Esdra ebbe tale saggezza, da non tralasciare nulla delle
prescrizioni della Legge del Signore e dei Suoi comandamenti <e> da
insegnare a tutto Israele tutte le Sue decisioni e tutti i Suoi giudizi. [8] Il
decreto scritto fu consegnato da parte del re Artaserse a Esdra, sacerdote e
lettore della Legge del Signore, del quale ecco la copia: [9] "Il re
Artaserse a Esdra, sacerdote e lettore della Legge del Signore, salute. [10]
Tenendo conto della mia benevolenza, ho ordinato che i volontari del popolo dei
giudei, dei sacerdoti, dei leviti e di tutti coloro che si trovano nel nostro
regno, i quali lo vogliano, possano venire con te a Gerusalemme. [11] Quanti
dunque ne hanno desiderio, partano insieme a te, secondo quanto è decretato da
me e dai miei sette consiglieri, [12] perché facciano un'indagine sulla
situazione della Giudea e di Gerusalemme, secondo le norme che stanno nella
Legge del Signore, [13] e perché portino a Gerusalemme, al Signore d'Israele, i
doni che io e i miei consiglieri abbiamo promesso, e (perché portino) a
Gerusalemme l'oro e l'argento che nella terra di Babilonia si trovi offerto per
il Signore, insieme a tutto ciò che viene offerto in dono dal popolo (ebraico)
per il tempio del suo Signore situato in Gerusalemme. [14] L'oro e l'argento
deve essere impiegato in bovi, montoni, agnelli e in tutto ciò che sia
necessario [15] per offrire sacrifici sull'altare del Signore degli ebrei,
situato in Gerusalemme. [16] Tutto ciò che tu, insieme coi tuoi fratelli,
voglia fare con l'oro e con l'argento, fallo pure secondo la volontà del tuo
Dio. [17] Disponi inoltre come vuoi delle suppellettili sacre che ti vengono
consegnate, per essere usate per il tempio del tuo Dio, situato in Gerusalemme.
[18] Quanto poi a tutto il resto che ti venga a essere necessario per gli usi
del tempio del tuo Dio, fa' le spese sul tesoro reale. [19] Per questo, io
Artaserse, il re, ho ordinato ai tesorieri della Siria e della Fenicia che
paghino prontamente a Esdra, sacerdote e lettore della Legge di Dio Altissimo,
quanto egli richieda, fino alla cifra di cento talenti d'argento; [20] e
ugualmente fino a cento cori di grano, a cento metrete di vino e sale in
abbondanza. [21] Tutto sia compiuto accuratamente secondo la Legge di Dio, in
onore di Dio Altissimo, affinché la Sua ira non si scateni contro il regno del
re e dei suoi figli. [22] A voi si ordina inoltre di non imporre nessun tributo
n‚ alcuna altra tassa a nessun sacerdote, a nessun levita, a nessun cantore, a
nessun portiere, a nessun servo del tempio e a nessuno di quanti vi prestano la
loro opera; che nessuno abbia l'autorità di imporre alcunché a questi. [23]
Quanto a te, Esdra, nomina secondo la saggezza di Dio giudici di vario genere,
perché giudichino in tutta la Siria e nella Fenicia tutti coloro che conoscono
la Legge del tuo Dio; in quanto a coloro che non la conoscono, gliela
insegnerai, [24] e quanti trasgrediscono la Legge del tuo Dio che è anche legge
del re, siano puniti severamente con la morte, col castigo, con una multa o con
l'arresto". [25] Benedetto sia il Signore unico, che ha posto nel cuore del
re il pensiero di glorificare il Suo tempio in Gerusalemme, [26] mi ha onorato
davanti al re, ai suoi consiglieri, ai suoi funzionari e a tutti i grandi. [27]
Così io divenni fiducioso, perché ero protetto dal Signore, Dio mio, e
raccolsi fra Israele degli uomini che rientrassero in patria con me. [28] Questi
sono i capi delle famiglie e delle stirpi che rientrarono con me dalla
Babilonia, durante il regno del re Artaserse. [29] Dei figli di Finees, Garsomo;
dei figli di Ietamaro, Gamelo; dei figli di David, Attus, figlio di Sekhenio;
[30] dei figli di Foros, Zaccaria e con lui, secondo il documento, c'erano
centocinquanta uomini; [31] dei figli di Faathmoab, Eliaonia, figlio di Zaraio,
e con lui c'erano duecento uomini [32] dei figli di Zathoes, Sekhenia, figlio di
Iezelo, e con lui c'erano trecento uomini; dei figli di Adino, Ben-Ionatho, e
con lui c'erano duecentocinquanta uomini; [33] dei figli di Elam, Iesia, figlio
di Gotholio, e con lui c'erano settanta uomini; [34] dei figli di Safatio,
Zaraia, figlio di Mikhaelo, e con lui c'erano settanta uomini; [35] dei figli di
Ioab, Abadia, figlio di Iezelo, e con lui c'erano duecentododici uomini [36] dei
figli di Bani, Assalimoth, figlio di Iosafio, e con lui c'erano centosettanta
uomini; [37] dei figli di Babi, Zaccaria, figlio di Bebai, e con lui c'erano
ventotto uomini [38] dei figli di Asgath, Ioanes, figlio di Akatan, e con lui
c'erano centodieci uomini; [39] dei figli di Adonikam, che sono gli ultimi, ecco
i loro nomi: Elifalato, Ieuel e Samaia e con loro c'erano settanta uomini; [40]
dei figli di Bago, Uthi, figlio di Istalkuro, e con lui c'erano settanta uomini.
