A mezzanotte si udì un grido

A mezzanotte si udì un grido:
“Ecco lo Sposo, andateGli incontro”
A cura di Profezie On Line
Parabola delle dieci vergini
(Mt. 25,1-30)

  

Della Parusìa, ovvero della “Venuta del Signore”, la Bibbia ce ne parla in diversi scritti, per bocca di Profeti e Apostoli, come un evento certo, che verrà, perché è parte integrante del Disegno di Dio, e si manifesterà a tempo opportuno.
È molto importante leggere e meditare ciò che ha scritto San Paolo, in 2 Tessalonicesi 2,1-12, dove lui è più esplicito quando parla in merito ai “segni” della “Venuta di Cristo”:
“Se prima non verrà l’Apostasìa e la manifestazione dell’uomo della iniquità (ingiustizia), del figlio della perdizione…”. 
Infatti, l’Apostolo non termina la frase e neppure la completa, perché il senso contenuto in essa è categorico: senza l’Apostasìa, non ci sarà la Parusìa del Signore.
Attenzione! Il Signore rispetta sì il libero arbitrio di ognuno di noi, ma interverrà, senza ombra di dubbio, quando questo nostro libero arbitrio vuole superare e distruggere, ad ogni costo, i suoi Disegni.
Apostasia, parola d’origine greca, significa “rivolta – defezione”.
Può alludere o ad una “rivolta” politica, a detta di autori profani, o ad una “defezione” religiosa, propriamente di origine biblica.
In definitiva, l’Apostasia, nel nostro contesto, è il rinnegamento della Religione Cristiana.
Cristiani, Cattolici, guardatevi attorno e analizzate bene ciò che sta avvenendo…
  • nella Chiesa: Sacerdoti, Vescovi, Cardinali… sponsorizzano il Comunismo, il quale non è ancora “morto”, bensì si è travestito e riciclato sotto mentite spoglie…;
  • nella Chiesa: Cardinali aderenti alla massoneria (Mafia di San Gallo);
  • nel Mondo Cattolico: sempre più si fa strada il rinnegamento della propria fede in Dio (Apostasìa) e si seguono le strade del “laicismo” e del “relativismo”, messe in cantiere da uomini politici di sinistra.  
  • nel Mondo Politico: gran parte dei Personaggi politici sono oramai privi di onestà intellettuale e morale, emanano leggi che non esaltano quasi più l’integrità dei valori della famiglia e della società, bensì le stanno disgregando, a favore di ideali perversi…;
  • nella Società Mondiale Civile, Industriale, Scientifica, Economica: persistono confusione generale, disordine, sopraffazione, guerre, ingiustizie, povertà, annullamento della dignità umana…;
Questa “Venuta del Signore” è confermata nelle Sacre Scritture e, quindi, non c’è discussione che tenga: il Signore ce l’ha fatta intendere in tutte le “salse”: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!”.
Per capire ulteriormente questa “Venuta”, la Sacra Scrittura ci porta a quello che dice il Profeta Daniele (9,20-27):
“… Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei santi.
Sappi intendere bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi.

 

  • Nota: - Piazze e fossati sono termini biblici che hanno un loro specifico significato, non certamente quello a cui siamo abituati noi.
Per quanto concerne le piazze, si fa riferimento a luoghi dove si radunano o si stabiliscono le persone (vedere Ger. 21,13  e 49,18 – Gn. 11,2  e 13,10 – Dt. 29,22 - Nm 22,1 – Gs. 4,13 – Zc. 4,7 – 1Re 20,23 – Am. 4,11 – Lc. 17,29)
Per quanto riguarda, invece, i fossati, la Bibbia allude a quelli come “prigione” -  come “trappola” - come “disperazione” -  come “tomba” - come “accesso all’aldilà” – come “inferi”.
Entrambi i termini topografici simboleggiano l’intervento di Dio nelle vicende umane. Infatti - in Isaia 40,4 e Lc. 3,4 – il Profeta auspica che, in preparazione alla venuta del Signore, “ogni valle sia colmata e ogni montagna e collina siano abbassate, il terreno accidentato diventi piano e quello scosceso una valle”.
 
Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso, senza colpa in lui; il popolo di un principe, che verrà, distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate.
Egli stringerà una forte alleanza con molti per una settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta; sull’ala del tempio porrà l’abominìo (avversione – ripugnanza - odio) della desolazione, fino al termine segnato sul devastatore”.
 
Il Profeta Daniele ci parla, quindi, di “un principe che verrà…”, che distruggerà il Santuario, e che durante una settimana, ovvero 7 anni (1 giorno della settimana equivale a 1 anno), si metterà d’accordo con molti e che, per metà settimana, ovvero 3 anni e mezzo, farà cessare sacrificio e oblazione (offerta).
Sempre Daniele, al Cap. 11, vers. 29, parla di questo “principe” e ci dice che, questi, - chiamato alcuni versetti prima con l’appellativo “re del nord” - “… al suo ritorno infierirà contro l’alleanza santa; egli agirà e nuovamente si intenderà con coloro che abbandonano l’alleanza santa. Le sue forze si leveranno a profanare il santuario-fortezza; aboliranno il sacrificio perpetuo e innalzeranno l’abominio della desolazione…”.
 
Il Profeta, ancora una volta - al Capitolo 8,9-14 - ci parla di questo personaggio, e ci dice che: “Da uno di quelli uscì un piccolo corno che crebbe molto verso il mezzogiorno, l’oriente e verso la Palestina: s’innalzò fin contro la milizia celeste e gettò a terra una parte di quella schiera e delle stelle e le calpestò.
- Qui, le stelle rappresentano i Sacerdoti… la Luna la Madonna… il Sole il Cristo.
S’innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu profanata la santa dimora.
Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: ‘fino a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione dell’iniquità, il santuario e la milizia calpestati?’
Gli rispose: ‘Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà rivendicato’”.
 
A questo punto, è lecito fare alcune considerazioni:
  • Verrà un “principe” e distruggerà il santuario  - Daniele 9,26…
  • Si metterà d’accordo con molti durante una settimana (cioè 7 anni) - Daniele 9,27…
  • Per circa 3 anni e ½ farà cessare il sacrificio - Daniele 9, 27…
  • Ci sarà una milizia incaricata del sacrificio perpetuo sacrilego - Daniele 8,12…
  • Farà così e avrà successo - Daniele 8,12…
Traduciamo ora, con parole nostre, quello che ci ha detto fin qui la Sacra Scrittura e trasferiamolo ai tempi che stiamo vivendo:
  • Ci sarà un personaggio religioso, probabilmente un Cardinale della Chiesa (Mario Bergoglio), che già da tempo sta operando, che si è messo d’accordo con molti, che ha in animo la realizzazione di un suo progetto: invitare gli uomini a modificare i loro costumi di vita e a non tenere conto dei Dieci Comandamenti.
  • Egli riuscirà nel suo intento e farà modificare la Santa Messa: di conseguenza, non ci sarà più la Consacrazione del pane e del vino.
  • In conclusione: sarà un “sacrificio blasfemo”.
  • Farà questo, poiché il suo progetto sarà quello di una “Religione Universale”, che accontenti tutti, ovvero, un grande minestrone di Religioni, di Liturgie, che ci porterà a ripensare ciò che, per ispirazione di Dio, disse il Profeta Malachia:
“… Ecco, io medito contro questa genìa (stirpe – discendenza)
una sciagura da cui non potran sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà quello tempo di calamità”
 (Ml 2,3)
 
  • Quando arriverà quel momento… saremo nelle tenebre!
Ci troveremo in uno stato di fatto che l’Apostolo Matteo dice nel Vangelo:
                 “…Dall’ora sesta fino all’ora nona si fece buio su tutta la terra.
                       Verso l’ora nona Gesù gridò: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni… (Mt. 27,46)
 