[41] Io li radunai sul fiume detto Thera, dove rimanemmo accampati per tre
giorni, e li contai. [42] Ma non avendo trovato nessuno che appartenesse ai
sacerdoti o ai leviti [43] mandai a chiamare Eleazaro, Iduelo, Maasma, Elnata,
Samaia, Ioribo, Nathan, Ennatan, Zaccaria e Mesolamo, che, erano capifamiglia e
saggi. [44] Dissi loro di andare da Addaio, che era un capofamiglia che
risiedeva nel luogo in cui era il tesoro, [45] ordinando loro di parlare con
Addaio, coi suoi fratelli e con quanti erano in quel luogo come tesorieri, perché
ci mandassero gente che potesse esercitare il sacerdozio nel tempio del Signore
nostro. [46] Ed essi ci condussero, data la forte protezione del Signore nostro,
uomini saggi fra i figli di Mooli, figlio di Levi, figlio d'Israele: Asebebia
coi figli e coi fratelli, diciotto uomini; [47] Asebia, Annuno e suo fratello
Osaia, dei discendenti di Khanunaio, insieme coi loro figli, venti uomini; [48]
dei servi del tempio, resi tali da David e dai capi perché aiutassero i leviti,
duecentoventi servi del tempio. I nomi di tutti furon segnati per iscritto. [49]
Allora prescrissi ai giovani che si facesse lì un digiuno davanti al Signore
nostro, [50] per ottenere da Lui un viaggio felice per noi, per i figli e per le
bestie che erano con noi. [51] Mi vergognavo infatti a chiedere al re una scorta
di fanti e di cavalieri, perché ci proteggessero dai nemici: [52] ché avevamo
detto al re che la forza del Signore nostro sarebbe stata in ogni occasione con
coloro che Lo avessero cercato. [53] Pregammo il Signore nostro per questo, e lo
trovammo benigno. [54] Io allora scelsi fra i capi delle famiglie sacerdotali
dodici uomini, Serebia e Asabia e con loro altri dieci dei loro fratelli. [55]
Pesai e consegnai loro l'argento, l'oro e le suppellettili sacre per il tempio
del Signore nostro, che ci avevano donato il re stesso, i suoi consiglieri, i
suoi grandi e tutto Israele. [56] Pesai e consegnai loro seicentocinquanta
talenti d'argento e suppellettili in argento per un peso di cento talenti, cento
talenti d'oro, venti oggetti d'oro e suppellettili di bronzo, di ottimo bronzo,
lucenti, che sembravano d'oro: dodici oggetti. [57] Dissi loro: "Voi siete
sacri al Signore, come anche queste suppellettili sono sacre; l'argento poi e
l'oro sono un'offerta per il Signore, Signore dei nostri padri. [58] Vegliate
pertanto e sorvegliate, finché non abbiate consegnato tutto ciò ai capi dei
sacerdoti e dei leviti e ai capifamiglia di Israele, in Gerusalemme, nelle
stanze del tempio del Signore nostro". [59] I sacerdoti e i leviti, preso
in consegna l'argento, l'oro e le suppellettili, tutto portarono in Gerusalemme,
dentro il tempio del Signore. [60] Partiti dal fiume Thera il dodicesimo giorno
del primo mese, con la potente protezione del Signore nostro che era su di noi,
arrivammo a Gerusalemme. Egli ci protesse durante il viaggio da ogni nemico, e
così arrivammo a Gerusalemme. [61] Lasciati passare tre giorni, l'argento e
l'oro furono pesati e consegnati, nel tempio del Signore nostro, al sacerdote
Marmothi, figlio di Uria; [66] con lui c'era Eleazaro, figlio di Finees, e
insieme con loro c'erano i leviti Iosabdo, figlio di Giosuè, e Moeth, figlio di
Sabanno. La consegna fu fatta secondo il numero e il peso degli oggetti. Nel
momento stesso della consegna fu registrato il loro peso. [63] Coloro che erano