PREMESSA
 
  • Le Ore Canoniche sono un'antica suddivisione della giornata sviluppata nella Chiesa Cristiana per la preghiera in comune, detta anche “ufficio”.
Questa pratica liturgica deriva dall'uso ebraico di recitare preghiere, in modo particolare i Salmi del Salterio ad ore prestabilite: ad esempio, nel Libro degli Atti degli Apostoli si riporta che Pietro e Giovanni andavano al Tempio per la preghiera pomeridiana.
Il Salmo 119 dice: Sette volte al giorno ti lodo per la tua giusta legge.
La pratica delle ore canoniche è osservata da molte Chiese, fra cui la Chiesa Cattolica, le Chiese Ortodosse e la Comunione Anglicana.
Nella Chiesa Cattolica di Rito Latino, in particolare, si riferisce anche ad un ordine di preghiere chiamato anche Liturgia delle Ore (liturgia horarum), ufficio divino (divinum officium), opus Dei (opera di Dio).
Questo ordine di preghiere è contenuto nel "Libro delle Ore".
La suddivisione oraria è approssimativa, variando in antico la lunghezza delle ore del giorno secondo le stagioni:
All'alba:          Mattutino o Vigilie, in diverse Comunità Religiose - chiamato "Orthros" nelle Chiese Orientali.
All'alba:          Le Lodi -  in Occidente, separato dal Mattutino, detto anche "preghiera del mattino"
Alle 6.00:        Ora Prima
Alle 9.00:        Ora Terza
Alle 12.00:      Ora Sesta
Alle 15.00:      Ora Nona
Al tramonto:   I Vespri
Alla notte:      Compieta
Chiusa la premessa.

 

Dall’ora sesta all’ora nona sono tre le ore, proprio come tre sono gli anni durante i quali verrà abolito il sacrificio quotidiano, come ci dice il Profeta Daniele!
Sarà, allora, un “buio” terribile per la Chiesa!
Sarà un “buio” come quello che Gesù chiamò:
“L’ora delle tenebre”, ovvero “l’ora” durante la quale potranno agire liberamente gli uomini che odiano Dio, uomini al servizio del “principe, colui che sta contaminando il mondo intero, dell’uomo della iniquità (ingiustizia), del figlio della perdizione…”. 
Se prendiamo con una certa considerazione questi tre anni, che rappresenteranno “l’ora delle Tenebre”, è lecito esporre quanto segue:  
Leggendo Daniele 9,24-27, Dio, per bocca del Profeta stesso, dice:
“Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo o per la tua santa città per mettere fine all’empietà, mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo ei santi.
Sappi e intendi bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme fino ad un principe consacrato, vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane, saranno restaurati, riedificati piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi.
Dopo sessantadue settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di un principe, che verrà, distruggerà la città e il santuario; la sua fine sarà un’inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni decretate.
Egli stringerà una forte alleanza con molti, per una settimana e, nello spazio di metà settimana, fare cessare il sacrificio e l’offerta, sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione e ciò sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore”.
 
Ma cosa vorrà mai farci capire il Signore con questo brano biblico? 
Una cosa è certa: Dio parla e fa scrivere avvenimenti ai Suoi servi, ai Profeti – in questo caso come in tanti altri - non come se fosse Egli stesso uno “storico”, non avrebbe senso, bensì come Annunciatore Messianico e di tutto ciò che dovrà accadere, in tempi ben predefiniti, affinché si compia il suo Disegno.
Settanta settimane: è un numero biblico perfetto, come 3 – 7 – 10.
Se il Profeta Daniele ha scritto, specialmente anche per tempi che non erano certamente i suoi, come si evince (capisce) dalle parole di Gesù riportate dall’Evangelista Matteo (Matteo 24,1-52 e 25,1-46), in quanto il Signore usa il verbo al futuro “vedrete”, allora noi dobbiamo “leggere” gli avvenimenti annunciati da Daniele come riferiti, soprattutto, ai nostri tempi.
Soffermiamo ora la nostra attenzione sul passaggio biblico in cui viene detto “nello spazio di metà settimana”, verrà a cessare il sacrificio quotidiano ad opera dell’uomo iniquo, il quale verrà distrutto dalla Parusìa del Signore, come dice l’Apostolo Paolo in 2 Tessalonicesi 2,1-12.
Questa “settimana”, ovvero questi “sette anni”, divisa in due metà, sarà una “terribile notte” per la Chiesa, un “buio terribile” che Gesù chiama anche “l’ora delle tenebre”, quell’ora alla quale l’Apostolo Paolo fa riferimento in 2 Tessalonicesi 2,6 - ovvero l’ora della quale parla anche Giovanni in Apocalisse 17,12 - e che è la stessa “ora” che troviamo in Apocalisse 8,1, anche se questo punto si riferisce alla seconda metà di questa “ora”, durante la quale il “cielo”, ovvero la “Chiesa”, farà silenzio “per circa mezz’ora”.
Ne consegue, cioè, che l’Eucaristia sarà abolita per circa 42 mesi, come è scritto in Apocalisse 11,2: “Ma l’atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi”.
Infatti, è stato concesso ai Gentili di calpestare la Città santa per 42 mesi… come ci conferma Giovanni in Apocalisse 13,5 - esprimendosi così: “Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d’orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi…”.

 

Nota - Per Gentili è doveroso e importantissimo esporre quanto segue, per ben capire il concetto succitato e il contesto in cui erano coinvolti o collocati gli stessi ai tempi degli Ebrei.
  • Se prendiamo in considerazione la derivazione greca della parola “Gentili”, è chiaro che questi si identificano con “popoli”.
Però, ben presto, nell’uso linguistico ebraico, il concetto razziale cedette il passo all’idea religiosa e “popolo”, applicato ad Israele, non indicò semplicemente il nucleo di popolazione che discendeva da Abramo attraverso la linea Isacco-Giacobbe, ecc., ma questo stesso nucleo con la fede in un unico Dio, con la sua protezione e con le sue promesse, con un patto e un culto che lo rendevano un popolo eletto tra tutti i popoli dell’umanità.
In contrapposizione, i “popoli” erano essenzialmente, nella concezione ebraica, quelli che non credevano e non rendevano il culto a Dio, cioè i popoli pagani e idolatri.
  • I Gentili erano, quindi, “gli estranei senza speranza e senza Dio in questo mondo”, però gli Ebrei non si erano rivelati migliori di loro, come dice San Paolo in Romani 1,2.
  • I Gentili erano gruppi di popolazioni provenienti da un tronco comune che formarono poi i rispettivi Popoli o Nazioni.
  • Nella storia della salvezza è arrivata l’ora dei Gentili (vedere Luca 21,1-37 § Romani 11,25) ed il Messia, l’atteso dei popoli, è acclamato nell’Apocalisse “re delle nazioni” (Apocalisse 15,3-4 § Genesi 49,10).
Riprendiamo l’esposizione della terribile “notte” divisa in due metà.
Saremo arrivati a “mezzanotte”!
Sì!
Quindi, se saremo in grado di riconoscere il tempo in cui verrà modificata la Santa Messa, cioè l’abolizione della Consacrazione del pane e del vino, sapremo anche far nostra la realtà o il momento in cui saremo giunti a “mezzanotte”.
A questo punto potremo affermare:
“Ecco lo sposo, andateGli incontro”,
e quando Lo incontreremo “all’alba”, sarà la sua Parusìa, cioè il Suo ritorno spirituale e, successivamente, quello “materiale”.
Con la nostra fede ferrea nel Signore e con l’aiuto dello Spirito Santo sapremo identificare il “sacrificio perpetuo sacrilego e la sua celebrazione” ad opera delle milizie dell’Anticristo.
Alla prima metà della notte farà seguito l’altra metà e, infine, dopo il termine della “notte terribile delle Tenebre”, sopraggiungerà l’alba, ovvero la Parusìa, il “Ritorno del Signore”, anche se non ne conosciamo il momento preciso.
Anche nel Libro dell’Apocalisse si parla, con una esposizione un po’ nascosta, di questa “mezza-notte”:
  • “Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto” (Ap. 6,14).
  • “Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora” (Ap. 8,1).
Tutte e due i brani succitati vogliono dire la stessa cosa:
  • Per un certo periodo, pari a metà di un’ora (leggi l’ora delle “Tenebre”), il cielo, che qui rappresenta la Chiesa, sarà costretta a far silenzio e, come è stato già esposto sopra, non potrà celebrare il sacrificio quotidiano, perché l’Anticristo avrà abolito quello vero e ne avrà introdotto uno sacrilego.
Il cielo, quindi si ravvolgerà come un “rotolo” e, come tale, non potrà essere “letto”, quindi la Chiesa stessa non potrà proferire.
Leggiamo ora alcune parole scritte dai Profeti:
  • Gioele 1,9 ci dice:
“Sono scomparse offerta e libagione dalla case del Signore, fanno lutto i sacerdoti, ministri del Signore”.
  • Gioele 1,13 ci dice ancora:
“Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco (sinonimo di penitenza), ministri del mio Dio, poiché priva d’offerta e libagione è la casa del vostro Dio”. 
 
  • Gioele 2,1-3 afferma:
“Suonate la tromba in Sion e date l’allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino, giorno di tenebra e di caligine, giorno di nube e di oscurità. Come l’aurora, si spande sui monti un popolo grande e forte; come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri di età in età”.
 