rientrati dall'esilio offrirono sacrifici al Signore, Dio d'Israele: dodici bovi
per tutto Israele, novantasei montoni, settantadue agnelli, e dodici capri in
sacrificio di salvezza. Tutto fu offerto in olocausto al Signore. [64]
Consegnarono poi gli ordini del re agli amministratori reali e ai governatori
della Celesiria e della Fenicia, i quali resero onore al popolo e al tempio del
Signore. [66] Compiute tutte queste cose, si presentarono a me i capi, dicendo:
[66] "N‚ il popolo d'Israele, n‚ i capi delle famiglie, n‚ i
sacerdoti, n‚ i leviti hanno allontanato da s‚ le genti allogene che abitano
la regione, e non hanno nemmeno messo da parte le impurità di questi, dei
cananei, degli etei, dei ferezei, dei gebusei, dei moabiti, degli egizi e degli
idumei. [67] Ma si sono sposati con le loro figlie, loro stessi e i loro figli;
così il seme sacro si è mescolato con quello delle genti allogene che abitano
la regione. Anche i capi e i maggiorenti hanno partecipato fin da principio a
questa trasgressione della Legge". [68] Quando sentii ciò, mi stracciai i
vestiti e la veste sacerdotale, mi strappai i capelli e la barba; poi sedetti
preoccupato e addolorato. [69] Allora si radunarono presso di me tutti coloro
che si erano commossi alla parola del Signore d'Israele, mentre io piangevo per
le trasgressioni d'Israele. Sedetti addolorato fino al sacrificio della sera.
[70] Allora mi alzai dal mio digiuno con i vestiti e la veste sacra stracciati
e, inginocchiatomi, stesi le braccia al Signore e dissi: [71] "Signore, io
son confuso e mi vergogno davanti a te, [72] perché i nostri peccati sono
cresciuti al di sopra delle nostre teste e le nostre colpe sono arrivate fino al
cielo [73] fino dal tempo dei nostri padri. E anche ora siamo sempre in un
peccato grande. [74] A causa dei nostri peccati e di quelli dei nostri padri,
siamo stati consegnati, noi coi nostri fratelli, coi nostri re e coi nostri
sacerdoti, ai re della terra, destinati alla spada, alla prigionia, al
saccheggio, coperti fino ad oggi di vergogna. [75] Ma ora in qualche misura ci
è stata fatta misericordia da te, Signore, così da esserci lasciata una radice
e un nome nel luogo del tuo santuario, [76] da far brillare una nostra luce
nella casa del Signore nostro, e da darci sostentamento durante la nostra
schiavitù. [77] Quando eravamo schiavi, non fummo abbandonati dal Signore
nostro, ma anzi ci fece trovare grazia di fronte ai re dei persiani, [78] per
darci sostentamento, per glorificare il tempio del Signore nostro, per
risvegliare Sion desolata e per darci un fondamento nella Giudea e in
Gerusalemme. [79] E ora, Signore, che diremo con tutti i benefici che abbiamo
avuto? Abbiamo trasgredito i tuoi comandamenti, che ci hai dato per mezzo dei
tuoi servi, i profeti, quando dicesti: [80] La terra, nella quale entrate per
possederla, è una terra contaminata dall'impurità delle genti straniere che la
abitano: l'hanno riempita della loro impurità . [81] Smettete, dunque, di dare
in spose le vostre figlie ai loro figli e di prendere le loro figlie come spose
per i vostri figli. [82] Non cercate mai più di stare in pace con gli
stranieri, se volete essere forti e godere dei frutti di questa terra e
lasciarla in eredità per sempre ai vostri figli. [83] Tutto ciò che ci
avviene, ci accade per le nostre opere malvagie e per i nostri grandi peccati.