  • Osea 3,3-5 scrive:
“Per lunghi giorni starai calma con me; non ti prostituirai e non sarai di alcun uomo; così anch’io mi comporterò con te. Poiché per lunghi giorni staranno gli Israeliti senza re e senza capo, senza sacrificio e senza stele, senza efod e senza terafim. Poi torneranno gli Israeliti e cercheranno il Signore loro Dio, e Davide loro re e trepidi si volgeranno al Signore e ai suoi beni, alla fine dei giorni”.
 
EFOD significa:
  • Vestito, indumento portato dai sacerdoti, dai leviti, come Samuele, e da laici come Davide.
Una specie di grembiule o corsetto di lino senza maniche, tenuto fermo al collo per mezzo di spalline policrome.
Una cintura lo teneva aderente al corpo, davanti e di dietro.
Si trasformò, così, in uno strumento di divinazione.
TERAFIM significa:
  • Idoli o immagini, sia che si tratti di uno o di molti di essi.
  • Questa parola appartiene al vocabolario divinatorio degli antichi Israeliti.
  • “L’efod e i terafim”, in quanto oggetti di culto, erano sovente accoppiati, però la loro differenza specifica non è nota.
  • La riforma di Giosia paragona i “terafim” con gli idoli, considerandoli incompatibili con il culto di Dio.
  • Ezechiele descrive Nabucodonosor, al bivio di Riblah, che interroga la sorte davanti a dei terafim. Questa pratica esisteva ancora ai tempi di Zaccaria.
  • Isaia 20,2-4 ci annuncia:
“In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia, figlio di Amoz: “Il Signore poi disse: ‘Va’, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!’
      Così egli fece, andando spoglio e scalzo.
Il Signore poi disse: ‘Come il mio servo Isaia è andato spoglio e scalzo per tre anni, come segno e simbolo per  l’Egitto e per l’Etiopia, così il re di Assiria (leggi l’Anticristo, n.d.a.), condurrà i prigionieri d’Egitto (prigionieri perché intrappolati nella sua teoria tutta contro il Cristo, n.d.a.) e i deportati dell’Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi con le natiche scoperte, vergogna dell’Egitto…’”.
  • Giovanni in Apocalisse 11,1-3 ci dice:
“Mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: ‘Alzati e misura il santuario di Dio e l’altare e il numero di quelli che vi stanno adorando. Ma l’atrio che è fuori del santuario, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per 42 mesi. Ma farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per 1260 giorni’”.
Di riferimenti come questi nella Sacra Scrittura ce ne sono moltissimi e sono pure numerosi i punti dove viene annunciato che:
  • 42 mesi sono chiamati anche:
3 anni e ½  o 1260 giorni;
  • 42 mesi vengono espressi anche così:
  • un tempo (1 anno), due tempi (2 anni) e la metà di un tempo (½ anno) = 3 anni e ½.
  • 42 mesi  possono anche essere interpretati con:
i 3 rinnegamenti dell’Apostolo Pietro, perché la frase che si legge in Marco 14,30: “Gesù gli disse: In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte”, nasconde questo significato:
  • prima che il gallo canti 2 volte, ovvero il Cristo  - simboleggiato dal gallo che annuncia l’alba del “nuovo giorno” –  venga a visitarci per la seconda volta, Pietro, ovvero la Chiesa, rinnegherà il suo Signore per circa 3 anni, che sono simboleggiati dalla “mezzora” a cui fa riferimento Apocalisse 8,1.
“L’alba del nuovo giorno” è il periodo dello Spirito Santo, ovvero il Millennio felice che sta per venire.
 
Quindi, dopo circa 42 mesi, i relativi 3 anni e ½, sarà fatta giustizia al Santuario, ovvero l’Anticristo sarà sconfitto e saremo vicinissimi al ritorno del Signore, cioè alla sua Parusìa perché:
sarà la Parusìa del Signore che distruggerà definitivamente l’uomo iniquo (Apocalisse 19,20 – 2Tessalonicesi 2,6-10) e, poiché avverrà la sua distruzione dopo i 3 anni e ½, cioè le 2300 sere e mattine, ne consegue che dopo il tempo che la Sacra Scrittura ci annuncia, con diverse parole e che corrisponde al periodo di tempo che va dall’ora sesta all’ora nona della Crocifissione di Gesù, cioè circa tre ore, i 3 anni dell’Anticristo, avranno compimento le parole che ci dice il Profeta Daniele: “… Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà rivendicato (sarà fatta giustizia al santuario)” (Daniele 8,14).
La Parusìa del Signore corrisponde alla celebrazione delle Sue “nozze”, cioè le “Nozze dell’Agnello” (Ap. 19,9), il cui arrivo viene annunciato “a” “mezzanotte”, e non “per” “mezzanotte”, ma prima che avvengano appunto le Sue “nozze”, vi saranno i cosiddetti 3 anni dell’Anticristo che, ufficialmente, inizieranno con “l’abolizione del Sacrificio quotidiano”.
Giovanni l’Evangelista - nella Lettera alla Chiesa di Sardi, che troviamo in Ap. 3,3 - ci dice:
“Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te”.
Come possiamo notare, la bontà di nostro Signore, Gesù Cristo, ci mette nuovamente in guardia, invitandoci ad essere sempre “vigilanti”, non perché Lui è “il ladro”, bensì ci vuol far capire la pericolosità che il “vero ladro” adotta per agire e cogliere di sorpresa chi… come… e quando, al fine di  raggiungere il suo scopo. 
Quindi, teniamo sempre in considerazione questa avvertenza che Dio, fonte di Misericordia e di Amore, usa nei nostri confronti!
Tutto ciò, il Signore ce lo dice più volte nella Bibbia, nelle Sacre Scritture, lo ha anche detto per bocca di Profeti, di Santi, di Mistici, come pure la Madonna, in varie apparizioni, avallate dalla Santa Romana Chiesa.
Il Signore, come pure Sua Madre, la Vergine Santissima, ci invitano, all’unisono (insieme), a leggere e rileggere la Bibbia, che è parola di Dio, in unione allo Spirito Santo: solo così comprenderemo i misteri del Mistero, che è Dio Padre!
Sì! È proprio così,  perché il Signore ci ha lasciato tanti “misteri”, numerosi enigmi, però è giusto anche dire che non ci ha mai lasciato in balìa di entrambi: lo Spirito Santo ne è “Testimone”!
Cari Lettori, noi stiamo vivendo, consapevolmente o no, i “segni dei tempi” della Bibbia.
È sufficiente guardarsi attorno… i segni ci sono e come!
Oltre che ha viverli ogni giorno, questi “segni” vengono annunciati, senza ombra di dubbio, dalla Sacra Bibbia – a partire dai vari Profeti per finire con l’Apocalisse di Giovanni.
La Chiesa dovrebbe essere più presente, oggigiorno, e spiegare a tutti le Sacre Scritture, in modo semplice, con umiltà, con la sempre e immancabile presenza dello Spirito Santo
Non dobbiamo solo leggere e capire le Sacre Scritture, bisogna anche avere quella fede che è la virtù principale che gli Ebrei non ebbero come quando si ribellarono a Mosè nel deserto.
Senza questa fede, non solo non si comprende… ma non si entrerà nel Regno di Dio, perché essa è la vita dell’anima e l’anima è preposta a vivere in questo Regno per l’Eternità.
Ecco, quindi, per intuire i Misteri di Dio, occorre l’occhio illuminato della fede e farne pubblica professione, come dice San’Antonio da Padova.
Questa fede deve farci comprendere che Dio non solo esiste, è Misericordioso e Giustizia, è Padre Buono e Inflessibile… ma bisogna amarLo e uniformarsi sempre alla sua Volontà, perché è “operante” in ogni momento della nostra vita.
Dio ha creato tutto ciò che è positivo e bello per chi è sua Immagine e Somiglianza, non si comporta come colui che “chi s’è visto s’è visto” e tutto finisce lì.
No!
Dio non è un “irresponsabile”; lo siamo noi nei Suoi confronti e verso il nostro prossimo, in tanti momenti della nostra vita.
Arriverà, molto presto, quell’alba che il Sacerdote Zaccaria enuncia nel “Benedictus”:
“… grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace…”. (Lc.1-78-79).
Colui che cala il “sipario delle Tenebre” è Satana e i suoi seguaci, principalmente l’Anticristo, però il “sipario della Luce” lo alza solo il Signore, in quanto c’incoraggia con una realtà che è tutta Sua:
“Mai una notte è tanto lunga
da non permettere al Sole di sorgere”.
Per concludere:
                    “Ecco, faccio nuove tutte le cose…”.
(Ap. 21, 5)