[84] Infatti Tu, o Signore, hai reso leggeri i nostri peccati e ci hai concesso
questa radice, ma noi siamo tornati a trasgredire la Tua Legge, mescolandoci
all'impurità delle genti che abitano questa terra. [85] Ma Tu non Ti sei
adirato contro di noi da distruggerci, fino a non lasciar n‚ radice, n‚
seme, n‚ nome di noi! [86] Perché, Signore d'Israele, Tu sei fedele. Noi
siamo restati oggi come radice. [87] Ecco, noi siamo davanti a Te con le nostre
trasgressioni: non è possibile restare ancora alla Tua presenza in queste
condizioni". [88] Mentre Esdra pregando faceva questa confessione,
piangendo prostrato davanti al tempio, da Gerusalemme si radunò presso di lui
una grandissima folla di uomini, di donne e di ragazzi: nella folla c'era un
gran pianto. [89] Iekhonia, figlio di Ieelo, uno dei figli d'Israele, presa la
parola, così disse a Esdra: "Abbiamo peccato contro il Signore sposando
donne straniere, appartenenti alle genti che abitano questa terra: ma c'è
ancora una speranza per Israele. [90] Si faccia ora un giuramento al Signore, di
cacciare tutte le mogli straniere che abbiamo, insieme ai loro figli,
conformemente alla decisione tua e di quanti obbediscono alla Legge del Signore.
[91] Alzati e agisci, ché la cosa dipende da te. Noi, col tuo aiuto, saremo
forti". [92] Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti,
dei leviti e di tutto Israele che avrebbero fatto in questo modo. E giurarono.
IX.
[1] Allora Esdra, alzatosi, dal cortile del tempio andò nella stanza di Ioanan, figlio di Eliasibo, [2] dove passò la notte senza toccare pane n‚ bere acqua, facendo cordoglio per le gravi trasgressioni del popolo. [3] In tutta la Giudea e in Gerusalemme fu fatto un editto destinato a tutti coloro che erano tornati dall'esilio, perché si radunassero in Gerusalemme. [4] A quanti non fossero venuti nel giro di due o tre giorni, secondo la decisione degli anziani più importanti, sarebbe stato confiscato il bestiame ed essi sarebbero stati esclusi dalla comunità di coloro che erano rientrati dall'esilio. [5] Gli appartenenti alla tribù di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme nel giro di tre giorni. Era il ventesimo giorno del nono mese. [6] Tutto il popolo sedette nello spiazzato del tempio, tremando per la pioggia sopraggiunta. [7] Alzatosi, Esdra disse loro: "Voi avete trasgredito la Legge, sposando donne straniere: così avete aggiunto un altro peccato a Israele: [8] ma ora riconoscete [glorificate] il Signore, Dio dei nostri padri. [9] Fate la Sua volontà e separatevi dalle genti che abitano questa terra e dalle mogli allogene". [10] Allora tutto il popolo proclamò a gran voce: "Noi faremo così come hai detto. [11] Ma siamo in molti ed è la stagione delle piogge; non ce la facciamo a restare all'aperto [e non abbiamo trovato rifugio]. Inoltre il nostro affare non è da sbrigarsi in un giorno o due. Siamo moltissimi ad aver commesso questo peccato. [12] Restino qui i capi del popolo; e quanto a coloro che abitano dispersi per il paese, quelli almeno che hanno mogli allogene, torneranno nel tempo che verrà loro fissato, [13] portando con s‚ gli anziani e i giudici ciascuno della sua zona, finché non sia distolta da noi l'ira del Signore per questo affare". [14] Gionata, figlio di Azaelo, e Iesia, figlio di Thocano, accettarono questa proposta; Mosollamo, Levi e Sabbataio l'appoggiarono. [15] I reduci dall'esilio si comportarono interamente secondo questa deliberazione. [16] Il sacerdote Esdra si scelse degli uomini fra i capifamiglia, tutti indicati per nome. Essi si riunirono per esaminare il problema nella neomenia del decimo mese. [17] Quest'affare riguardante gli uomini che avevano sposato donne allogene fu condotto a termine nella neomenia del primo mese. [18] Si trovò così che dei sacerdoti intervenuti alla riunione, quelli che avevano mogli allogene erano: [19] fra i figli di Giosuè, figlio di Iosedek, e i loro fratelli: Masea, Eleazaro, Ioribo e Iodano. [20] Essi si impegnarono a cacciare le loro mogli e a offrire capri in sacrificio espiatorio per il loro sbaglio. [21] Fra i figli di Emmer, c'erano Anania, Zabdaio, Manes, Samaio, Iiel e Azaria. [22] Fra i figli di Faisur, c'erano Elionais Massia, Ismaelo, Nathanaelo, Okidelo e Saltha. [23] Fra i leviti: Iozabdo, Semei, Kolio (detto anche Kalita), Pathaio, Ouda e Ioana. [24] Fra i cantori del tempio c'erano Eliasibo e Bakkhuro. [25] Fra i portieri c'erano Sallumo e Tolbane. [26] Fra i semplici israeliti c'erano: dei figli di Foro: Ierma, Iezia, Melkhia, Miamino, Eleazaro, Asibia e Bannaia. [27] Dei figli di Elam: Matania, Zaccaria, Iezrielo, Obadio, Ieremoth ed Elia. [28] Dei figli di Zamoth: Eliada, Eliasimo, Othonia, Iarimoth, Sabatho e Zerdaia. [29] Dei figli di Bebai: Ioanne, Anania, Zabdo ed Emathi. [30] Dei figli di Mani: Olamo, Manukho, Iedaio, Iasubo, Asaelo e Ieremoth. [31] Dei figli di Addi: Naatho, Moossia, Lakkuno, Naido, Beskaspasmy, Sesthel, Balnuo e Manassea. [32] Dei figli di Annan: Eliona, Asaia, Melkhia, Sabbaia e Simone Khosamaio. [33] Dei figli di Asom: Maltannaio, Mattathia, Sabannaius, Elifalat, Manasse e Semei. [34] Dei figli di Baani: Geremia, Momdio, Maero, Iuel, Mamdai, Pedia, Anos, Karabasion, Eliasibo, Mamnitanaimo, Eliasi, Bannus, Eliali, Somei, Selemia e Nathania. Dei figli di Ezora: Sessi, Ezril, Azaelo, Samato, Zambri e Iosepo. [35] Dei figli di Nooma: Mazitia, Zabadaia, Edais, Iuel e Banaia. [36] Tutti questi avevano sposato donne allogene; ma le ripudiarono, cacciandole insieme ai figli. [37] I sacerdoti, i leviti e i semplici israeliti si stanziarono in Gerusalemme e nella regione. Alla neomenia del settimo mese - i figli d'Israele erano tutti nei loro stanziamenti [38] tutto il popolo si radunò insieme nella piazza davanti alla porta orientale del tempio. [39] Dissero a Esdra, sommo sacerdote e lettore, di portare la Legge di Mosè, che era stata data dal Signore, Dio d'Israele. [40] E il sommo sacerdote Esdra portò la Legge a tutto il popolo, dall'uomo alla donna, e a tutti i sacerdoti, perché l'ascoltassero nella neomenia del settimo mese. [41] Egli lesse, stando nella piazza davanti alla porta del tempio, dal mattino fino a mezzogiorno davanti agli uomini e alle donne. Tutti prestavano attenzione alla lettura della Legge. [42] Esdra, sacerdote e lettore della Legge, si pose in piedi sulla tribuna di legno che era stata apprestata, [43] e accanto a lui stavano Mattathia, Sammus, Anania, Azaria, Uria, Ezechia, Baalsamo alla sua destra, [44] e alla sua sinistra, Fadaio, Misael, Melkhia, Lothasubo, Nabaria e Zaccaria. [45] Esdra prese il libro della Legge alla presenza della folla - stando seduto dignitosamente davanti a tutti [46] e quando lo aprì, tutti si alzarono. Allora Esdra benedì il Signore, Dio altissimo, Dio sabaoth, onnipotente [47] e tutto il popolo rispose: "Amen". Alzate poi le braccia e inginocchiatisi a terra, adorarono il Signore. [48] I leviti Giosuè, Anniuth, Sarabia, Iadino, Iakubo, Sabbataio, Autaia, Maianna, Kalita, Azaria, Iozabdo, Anania e Falia insegnavano la Legge del Signore, interpretandola mentre la leggevano per il popolo. [49] Attarate disse ad Esdra, sommo sacerdote e lettore, ai leviti che insegnavano al popolo e a tutti: [50] "Questo giorno è sacro al Signore". Tutti stavano piangendo nell'ascoltare la Legge del Signore. [51] "Andate, mangiate vivande grasse e bevete bevande dolci; fatene parte a coloro che non ne hanno. [52] Ch‚ questo giorno è sacro al Signore. Non vi rattristate, perché il Signore vi glorificherà". [53] Anche i leviti invitavano tutto il popolo con queste parole: "Questo giorno è sacro: non vi rattristate". [54] Tutti allora se ne andarono a mangiare, a bere e a far festa. Ne davano a chi non ne aveva e facevano grande festa, [55] perché avevano capito il senso delle parole che erano state loro insegnate. Poi si riunirono...